Intervista all’assessore Federica Ferrari di Castel San Giovanni: un messaggio per i ragazzi delle scuole

Abbiamo intervistato a distanza il nostro assessore all’Istruzione per farci raccontare come vive questo difficile momento

a cura della redazione

14/3/2020

Ciao ragazzi,

innanzitutto mando a tutti voi un caro saluto. 

Apprezzo molto l’iniziativa della redazione del giornalino scolastico di seguire l’emergenza sanitaria in atto e di testimoniarla  attraverso i Vostri occhi, raccogliendo il punto di vista di altri cittadini castellani.

L’assessore Federica Ferrari con il sindaco Lucia Fontana

Rispondo alle domande che mi avete posto:

1.COME SI SENTE IN QUESTI GIORNI?

In questi giorni si vive una situazione surreale, sono state stravolte le nostre abitudini quotidiane sia a livello lavorativo che familiare. Ciò che si sente alla televisione e alla radio, e che si legge sui giornali e sui social, mi crea un po’ di ansia perché penso a come posso proteggere la salute delle persone a me più care, le mie figlie, i miei genitori anziani. La risposta è quella di seguire scrupolosamente tutte le indicazioni che vengono date dalla Sanità e dal Governo, con responsabilità e buon senso. Le mie preoccupazioni tuttavia non sono rivolte solo alla mia famiglia; come amministratore pubblico (sapete che sono Assessore comunale) sento anche la responsabilità di organizzare servizi in emergenza che possano essere d’aiuto alle persone più in difficoltà (anziani, disabili). Per questo sono quotidianamente impegnata a rimodulare i servizi già in essere per renderli idonei a fronteggiare l’emergenza, e a crearne di nuovi per affrontare i bisogni attuali.

A tarda sera, quando la giornata si sta concludendo, penso a ciò che ho fatto, se ho fatto bene e se posso ancora migliorare qualcosa perché ogni giorno è una nuova opportunità per fare  meglio.

2.C’E’ QUALCOSA CHE LE MANCA PARTICOLARMENTE?

La mia vita quotidiana è fatta di contatti diretti con le persone. Sia come avvocato (questa è la mia professione), sia come assessore comunale, incontro giornalmente tante persone con cui mi confronto e da cui raccolgo confidenze. Le relazioni interpersonali fanno parte della mia quotidianità e forse questa è la cosa che mi manca di più. Mi manca il contatto diretto con le persone, parlare loro guardandole negli occhi.

3.C’E’ QUALCOSA DI POSITIVO?

Due cose positive ci sono.

La prima è a livello personale. Il nostro “esilio” forzato mi da la possibilità di stare di più con la mia famiglia. Nonostante l’intensa attività lavorativa che mi trovo a svolgere anche da casa in questi giorni, c’è anche tempo per condividere momenti di vita familiare a cui abitualmente non possono dedicare tanto tempo ( fare i compiti con le mie figlie, preparare un pranzo un po’ più curato e non di corsa come al solito, aprire un cassetto ove erano stati riposti oggetti alla rinfusa per ridargli un po’ di ordine). Riassaporo quei gesti semplici e forse ovvi che la frenesia dei giorni abituali di lavoro non ci consente di mettere a fuoco.

La seconda è a livello pubblico. Come cittadino e amministratore comunale, vedo la  solidarietà di tanti cittadini che si mettono a disposizione delle persone anziane e disabili, chiedendo agli uffici comunali come possono aiutare e mettendosi a disposizione per i nuovi servizi che abbiamo attivato come la consegna della spesa e dei farmaci a domicilio. Percepisco poi la gratitudine di tutti verso i nostri medici e infermieri che si stanno prodigando per la nostra salute. 

Tutto questo conforta, è segno di una comunità viva e partecipe di cui dobbiamo essere orgogliosi di fare parte.

4.COSA VORREBBE DIRE AI RAGAZZI DELLE SCUOLE?

In questi giorni, a me come a molti, è tornato in mente l’11 settembre 2001 e la tragedia del crollo delle torri gemelle, ora come allora incollata alla TV per ascoltare le ultime notizie. Oggi, anche se chiusi in casa, siamo tutti testimoni di qualcosa che non dimenticheremo mai e che finirà nei libri di scuola perché è un momento straordinario della nostra storia umana, a livello internazionale, e ne avvertiamo la portata epocale. Ho letto oggi sul Corriere della Sera  questa bellissima frase “Quando la Storia arriva, bisogna cacciare fuori il coraggio ed esserne all’altezza”. Cosa significa? Significa che di questa Storia voi oggi ne siete parte, e quindi dovete avere il coraggio di fare la cosa giusta. In queste settimane di assenza da scuola non perdete il vostro tempo rimanendo spettatori di ciò che accade, non annegate le vostre giornate  nei videogiochi, o sui vostri smartphone, in chat infinite di messaggini con emoji e video esilaranti, non lasciate passare questi giorni come acqua che scorre e va, ma fate qualcosa di vero e concreto: mettete in pratica le vostre capacità e i vostri talenti. Leggete un libro che vi trasporterà in un mondo che in questo momento fisicamente non potete vivere dall’esterno, apprezzate le conversazioni  con i vostri genitori, fratelli e sorelle che di solito distrattamente affrontate, seguite la didattica on line dei Vostri insegnanti che stanno facendo sforzi inimmaginabili per giungere sino a Voi, perché, che ci crediate o no, anche a loro mancate e stanno lottando contro gli ostacoli che questo virus ci impone per arrivare fino a voi e fare quello che non è soltanto un lavoro ma la loro vocazione. Non lasciate che in futuro ripensando a questi giorni, vi venga in mente solo l’immagine di voi sprofondati sul divano davanti alla tv. La storia vi chiama. Siete pronti all’impresa?

Vi mando un grande abbraccio virtuale!

Federica Ferrari

 

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