Intervista im-possibile a… Galileo Galilei

Abbiamo intervistato il famoso padre della scienza moderna

Di Anna Elisa Guliciuc

27/2/2021

“Buongiorno! Buongiorno a tutti, e buongiorno anche a lei signor Galileo Galilei, è davvero un onore!”

“Buongiorno signorina! Sono molto felice di conoscerla, le devo dire che il vostro giornalino online mi garba molto, siete davvero molto bravi… anche a me sarebbe piaciuto avere questi mezzi, alla mia epoca!”
“Grazie, sono emozionata. Visto che è qui con noi, vorrei cogliere l’occasione per farle alcune domande.”
“Va bene, può procedere!”

D: La prima domanda che volevo porle è questa: perché non ha seguito la strada di suo padre? Le faccio questa domanda perché di solito nella vostra epoca, i figli seguono le orme del padre. Ma lei ha preso una strada totalmente diversa.
R: Come la gente sa, mio padre fu un bravissimo musicista e suonava il liuto; io adoro la musica ma mi sono appassionato moltissimo soprattutto alla matematica, all’astronomia e alla filosofia. Secondo me non si deve per forza seguire il percorso dei propri genitori, io amo aprire strade nuove.
D: Capisco, capisco. Mi piacerebbe saper come mai ha deciso di pubblicare la sua teoria che sostiene che è la terra a ruotare intorno al sole nonostante lei sapesse che queste parole contraddicevano la chiesa e le Sacre Scritture.
R: Ho deciso di pubblicare la mia teoria perché se fossi riuscito a convincere molte persone, se tutti avessero compreso l’importanza del mio lavoro pensavo che la chiesa non mi avrebbe condannato.
D: Ma alla fine lo ha fatto, purtroppo! Ora passiamo alla prossima domanda: come mai ha pensato di inventare il metodo scientifico?
R: Ho inventato il metodo scientifico perché prima, per studiare la natura, gli scienziati non utilizzavano gli esperimenti e quindi non potevano provare le loro teorie.
D: Scusi se la interrompo, potrebbe spiegarci anche in cosa consiste questo metodo? Per essere più precisa, ci può spiegare le fasi di questo metodo scientifico?
R: Certo! La prima fase è quella dell’osservazione: per iniziare si deve osservare bene un fenomeno e provare a descrivere quello che si è visto. Poi si deve creare un’ipotesi che spieghi ciò che si è osservato e studiato. Quindi c’è la sperimentazione e questa per me è la parte più interessante. Infine c’è la verifica, si deve provare se l’ipotesi è corretta altrimenti si deve rifare tutto da capo. Se invece è corretta, da quella ipotesi si trae la formula e si scrive una legge matematica.
D: Molto interessante, mi ha incuriosito. Un giorno penso che ci proverò. Riguardo a questo suo metodo,  provi a farci un esempio: ci può spiegare la legge del pendolo?
R: Va bene, va bene. Questa legge del pendolo l’ho concepita per la prima volta a messa mentre guardano un lampadario muoversi e dondolare (mi ero distratto, a voi non succede mai?). Comunque, osservando e sperimentando, ho scoperto che a parità di peso, la velocità di due pendoli dipende dalla loro lunghezza.

D: Ma è fantastico, non l’avrei mai detto, lei è davvero un genio, Galileo! Proseguiamo con domanda successiva: come si è sentito davanti al tribunale dell’Inquisizione? Ci può raccontare le emozioni che ha provato?
R: Sì, certo che posso, nonostante quell’esperienza mi abbia profondamente addolorato. Davanti a tutte quelle persone ho avuto timore, pensavo che da un momento all’altro mi avrebbero ucciso ma allo stesso tempo sapevo di avere ragione. Quando mi hanno fatto leggere la dichiarazione per negare i miei studi, quasi quasi non riuscivo a parlare e sudavo. E’ stato un bruttissimo momento. So che solo ai vostri giorni sono stato riabilitato, mi fa piacere.
D: Deve essere stato un momento tremendo, lo è per noi che non l’abbiamo vissuto! Passiamo ad una domanda meno triste: quando era giovane, le piaceva qualche sport?

R: Sì, mi piaceva muovermi. Di solito giocavo con gli altri bambini a palla, per esempio, calciandola o buttandola con le mani e osservavo dove finissero i rimbalzi, le traiettorie… altre volte facevo le gare di corsa; andavo a Firenze a guardare le partite di calcio fiorentino, davvero bei tempi…
D: Posso capirla, da piccola giocavo a palla e mi divertivo molto. Ma ora passiamo ad un’ultima domanda che mi incuriosisce molto: qual è la sua invenzione preferita? In questo caso penso che ci sia l’imbarazzo della scelta…

R: In realtà ho un’invenzione preferita: il telescopio! Anche se ho preso spunto dagli olandesi, io ho migliorato questo oggetto, facendone un telescopio. E con il telescopio sono stato il primo a vedere la luna come è in realtà: sono davvero orgoglioso di questa invenzione!
D: Anche tutti noi lo siamo di lei! La ringraziamo molto per essere stato con noi!

R: E’ stato un piacere! E adesso che abbiamo finito, mi può dire qualcosa di questa famosa rete, di internet…

D: Certo, ora le spiego!

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