Di Repetti Mattia, Garrido Burgos Jean Luca, Piva Emma, Corilloclla Dylan e Zavattarelli Sara
26/11/2018
Martedì 23 Ottobre, noi della classe 2^A abbiamo conosciuto lo scrittore Matteo Corradini. Questo momento era stato anticipato dalla lettura di alcuni suoi libri, durante l’estate e nel primo periodo dell’anno scolastico. Ci siamo concentrati su “Annalilla”, “La pioggia porterà le violette di Maggio” e “Alfabeto Ebraico”.
Abbiamo lavorato sodo per riuscire a cogliere i dettagli dello stile e i contenuti dell’autore che la scorsa primavera ha vinto il premio Andersen per la letteratura. Così abbiamo voluto accoglierlo facendogli vedere il frutto delle nostre fatiche: una serie di booktrailer che avevamo creato per lui e che ha molto apprezzato.
Dopodiché, inizialmente emozionati ma poi subito a nostro agio dopo averlo conosciuto un po’ meglio, gli abbiamo fatto alcune domande. A dire il vero alcune risposte ci hanno lasciato un po’ sorpresi come scoprire che il libro “Annalilla” è stato ispirato dalla Bibbia (Genesi).
Per conoscere meglio il suo carattere, lo abbiamo posto di fronte a due opzioni e gli abbiamo chiesto di scegliere.
E questo è quello che abbiamo scoperto: tra torta e focaccia l’autore ha scelto focaccia, tra mare e montagna ha scelto montagna e tra estate e inverno, la scelta è caduta su estate. Tra notte e giorno ha scelto giorno e tra carne o pesce ha scelto carne. Un profilo davvero tradizionale!
In seguito siamo passati a intervistarlo sui suoi libri e lui ci ha risposto in questo modo:
D: I nomi delle protagoniste dei suoi libri sono stati ispirati da qualcosa oppure li ha inventati lei?
R: Per i nomi Annalilla e Clara mi sono ispirato a quelli delle mie due figlie che si chiamano così.
D: Come ha fatto ad trovare la giusta spinta per iniziare a scrivere i suoi libri?
R: Volevo scrivere un libro ambientato durante l’ultima settimana di scuola, un momento che conclude un ciclo e ne inizia un altro, così ho messo insieme due idee che mi giravano in testa e ho scritto “Annalilla” che è ambientato appunto nell’ultima settimana di scuola. Lo schema si basa su sette giorni, come quelli della Genesi.
D: Quali sono i libri che leggeva da ragazzo?
R: Classici basati sul mare come ad esempio “L’isola del tesoro” di cui da piccolo avevo anche creato uno spettacolo teatrale con i miei amici e facevamo finta di essere dei pirati. Ci divertivamo molto!
D: Cosa ne pensa delle autobiografie o dei racconti che parlano di se stessi?
R: Personalmente sono un tipo molto riservato e per raccontare di me preferisco usare lo stratagemma di mettere delle mie avventure successe realmente in racconti apparentemente inventati, senza far sapere agli altri che sono reali. Molti personaggi di “Annalilla” esistono veramente: ad esempio, Rombo l’ho incontrato recentemente a Borgonovo…
D: Quanto ci ha messo per scrivere il suo libri più lungo?
R: Per scrivere Annalilla ho impiegato cinque settimane. Vi rivelo un segreto: ho misurato il tempo usando delle candele! Ne accendevo una quando cominciavo a scrivere e la spegnevo quando finivo. Siccome sulle etichette, queste candele, hanno scritto il tempo di consumo, ho potuto tenere il conto dei giorni di lavoro impiegati.
D: Come è nata la passione per scrivere libri?
R: Alle medie scrivevo racconti, fumetti, creavo giochi da tavolo: scrivere la struttura di un gioco è molto simile a quella di un libro.
D: Le piaceva andare a scuola?
R: Alle elementari no, alle medie sì. Quando sono cresciuto volevo fare il giornalista. Ho studiato lingue orientali a Venezia ed ho imparato l’ebraico. Poi mi sono avvicinato alla storia degli Ebrei e alla Shoah e questi studi sono diventati il mio mestiere.
D: Nel libro “Annalilla” la protagonista si accorge di avere fatto un’esperienza che l’ha profondamente cambiata e fatta crescere. Quando si è accorto di essere diventato grande?
R: Nel 1985 quando è morto mio nonno, a cui ero molto vicino. Ci sono esperienze che fanno crescere e rimangono nei ricordi: quel giorno mia madre mi aveva preparato delle fragole e per me le fragole hanno sempre quel sapore malinconico…
L’intervista è stata molto divertente e interessante, non ci aspettavamo davvero che saremmo stati così a nostro agio con uno scrittore. Continueremo a leggere i suoi libri che consigliamo a tutti voi!
