Giornata della memoria: i ragazzi di 3^C recitano il Nabucco

Ogni anno la nostra scuola media dedica molta attenzione alla celebrazione della Giornata della Memoria, organizzando una cerimonia durante la quale i ragazzi delle classi terze presentano i loro lavori legati al tema dell’Olocausto.

La classe terza C ha deciso di rappresentare in forma teatrale un’Opera, il Nabucco,  che è il simbolo dell’oppressione e della persecuzione dei popoli da parte di altri popoli; nell’opera si parla del popolo ebraico, ma in essa possiamo riconoscere tutti quei popoli ai quali è negata la propria libertà e dignità.nab

Il Nabucco è una delle opere musicali più celebri ed acclamate del compositore Giuseppe Verdi. Quest’ opera è considerata la più rappresentativa del Risorgimento italiano: nel Nabucco gli ebrei vengono oppressi dai Babilonesi, come il popolo italiano era oppresso nell’Ottocento dagli Austiaci.

L’ opera  inizia nel tempio di Gerusalemme, dove gli ebrei, sconfitti dal re Nabucodonosor, pregano disperati. Tra gli Ebrei vi è anche Fenena, figlia del re babilonese e tenuta prigionera. Abigaille, che alla fine si scopre essere figlia di schiavi e non del re babilonese, è gelosa di Fenena e ama, come quest’ ultima, Ismaele un giovane guerriero ebreo. Ismaele e Fenena son0 pronti a fuggire, ma arriva Nabucodonosor che, dopo aver liberato la figlia, dà  ordine di saccheggiare il tempio e deporta gli Ebrei a Babilonia.

Nel frattempo Fenena si è convertita all’ ebraismo ed è stata indicata dal re come sua erede, dato che Abigaille non è sua figlia, ma quest’ultima  sta progettando una vendetta contro di lei.

Abigallie cerca di togliere la corona a Fenena per autoincoronarsi, ma il re arriva in tempo per impediglierlo e per proclamarsi Dio in terra.

Il re manda a morte tutti  gli Ebrei, Fenena compresa dato che si è convertita all’ebraismo. Solo in un secondo momento il re capisce di essere stato ingannato da Abigallie e , imprigionato da quella che aveva creduto sua figlia, chiede perdono per i suoi peccati al Dio degli Ebrei, che lo ascolta e lo libera.

Nabucco riconquista la corona, ma Abigallie beve il veleno  e muore, tuttavia prima di morire  ella si pente di tutti i suoi peccati e chiede perdono.

Zaccaria, il sacerdote degli ebrei, conclude l’ Opera, con la visione di un regno governato dalla saggezza di Nabucodonosor.

Questa è la breve sintesi dell’ Opera che la III C ha rappresentato durante la cerimonia dedicata alla giornata della memoria, il 20 febbraio.

Questo è stato un lavoro di classe, in cui ogni alunno  ha partecipato attivamente: c’ erano gli attori, i musicisti e pure un regista!

I personaggi erano: Nabuconusor,  il re, interpretato da Riccardo Bernini in modo molto espressivo e sicuro di sè nella prima parte, pentito e disperato nella parte finale.

Ismaele, un giovane ebreo che ama follemente Fenena  che verrà da lui liberata per non farla morire, suscitando, però,  l’ odio di tutti i suoi compagni; il personaggio è stato interpretato da Francesco Mingon.

Chiara Azzalin ha recitato la parte di Fenena, la figlia del re e sorella di  Abigallie; è innamorata di Ismaele, grazie al quale si convertirà all’ ebraismo.

Zaccaria, il gran sacerdote del tempio di Gerusalemme, è una figura molto importante che sfida perfino il grande Nabucco, questo personaggio è stato interpretato da Marco Erpetti che è riuscito a rendere vera, reale l’immagine del sacerdote.

Infine Abigaille, interpretata da Lucia Amici, è probabilmente il personaggio più affascinante di tutti: una principessa che scopre di essere , in realtà, figlia di una schiava; per invidia, cerca di strappare la corona a Fenena e di diventare regina dei Babilonesi. Abigaille, alla fine della storia, prima di morire, esprime il suo pentimento e chiede scusa per tutte le cattive azioni che aveva compiuto. I due cori, quello dei leviti e quello delle fanciulle, raccontavano la vicenda, donando vivacità alla recita.

Gli oggetti scenici eran pochi ed avevano una funzione solo simbolica: una corona appoggiata su di un cuscino rosso, il candelabro ebraico a sette bracci che, posto al centro del palcoscenico, era il simbolo del tempio di Gerusalemme ed una pergamena che conteneva il segreto della nascita di Abigaille.

Abbiamo impiegato circa tre mesi per la realizzazione di questo progetto, provando la recita nelle ore scolastiche e talvolta la pomeriggio; abbiamo avuto anche l’aiuto di un gruppo di esperti teatrali: i Manicomix .

Durante le prove abbiamo dovuto superare tanti problemi, provare le entrate in scena e le uscite, conciliare la recita con la partecipazione al gruppo musicale, ma il problema più grande è stato quello dell’influenza che ha colpito diversi ragazzi proprio in occasione della recita!

Il giorno prima dello spettacolo molti ragazzi erano  raffreddati ed alcuni non avevano neppure la voce, ma con tè caldo e molto riposo il giorno della recita stavamo quasi tutti meglio; alcuni compagni, essendo ancora ammalati, non hanno potuto interpretare il loro personaggio, pertanto alcune parti sono state ridistribuite all’ultimo momento.

Io sono stata entusiasta del lavoro che abbiamo realizzato. Tutti hanno messo tanto impegno nello studio di un testo molto complesso ed hanno preso dimestichezza con il linguaggio teatrale;  abbiamo anche individuato in alcuni di noi abilità insospettate: veri e propri aspiranti attori del futuro!

Tutta la nostra fatica è stata premiata con un’esibizione perfetta: non abbiamo commesso nessun errore, non abbiamo sbagliato nemmeno una battuta.

Secondo me dovrebbero essere migliorati alcuni gesti, come quello con cui il sacerdote Zaccaria cerca di uccidere Fenena, dovremmo cercare di dare alla scena maggior realismo.

Io spero di poter recitare ancora quest’ Opera in altre occasioni!

Valentina Fellegara IIIC

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