Digito ergo sum

Gli alunni di tutte le classi prime della Scuola secondaria di I grado di Castel San Giovanni e Sarmato uniti in un progetto contro il bullismo reale e virtuale

di Paola Prifti, Arianna Traversi,  Marta Gatti e Greta Parolini

26/04/15

Nel nostro Istituto c’è un nuovo progetto, dedicato agli alunni di tutte le classi prime della Scuola secoDSCF1212ndaria di Castel San Giovanni e Sarmato, intitolato “Digito ergo sum”, che ha come obiettivo la prevenzione del bullismo reale e virtuale ed è articolato in diverse fasi. Sono stati coinvolti insegnanti, famiglie e alunni, a dimostrazione dell’attenzione corale su questa tematica così delicata ed attuale.

In classe, in particolare, abbiamo avuto la possibilità di usufruire di incontri con il Comandante della Polizia Municipale, Dott. Andolfi, e con una psicologa, Gabriella. In questi momenti formativi siamo stati chiamati a riflettere sul significato del bullismo e del cyberbullismo – termine DSCF1214che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto e sistematico attuato mediante la rete – anche attraverso qualche gioco divertente.

Nel primo incontro la discussione è stata introdotta da un video che raccontava la storia di un ragazzo di nome Gaetano: per farsi notare, si scattava foto ridicole, pubblicandole su Facebook, Instagram e Twitter. Senza accorgersene era diventato una vittima del cyberbullismo.

Nel secondo incontro le classi hanno progettato un piccolo cartellone sul tema del rispetto, in cui sono stati elencati i diritti e i doveri degli adolescenti. In ogni classe Gabriella ha distribuito inoltre un diario di bordo, in cui gli alunni possono registrare fatti di bullismo avvenuti dentro o fuori dalla scuola e le emozioni provate. Ogni gruppo ha il proprio nome di squadra, scelto dagli alunni: 1^ A Le giuggiole; 1^ B Diario ; 1^ C Godzilla; 1^ D I castori volanti; 1^ E La fabbrica della fantasia.

Invece nell’ultimo incontro Gabriella ci ha mostrato un video in cui parlava il Comandante della Polizia Municipale, il quale, rivolgendosi a tutti i ragazzi, ha spiegato che l’azione migliore da mettere in atto in caso di atti di bullismo o cyberbullismo è senza dubbio il confronto con una persona adulta. Ci ha poi chiesto di scrivere su un foglietto ciò che pensavamo del suo discorso e di consegnarlo a Gabriella, che a sua volta lo avrebbe consegnato a lui. Infine abbiamo fatto un  gioco, in cui occorreva dividersi in tre gruppi: la giuria, gli imputati e i giudici. I giudici facevano delle domande agli imputati e alla fine si decideva se gli accusati erano innocenti o colpevoli.

Grazie a questo progetto abbiamo imparato l’importanza del rispetto reciproco e la gravi conseguenze legate agli atti di bullismo. DSCF1213Ci è piaciuto molto, perché è stato istruttivo e divertente.

Marta 1^ E: Per me questo percorso è stato molto bello e interessante, perché mi ha fatto riflettere sull’importanza di provare sempre a mettersi nei panni degli altri.

Greta 1^ D: Grazie a Gabriella ho capito che gli atti di bullismo e/o cyberbullismo non producono nessun effetto positivo, anzi, chi li compie ha sempre torto.

Arianna 1^ A: Questo progetto è stato molto divertente e interessante, ora mi sento più pronta rispetto a questo problema.

Paola 1^ A: Questa esperienza è stata fantastica! Ci sono stati momenti seri e momenti in cui si rideva e si giocava, che mi hanno permesso di capire che di fronte ad atti come questi non si può rimanere neutrali: si deve prendere una posizione a favore di chi ne è vittima.

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