Una Pasqua in quarantena

di Thomas Rapalli, Stefano Ratti, Giovanni Piombino, Davide Bergonzi

7/11/2020

È difficile a dirsi, ma questa sarà la nostra prima Pasqua in quarantena. Non sappiamo bene se il coniglio di Pasqua passerà a regalarci le nostre amate uova o se starà chiuso in casa, ma siamo sicuri di una cosa: sarà diversa rispetto agli anni passati. Non la passeremo con i nostri zii, cugini, nonni o amici (almeno non in carne ed ossa), ma a casa nostra con genitori e fratelli. Queste hanno tutta l’aria di essere premesse per una “terribile” Pasqua, ma magari possono essere uno spunto di riflessione per passare la Pasqua in modo alternativo. Sicuramente non ti sveglierai presto per andare a messa e potrai dormire fino a quando ne avrai voglia. Non dovrai aspettare l’arrivo dei tuoi parenti, ma potrai vederti con loro al computer in videochiamata. Potrai decidere cosa e quanto mangiare senza che tua nonna ti veda sciupato o ti chieda se hai mangiato (tanto la telecamera ingrassa). È lungo e stancante fare gli auguri a tutti (soprattutto se hai 7 zii e 18 cugini), ma grazie alla tecnologia potrai farlo semplicemente digitando sulla tastiera “Buona Pasqua”. In questa Pasqua prevarrà però anche un sentimento negativo: non potremo infatti uscire e avventurarci liberi nel mondo, ma saremo costretti a vivere questo momento di felicità, festa e raccoglimento reclusi come dei prigionieri nella nostra dimora, da soli o con poche persone. Perché possiamo aiutarci con la tecnologia quanto vogliamo, ma essa non potrà mai rimpiazzare del tutto la realtà. Come scritto sopra, dobbiamo comunque trovare un modo per rendere questa Pasqua bella a suo modo, nonostante le avversità:  non ci resta quindi nient’altro, se non augurarvi buona Pasqua in quarantena!IMMAGINE-BLOG-SC-2

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