Un viaggio tra i relitti dell’oceano padano: gita al parco dello Stirone

Il giorno giovedì 3 aprile, le classi 2°A e 2°F del nostro istituto hanno partecipato a una gita istruttiva al parco dello Stirone e a Castell’Arquato, uno dei borghi più belli d’Italia.

Prima di descrivervi la gita, cari lettori, dovete sapere che da 10 a 6 milioni di anni fa la Pianura Padana era ricoperta da un enorme oceano chiamato Oceano Padano; ci vivevano molti pesci, comprese le balene e moltissimi molluschi.

Quando 6 milioni di anni fa la pianura si alzò e l’acqua si ritirò, rimasero imprigionate nei fondali numerose specie marine e conchiglie di molluschi che, con il passare del tempo, si sono fossilizzate.

Oggi è possibile ritrovare questi fossili  nel greto, più  precisamente  nei calanchi, del torrente Stirone. I calanchi si sono creati negli ultimi 50 anni perché l’uomo, a valle, ha estratto dal fiume moltissima argilla per la costruzione dell’autostrada A1; così facendo il fiume ha abbassato e sta tuttora abbassando il suo corso, mostrando sempre nuovi calanchi ricchi di fossili.

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Calanchi dello Stirone

Siamo partiti da Castel San Giovanni in autobus e, dopo un’ora abbondante di viaggio, siamo giunti all’ingresso del parco dello  Stirone che si trova al confine tra la  provincia di Parma e di Piacenza (noi eravamo sulla sponda parmense perché in quella zona il parco è attrezzato con numerose aree sosta e sentieri facili). Eravamo accompagnati dalle guardie ecologiche volontarie che ci hanno spiegato il fragile ecosistema del torrente.

Il torrente Stirone.
Il torrente Stirone

Appena siamo arrivati su un prato che si trovava 20 metri sopra il torrente, le guardie ci hanno spiegato come le piante siano importantissime perché limitano l’azione di erosione e di scavo; quindi siamo scesi più sotto, su una balconata di roccia da dove si vedevano alcuni calanchi ricchi di conchiglie fossili.

Splendidi calanchi nel torrente Stirone.
Splendidi calanchi nel torrente Stirone.

 

Successivamente abbiamo ripreso il nostro percorso fino a scendere nel greto del torrente (dove alcuni fortunati hanno trovato delle bellissime conchiglie) mentre le guardie ecologiche ci hanno spiegato che, ad un certo momento della stagione, arrivano degli uccelli migratori: i Gruccioni. In quel periodo il parco è parzialmente chiuso e presidiato dai volontari ecologici per non disturbare gli uccelli.

 

Dopo questa bellissima spiegazione siamo ritornati all’autobus che ci ha portato nella vicina frazione di Scipione Ponte dove abbiamo visitato il museo ecologico del parco.

Il museo del parco dello Stirone é molto piccolo (è costituito da una stanza sola) con numerose teche ben disposte:

_in due sono ricostruite gli ecosistemi e l’ambiente;

_altre  contengono i fossili ritrovati nella zona;

_in un ultima è presentato il funzionamento del centro recupero animali “Le Civette”.

Dopo questa meravigliosa mattinata siamo ripartiti con l’autobus verso Castell’Arquato dove, nel pomeriggio, avremmo visitato il museo del paese: appena siamo giunti a destinazione il languorino nel nostro stomaco è diventato fame e la priorità assoluta era di trovare un luogo dove poter pranzare (per farlo veramente ci sarebbe voluto un ristorante !… ) Siamo stati fortunati… abbiamo trovato proprio il luogo perfetto… che era il campo giochi dove ci siamo potuti divertire anche un po’.

Dopo il magro pasto ci siamo incamminati verso la rocca percorrendo le storiche e magnifiche vie (che fatica ma ne vale la pena!) attorno al castello: il museo si trova quasi in cima alla collina.

Quando siamo arrivati, il museo era ancora chiuso, quindi ci è stato lasciato un altro tempo libero.

Alle quindici in punto il museo ha aperto i battenti e (finalmente)  ci hanno lasciati entrare: siamo stati divisi in due gruppi secondo le classi.

Il museo ha diversi corridoi e stanze ed è improntato soprattutto sulla descrizione dei fossili ritrovati nella zona e degli animali che sono vissuti nel piacenziano: compresa la famosa balena di Rastelli.

Alla fine della visita, siamo ritornati al pullman (sarebbe stata comoda una bicicletta!) ripercorrendo le vie del borgo passando per le antiche fontane comuni; siamo arrivati a Castel san Giovanni alle 17.15.

A me è piaciuta particolarmente questa gita perchè  è stata molto istruttiva e  interessante, nonostante mi siano piaciuti moltissimo anche i momenti liberi perchè ci si poteva rilassare e divertirsi.

di: Rizzi Gabriele in collaborazione con Matteo Calegari.

 

 

 

 

 

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