In Norvegia con il progetto Erasmus+ “Journeys for peace”

di Benedetta Pallaroni e Aicha Nadif

7/05/2018

Dal 22 al 26 novembre, si è svolto, nell’ambito del progetto “Journeys for peace”, il primo viaggio di scambio culturale tra i professori delle nazioni partecipanti al progetto: Italia, Norvegia, Bulgaria, Germania e Spagna. Il ritrovo era ad Oslo, in Norvegia. Per l’Italia hanno partecipato due Istituti: il nostro e l’Istituto “Volta” di Castel San Giovanni. L’obiettivo era progettare i viaggi dei ragazzi nelle varie nazioni per gli anni 20018 e 2019. Intervistiamo la prof.ssa Antoniotti.

D: Qual’era la vostra destinazione, con precisione?

R: Siamo volati ad Oslo, dove abbiamo alloggiato. La scuola partner del progetto si trova nel comune di Oppegård, affacciato al fiordo di Oslo. Si tratta della scuola Ingieråsen, una scuola situata nel Kolbotn Center, che è stata costruita nel 1959 e ha oggi circa 350 studenti, dell’età che corrisponde alle nostre medie.

D: Com’era la scuola che vi ha ospitato?

La scuola Ingieråsen

R: Un aspetto che mi ha colpito, inizialmente, è che la scuola ha grandi spazi comuni, a cui gli studenti accedono liberamente negli intervalli tra le varie lezioni: un salone centrale, un’ampia palestra, spazi esterni e cortili.

Il salone centrale della scuola

Non esistono campanelle: ogni ragazzo gestisce il suo tempo rispettando le regole condivise. Questo mi ha fatto riflettere sull’importanza di responsabilizzare gli alunni perché imparino ad essere autonomi.

Un’aula scolastica

Le aule non sono molto diverse dalle nostre: LIM, lavagne tradizionali, PC; nel complesso sono numericamente meno affollate. Sono presenti laboratori di musica e falegnameria, sale per lo studio individuale o di gruppo, la biblioteca e la mensa. Riguardo quest’ultima, ci è stato spiegato che alcuni ragazzi più grandi si impegnano a preparare i pasti per i compagni più giovani.

D: Chi ha partecipato all’incontro?

R: Oltre a me e alla prof.ssa Ceruti, abbiamo viaggiato con tre colleghi dell’istituto “Volta” e abbiamo incontrato professori delle nazioni coinvolte. Oltre a conoscerci e a prendere visione della scuola ospitante, abbiamo analizzato il progetto nel suo complesso, deciso i programmi di massima riguardo gli scambi futuri, elaborato aspetti importanti come ad esempio le modalità di valutazione degli interventi e di diffusione dei risultati attraverso la piattaforma E-Twinning ed un sito appositamente creato.

I partecipanti allo scambio

D: Passiamo ad aspetti più pratici: avete assaggiato qualche piatto tipico?

R: C’è abbondanza di piatti di pesce, salmone e aringhe. Uno dei cibi più insoliti è stato un prosciutto di pecora. Abbiamo assaggiato un buonissimo piatto a base di agnello, prugne e pancetta, tipico del periodo invernale e del Natale.

Alcuni cibi tipici

D: Com’è la città di Oslo?

R: Abbiamo avuto occasione di visitare la città in un periodo particolare, quello che precede il Natale e quindi c’erano addobbi e un bellissimo mercatino tradizionale.

Una via centrale di Oslo

La città si apre attorno al porto, che sin dall’antichità ha determinato la storia del popolo scandinavo.

Il porto di Oslo

Sul porto si specchia una modernissima Opera House, di vetro e acciaio.

Il teatro dell’Opera

Quello che più mi ha colpito e interessato, della città, è il museo delle navi vichinghe, che ospita due meravigliose navi di legno sopravvissute per secoli perché utilizzate come tombe per personaggi importanti e sotterrate nelle vicinanze di Oslo. Insieme alle navi, sono in esposizione interessantissimi reperti che costituivano il corredo funebre.

Museo delle navi vichinghe

Un’ultima curiosità: il famoso autore Edvard Munch era norvegese ed è morto ad Oslo nel 1944. Qui sono conservate quasi tutte le sue opere, tra cui il famoso “Urlo”.

La sala della Galleria Nazionale di Oslo che ospita “l’Urlo”

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