La Grande Guerra, tutto quello che c’è da sapere in una conferenza a cura degli Alpini
Di Alessandra Infantino e Aicha Nadif
18/2/2019
Venerdì 30 Novembre 2018, le classi terze hanno incontrato una delegazione degli Alpini presso la biblioteca della scuola media “Giuseppe Mazzini” per approfondire alcuni aspetti della Prima Guerra Mondiale. Oltre alle informazioni che troviamo comunemente sui libri di storia, abbiamo potuto conoscere aspetti della vita di tutti i giorni in trincea, che ci sono state proposte con immagini e foto d’epoca molto efficaci fatte sul campo.

L’esperienza dei soldati semplici era molto dura, soprattutto di quelli in prima linea. Il cibo scarso, freddo, la carne veniva distribuita solamente il sabato e la domenica, poca l’acqua. Alcuni morirono di malattia, altri persero la ragione, altri subirono mutilazioni: la chirurgia plastica, infatti, nacque in quel periodo in Italia, perché a causa delle ferite di mine e granate, i visi dei soldati erano deturpati e molti medici riuscirono a rendere presentabili questi volti. Abbiamo approfondito gli argomenti dei sacrari e dei cimiteri della Grande Guerra, dei momenti più terribili come gli assalti e le ritirate, delle armi e delle figure più temute come i famosi “cecchini” scoprendo che questa parola nacque sulle Alpi, perché i soldati italiani avevano soprannominato l’imperatore Austriaco “Cecco”.

Dopo l’incontro con gli Alpini, alcune alunne della 3B hanno intervistato Alessandro Stragliati, capogruppo di Castel San Giovanni.
D: “Come vivevano i soldati durante la guerra, al fronte?”
R: “I soldati vissero in condizioni disastrose e vennero infettati da numerose malattie”
D: “Quale fu l’arma che fece più morti?”
R: “L’arma che fece più morti fu indubbiamente la granata, accompagnata dalle mine e dalla mitragliatrice”
D: “Quando nacque il corpo degli alpini?”
R: “Il corpo degli alpini nacque nel 1872”
D: “Che ruolo avevano le donne durante la Prima Guerra Mondiale?”
R: ” Le donne curavano i figli e portavano risorse, molte volte però, morirono mentre portavano la merce. Altre donne invece, istruite in medicina lavoravano come crocerossine. Altre andavano a lavorare al posto dei mariti in fabbrica.”
