“Il banco vuoto” è il titolo del corto ispirato alla vita di Franco Pesaro
Di Ianaro Wiktoria
19/04/16
Come ogni anno, le classi terze hanno lavorato al progetto “Didattica della Memoria”.
Quest’anno il lavoro degli alunni ha utilizzato il linguaggio cinematografico e, guidato dal regista Andrea Canepari, un gruppo di alunni di tutte le classi ha realizzato un’intervista al signor Franco Pesaro, nostro concittadino e fratello di Tina Pesaro a cui sono intitolate le nostre scuole primarie.
Il sig. Franco ha, per la prima volta, condiviso il suo bagaglio di ricordi e di esperienze con i ragazzi delle scuole. La famiglia Pesaro, di origine ebraiche, è stata protagonista della Rivoluzione Industriale di Castel San Giovanni. Ha successivamente subito le persecuzioni dovute alle leggi razziali negli anni ’30: accanimenti contro l’azienda di famiglia, espulsione dei ragazzi dalle scuole per arrivare all’arresto della madre, alla deportazione della sorella Tina, alla fuga dei fratelli in Svizzera e delle sorelle presso Crema per avere salva la vita. E poi il ritorno dopo la guerra, la morte della sorella, la necessità di ricostruirsi una vita.

Durante l’intervista, il sig. Pesaro ha più volte sottolineato l’esigenza di non perdere mai di vista la propria coscienza, lo spirito critico e la morale, insegnamenti della storia che dimostrano ogni giorno la loro attualità.
Una volta visionata l’intervista, tutte le classi hanno seguito alcune lezioni sul linguaggio cinematografico tenute dal regista e poi hanno cominciato a pensare a come rielaborare il materiale in alcuni cortometraggi.

La nostra classe ha scritto un racconto, “Il banco vuoto”, sull’espulsione del signor Franco dalla scuola media (allora si chiamava “inferiore”) dopo le leggi razziali del settembre ’38.

Poi, con l’aiuto del regista Andrea Canepari, ogni classe, prendendo in mano il racconto realizzato, lo ha trasformato in una sceneggiatura, scegliendo protagonisti, antagonisti e personaggi vari , tagliando e aggiungendo scene, e dialoghi.

Quindi ci siamo occupati dei fabbisogni di scena: ogni classe ha procurato il materiale necessario per la realizzazione del corto ma si è anche impegnata a trovare le varie location. Infine è arrivato il momento di girare le scene.

Il lavoro è stato molto impegnativo in quanto l’epoca che dovevamo rappresentare in una parte del corto è quella degli anni Trenta: una società totalmente diversa dalla nostra… scuola compresa. Il nostro Preside ci ha tenuto una lezione di “archeologia scolastica”, aiutandoci a utilizzare pennini, calamai, carta assorbente. Poi abbiamo pensato anche ai costumi che fossero verosimili ed adatti.

Gli attori che hanno recitato nel nostro corto sono stati: il protagonista Andrea Zanardo, che interpretava la parte del giovane Franco e che ha affiancato, nella parte finale, il sig. Franco in carne e ossa. Inoltre hanno recitato: Youness Adnani, Olivia Pedone e Wiktoria Ianaro che hanno impersonato gli amici di Franco; Jandry Vega ha invece impersonato Michele, l’antagonista, cioè l’amico che volta le spalle a Franco quando viene a sapere delle leggi razziali.

I nostri genitori e nonni hanno dato una mano, frugando nelle soffitte alla ricerca di vestiti, bretelle, libri, quaderni, valigie, borse dell’epoca.
Un ultimo dettaglio: in ogni scena compare un sacchetto di biglie, dato che il sig. Franco era un vero asso in questo gioco e lo utilizzava come passatempo quando si era trovato improvvisamente da solo a dover trascorrere le mattinate senza scuola. Uno dei momenti più belli del cortometraggio è quello in cui, alla fine, nell’ultima scena, il vero Franco regala il famoso sacchetto di biglie ad Andrea, il giovane Franco: è come se volesse indicare il passaggio della memoria che non si perde ma arriva a noi, nuove generazioni.