
Era una mattina grigia e più fredda delle altre, quando l’investigatore Simpson ricevette una telefonata e dopo alcuni minuti, uscì di corsa.
Il sole pallido era offuscato da una fitta coltre di nebbia che avvolgeva la meravigliosa città di Dublino,creando un’atmosfera tetra.
L’investigatore non lasciava mai trasparire nulla dal suo candido viso.
Arrivato sulla scena del crimine, notò un cadavere insanguinato, di corporatura robusta, molto alto e vecchio.
Egli aveva sostenuto, prima di morire, una serie di collutazioni, data la notevole quantità di ematomi presenti sul corpo.
Simpson notò che la casa aveva una finestra e ciò significava che la vittima avrebbe potuto essere stata gettata attraverso essa e che, cadendo, avrebbe potuto essersi rotto qualche osso.
A dimostrazione dell’ipotesi, vi erano diverse schegge di vetro, oltre ad un insolito sentore di violetta, che gli fece tornare a mente un altro caso, un altro luogo e un altro tempo.
Era una bellissima giornata di primavera e stavano sbocciando i primi fiorellini.
L’investigatore, intento a intercettare le telefonate di una banda criminale, scoprì che la gang si doveva riunire per discutere di affari illeciti.
Quando egli si recò nel luogo dove era fissata la riunione , vide un membro della banda che stava discutendo con un altro.
In quel momento Simpson lo raggiunse e gli saltò addosso, urlando: ”Criminale, per te è finita”.
Il ragazzo, allora, rispose in tono menefreghista: ”Calma, calma”.
Si sentì allora un insolito sentore di Violetta.
Egli era stato processato e finito in carcere per due anni.
Il periodo di detenzione era ormai terminato e quel ”disgraziato” girava indisturbato per la città.
L’investigatore , allora, si diresse verso la sua casa, per fargli qualche domanda.
Simpson era un uomo di poche parole, ma sapeva sempre far confessare, utilizzando il suo carisma.
Egli pose, quindi, la prima domanda, ponendo davanti agli occhi del galeotto l’immagine del malcapitato: ”Hai mai visto quest’ uomo?”
”Non l’ho mai visto prima” rispose l’uomo.
“Questo corpo è stato rinvenuto ieri mattina morto dissanguato”.
“Mi dispiace per lui, ma io non l’ho mai visto”.
Simpson, allora, togliendogli l’immagine, batté fragorosamente la mano contro il tavolo.
“Guarda quest’uomo e prova a ricordare!”.
E l’altro ribadì: “Non so niente!”.
La faccia dell’uomo, prima disteso, sembrava sempre più preoccupata, il cuore batteva sempre più forte e il sudore bagnava la camicia bluastra.
“E allora perché ho trovato una gomma alla violetta?”
“Io sono stato sulla scena del crimine, perché volevo pregare per quel pover’uomo, ma non sono stato io ad ucciderlo; io ero a casa con i miei genitori.”
L’investigatore allora chiese: “Sei a conoscenza di qualche fatto che potrebbe avere a che fare con il caso?”
“L’altro giorno ho assistito ad una lite tra quell’uomo e una donna; ma non riesco a descriverla.
Simpson, a quel punto, convocò la badante, che lo aveva chiamato per avvisarlo della morte del signor Neville e chiese al criminale: “E’ lei?” “Sì, è proprio lei!”
Allora egli chiese alla donna come stava il signor Neville l’altra notte.
La donna rispose: “Egli aveva un’aria preoccupata e non aveva dormito per l’agitazione. Egli ha fissato per tutta la notte il cielo stellato, poi un urlo e la finestra si è frantumata in mille pezzi.
“Ma lei ha assistito all’omicidio?”
“No, ho solo sentito il rumore della finestra frantumata e poi…”
Allora ella si mise a singhiozzare e cominciò a piangere, dicendo:”Ma perché, perché proprio lui?”
Simpson continuò poi a domandare:” Lei, per caso, ha litigato con il signor Neville?”
E la donna:” Ma cosa vuole insinuare?”
“Lo confesso, era sua moglie, perché aveva saputo che l’uomo aveva una relazione.”
“L’interrogatorio è finito” disse Simpson in tono neutro. Egli cercò qualche informazione sul signor Neville, telefonando ad amici e parenti, ma nessuno di loro sapeva che avesse una moglie. L’investigatore, davanti allo specchio, corrugò l’alta fronte e si guardò nei grandi occhi verdi, riflettendo sul caso: era evidente che la badante era la colpevole del delitto, perché non aveva un solido alibi e aveva sviato le indagini con una falsa pista.
Si sentì, poi, una telefonata, che echeggiava nel salotto della casa dell’investigatore.
Ella, così, affermò:” Sono stata io ad uccidere il signor Neville, perché quell’uomo negli ultimi tempi non mi pagava più e mi chiedeva di adempiere strani compiti.”
Un altro caso è stato risolto dall’infallibile Simpson. La donna fu consegnata alle autorità e fu condannata.
Di Andrea Campomagnani.
Trascritto da: Matteo Zambianchi e Keith Grissel Galicia