Rielaborazione in rima della fiaba di Cappuccetto rosso dal punto di vista del lupo
di Camilla Fanzini e Alice Gatti in collaborazione con Melissa Flutur e Mario Di Cianni
12/03/ 2018

C’era una volta in un luogo lontano
una bambina dal manto strano.
Non troppo distante, nel bosco scuro,
io, lupo, mi aggiravo minaccioso e sicuro.
Era da diversi giorni che non mangiavo
ed era per questo che una preda cercavo.
Mentre mi aggiravo nella natura,
tra me e me pensavo addirittura:
“Sono grande e grosso, ho i denti appuntiti,
mi andrebbero proprio dei conigli arrostiti!”
Guardandomi intorno vidi una macchietta rossa,
“Cos’è”, pensai, “Non è tanto grossa!”
Avvicinandomi, capii che era una bambina
e subito mi venne l’acquolina.
Con aria colpevole mi avvicinai
e così gentilmente le parlai:
“Dove vai, bambina dal rosso cappuccio?”
“Per andare dalla nonna sto seguendo questo sentieruccio”.
“Ma lo sai che c’è un cammino più breve?”
chiesi con voce lieve.
“Allora seguirò quella strada,
in modo che dalla nonna più velocemente io vada”,
rispose cappuccetto, cascando nel mio trucchetto.
E poi tutto contento corsi per il boschetto!
Verso la casa della nonna mi precipitai
e in un sol boccone me la mangiai!
Quando la piccola arrivò alla casetta,
bussò alla porta in tutta fretta.
“Avanti cara”, dissi io dall’interno
imitando una voce dal tono materno.
“Ciao nonnina! Sono arrivata!”,
ed io risposi con una risata.
“Ti senti bene questa mattina?”
“Sì, grazie tesoro, ma vieni più vicina!”
La bimba, ignara del malefico inganno,
si avvicinò e notò il panno,
il panno che misi in testa
per nascondere la mia folta cresta.
“Che orecchie lunghe che hai “…
“Mi servono per non smettere di ascoltarti mai”.
“Ma che naso grande che hai”…
“È per non smetter di annusarti, sai”.
“E che bocca grande che hai” …
“È per mangiarti meglio… e non mi scapperai!”
Con un gran salto afferrai la bambina
e la ingoiai dopo la vecchina.
Finalmente soddisfatto e appagato,
un bel pisolino mi sembrava meritato!
Ma, ahimè, non udii il cacciatore,
che passava con il cane accompagnatore.
Tutto quello che ricordo fu che al mio risveglio,
la pancia mi doleva e non stavo di certo meglio!
Mi sentivo più pesante
e mi recai al fiume per bere in modo abbondante.
…Adesso mi chino e prendo un bel sorso,
ma che succede? Mi serve soccorso!
Sto cadendo nelle acque profonde
e nessuno mi salverà da queste onde!
Ho un tremendo sospetto ora,
il cacciatore me l’ha fatta ancora!
Mi ha aperto la pancia mentre sonnecchiavo,
mettendo i sassi e intanto io sognavo.
Ha salvato la nonna e la nipote,
che avevo mangiato come se fossero carote.
Per me ora non c’è via d’uscita
ed è così che la fiaba è finita!