Una preziosa testimonianza per non dimenticare
di Wiktoria Ianaro, Serena Falco, Camilla Nani, Sofia Dagradi e Amal El Aliane
Sabato 9 Maggio, le classi 1 A e 2 A si sono recate alla biblioteca della scuola media “G. Mazzini” per ascoltare la testimonianza di Marcello Martini, sopravvissuto alla deportazione nazista a Mauthausen. L’attesa e la curiosità erano davvero alte. Il signor Martini, ottantacinquenne, è riuscito a catturare l’attenzione degli alunni e a far rivivere momenti a tratti tragici e toccanti.

Dovette imparare il suo nuovo nome, il numero di matricola, in tedesco, dovette fare i conti con le regole assurde del campo, con la fame, la fatica e il dolore. Venne inviato a lavorare presso un campo satellite di Mauthausen, dove c’era una fabbrica che produceva delle imbarcazioni; il suo compito era quello del saldatore. Dopo qualche tempo si provocò una ferita al piede sinistro per colpa di un chiodo rovente che causò una bruciatura molto seria. Venne ricoverato in ospedale e qui, secondo la testimonianza, trovò alcune persone molto umane e compassionevoli che lo nascosero per ben due mesi, permettendogli di ristabilirsi completamente e di restare in un luogo riparato.
Ritornato al lavoro, cambiò fabbrica e cominciò a costruire parti di aerei. Uno dei momenti più tragici ha riguardato la marcia di più di 200 chilometri percorsa per rientrare a Mauthausen, intervallata dalle esecuzioni sommarie e compiuta in numerosi giorni durante i quali non venne consegnato mai cibo ne’ acqua ai prigionieri.
Il 5 maggio 1945 viene liberato il campo di Mauthausen dagli alleati ma Marcello non ha ricordi di questo momento, probabilmente era giunto al limite della consunzione. Ripresosi, riuscì a tornare in Italia, dove ritrovò tutta la sua famiglia sana e salva ad aspettarlo.
I ragazzi hanno posto numerose domande al sig, Martini: alla questione se non fosse stanco di ripetere la sua storia, egli ha ribadito che la fatica e il dolore di rievocare certi fatti sono giustificati dall’importanza di far prendere coscienza di ciò che è davvero successo e che rischia di essere, per un giovane di oggi, lontano e irrealistico. Egli ha ribadito che è un dovere, per chi vive oggi, informarsi e imparare: come è successo a lui, ci potrebbe sempre essere qualcuno intenzionato a privare gli uomini della loro libertà e di tutto ciò che possiedono. In questo caso però, nessuno può rubare ciò che si è imparato a fare e che si conosce, la propria umanità.
Occorre sempre reagire ai soprusi, ha concluso il sig. Martini, e non lasciare mai che qualcuno prevarichi gli altri, a scuola, a casa e nella società.
L’incontro è stato possibile grazie all’interessamento dell’associazione culturale “Banda Larga” di Piacenza.