di Sara Bololoi
10/03/2020
“Cara Kitty”,
così cominciano le pagine de “Il Diario” di Anne Frank: una testimonianza di resistenza alla Shoah, un esempio di coraggio, che ci fa ricordare e fare memoria. Era il 12 giugno 1942 quando per il suo tredicesimo compleanno Anne ricevette un diario, a quadri rossi e bianchi: da quel giorno racconterà ogni sua scoperta e piccola avventura, esprimerà i suoi sogni e desideri, si emozionerà e piangerà, crescerà insieme ad esso. Tra litigi fra mamma, papà e Margot, tra abbracci e bacetti assieme a Peter (il suo Petel), tra speranze e aspirazioni, Anne vivrà la sua adolescenza nella Casa sul retro. Tutto fino al 1^ agosto 1944, dopo il quale si hanno pochissime notizie di lei: verrà arrestata e deportata a Bergen-Belsen e morirà nel febbraio del 1945 di tifo.
Quando riceve il diario, decide di dedicarlo ad un’amica immaginaria di nome Kitty, alla quale racconterà giorno per giorno piccole storie che avvengono ne la Casa sul retro. Mi piace molto quando Anne parla di se stessa: quando racconta dei cambiamenti che avvengono dentro e fuori al suo corpo; agli occhi di tutti sembra la classica ragazzina solare, allegra e spensierata ma dentro è molto fragile, soffre, vorrebbe uscire all’aria aperta e godersi la vita invece deve rimanere rinchiusa per non farsi scoprire. Il suo diario e la passione per lo studio della letteratura e della storia saranno i suoi mezzi di sfogo, il piccolo segreto per non impazzire. Anne è una ragazzina vivace, con molti sogni, coltiverà una grande passione per la scrittura, da grande vorrebbe fare la giornalista oppure la scrittrice, è ancora indecisa, sa solo di volere lasciare un segno, diventare qualcuno per poter aiutare il mondo ed essere felice: aspirazione che si infrange a causa della crudeltà di alcune persone, che si credevano superiori a chiunque. A causa loro, Anne, non potrà mai diventare una giornalista o scrittrice, ma diventerà una testimone della Shoah e la sua storia verrà raccontata in tutto il mondo.
Prima di leggere il diario, sapevo poco di Anne Frank, solo informazioni vaghe, e dopo averlo letto mi sembra di essere entrata nel suo mondo. Questo “libro” bisogna leggerlo almeno una volta nella vita: ricco di significato e pieno di vita, una storia che merita di essere raccontata. Consiglio la lettura dai 13 anni in avanti, perché nonostante tutto è una storia complessa e, leggendolo in quel periodo, si potrebbero capire meglio i pensieri della ragazza.
Ricordatevi quello che Anne scrisse alla fine del diario: “Soit gentil et tiens courage!”
