di Elisa Panelli
18/4/2019
autore: Matteo Corradini
editore: Biblioteca Universale Rizzoli
Terezín, paese della Repubblica Ceca, nasce nel XVIII secolo, quando si decide di far costruire una piccola città-fortezza per proteggere Praga. Ma durante la Seconda Guerra Mondiale diventa un vero e proprio inferno, perché viene trasformato in campo di concentramento. Terezín però non viene modificata: le case, le strade e tutti gli edifici rimangono uguali. L’unica differenza è che ora al suo interno regnano solo violenza e tristezza e non vola più nemmeno una farfalla: ‘’le farfalle non volano nel ghetto’’. Tra le centinaia di migliaia di persone che vengono deportate a Terezín, c’è un gruppo di ragazzi che osservano, arrabbiati e stupiti, tutte le ingiustizie che accadono intorno a loro, per le strade, dove va in scena la tragedia degli ebrei perseguitati. Quando la rabbia aumenta e si trasforma in disperazione, hanno bisogno di sfogarsi, di trovare un modo per evadere, per rimanere esseri umani. Perciò decidono di riunirsi di nascosto ogni venerdì, attorno al semplice bagliore di una candela, per scambiarsi testi, disegni e poesie da inserire in ‘’Vedem’’, il loro giornale segreto. Ed è così che si forma una vera e propria redazione, di cui Petr Ginz è il capo. Tanti i ragazzi che lo aiutano: questo è l’unico momento in cui possono sentirsi liberi di esprimere le proprie idee, di sorridere, di vivere, alleggerire il peso del loro animo. Con “Vedem”, che significa “Avanguardia”, possono infrangere le regole disumane, contorte, sbagliate del campo, possono salire su di un missile e lasciare la terra, puntare verso la luna, verso la libertà, verso le stelle, quelle del cielo. Per questo giornalino rischiano tutto quanto, persino la propria vita, quando decidono di facilitare il lavoro accendendo una semplice lampadina, una piccola stella finalmente vicina…
Questo è un libro struggente ed emozionante che ci fa riflettere su come fosse difficile sopravvivere, perché non si può definire ‘’vivere’’ quello che facevano le persone in un campo di concentramento, private della libertà, della dignità e sottoposte a violenze continue. Eppure i ragazzi di “Vedem” lottavano per vivere, le loro anime come farfalle, fragili e preziose, le loro ali erano le pagine del giornalino. Scritto per non farci dimenticare che dietro i numeri ci sono persone, storie, speranze e i sogni che rendono le persone speciali permettendo loro di resistere senza perdere la loro umanità. Scritto anche per noi, oggi: quando ci dimentichiamo di vivere e rinunciamo a pensare ci rinchiudiamo in una prigione per uscire dalla quale, come le farfalle, dobbiamo spiegare le ali e puntare verso le stelle.
