Intervista al Prof. Paolo Beghi

di Emma Muharemovic e Carlotta Palmieri

14/4/2021

Oggi vogliamo presentarvi un altro Prof. della nostra scuola, nonché sportivo, Paolo Beghi.

D: Come e quando ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello sport?

R: Ho cominciato all’età di 8 anni, quando ho visto una partita della nazionale italiana, con in porta Walter Zenga; da quel momento è nato in me l’amore per il ruolo da portiere, che ho ricoperto fino ai 28 anni da professionista e semi-professionista. Ho poi continuato a giocare a calcio fino ai 35 anni, ma non ho mai smesso di praticare sport e di cercare di trasmettere questa mia grande passione anche ai ragazzi più giovani… anche a 39 anni si può imparare ancora molto e cerco sempre di evolvermi e migliorarmi.


D: Quali sono stati il momento piú bello e quello piú brutto della sua carriera?

R: Il momento più bello è sicuramente legato al passaggio dal calcio dilettantistico a quello professionistico: avevo 17 anni e mi sono trovato a vivere un’esperienza indimenticabile, anche perché mi ha permesso di incontrare molti giocatori di serie A e di misurarmi con i migliori. Quello più brutto, invece, si è verificato quando avevo 24 anni: ho subito un grave infortunio, con la lesione dei legamenti della spalla sinistra; in quel momento ero quasi sicuro che non sarei più tornato a giocare, ma per fortuna accadde il contrario e ho vinto ancora molti campionati! Nel frattempo non ho mai lasciato l’ambiente del fitness, che a oggi risulta essere il mio lavoro principale. Ho la fortuna di collaborare con marchi importanti come Technogym e Nike, che ogni mese mi danno la possibilità di partecipare a corsi di formazione e conoscere persone importanti nell’ambito del fitness.

D: Nel suo tempo libero, al di fuori del mondo sportivo, coltiva altre passioni?

R: Sì, ad esempio da pochi anni ho iniziato ad essere appassionato di arte contemporanea, mentre il mio hobby preferito è la cucina. 

D: Da quanto tempo insegna?

R: Svolgo questa professione ormai da diversi anni. Ho iniziato alle elementari e poi sono passato alla scuola secondaria.

D: Ritiene che lo sport nell’ambiente scolastico abbia sufficiente spazio oppure no?

R: Lo sport dovrebbe essere potenziato maggiormente; soprattutto in questa situazione di Covid mi pare che sia stato molto penalizzato, quando invece l’esercizio fisico è un vero farmaco salvavita e ha innumerevoli benefici sul nostro organismo e sul nostro umore. Inoltre, oggi che siamo nell’era del digitale, aiuta a sviluppare la manualità e la coordinazione, sempre più deficitarie nei ragazzi.

D: Lei e altri professori avete organizzato l’attività sportiva pomeridiana con l’intento di distrarre i ragazzi dal mondo tecnologico?

R: Sì, per fortuna il prof. Manfredi ha organizzato diverse attività pomeridiane, dando la possibilità a tutti di muoversi e far passare la noia che c’è nei pomeriggi chiusi in casa. Io collaboro sempre volentieri, è il mio mondo!

D: Ha trovato un modo originale per sostenere lo sport in questo periodo sia all’interno che al di fuori della scuola?

R: Nell’ambiente scolastico sono state organizzate le camminate sostitutive dell’ora di motoria; invece al di fuori lavoro come personal trainer su skype e zoom, con live personalizzate o di gruppo.

D: All’interno della sua famiglia c’è qualcun altro che ha il suo stesso interesse verso lo sport? 

R: Sì, ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia di sportivi: mio padre è stato professore di educazione fisica, mentre mio fratello Gianluca è un fortissimo tennista, conosciuto a livello internazionale, essendo il 1700esimo del mondo (classifica ATP).

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