“La Voce dell’Olubra” compie 10 anni!

Abbiamo intervistato uno dei primi giornalisti della nostra testata

di Alice Bollani

4/5/2021

Per festeggiare il decimo compleanno del nostro giornale online, abbiamo intervistato Lorenzo Piva, che era presente nel momento della sua inaugurazione e che si occupava, da vicedirettore, degli aspetti tecnici.

Nel 2016 il nostro giornalino riceve il premio “Giornalista per un giorno”

Buongiorno Lorenzo, prova a descriverti con tre aggettivi.

R: Non sono molto bravo a descrivermi, ma ci provo: introverso, testardo e abitudinario.

D: Dopo le medie a Castel San Giovanni, quali studi hai fatto?

R: Dopo le medie ho frequentato il Liceo “Colombini” di Piacenza (più precisamente l’indirizzo Scientifico opzione Scienze Applicate). Successivamente ho studiato Filosofia presso l’Università di Pavia.

la precedente veste grafica del giornalino

D: Hai continuato ad interessarti di giornalismo?

R: Nì: non ho più fatto parte di alcuna redazione, ma ho frequentato alcuni laboratori di giornalismo organizzati dalla Consulta Provinciale degli Studenti in collaborazione con Libera. In quarta superiore ho inoltre svolto uno stage di una settimana presso un quotidiano online del piacentino.

D: Sai già in che settore ti piacerebbe lavorare?

R: Mi piacerebbe dedicarmi all’insegnamento di Filosofia e Storia presso i Licei.

D: Che studi e che lavoro pensavi di fare quando eri piccolo?

R: Quando si è piccolǝ si tende a spaziare molto, non è vero? Credo di aver cambiato almeno tre o quattro volte. Mi è sempre rimasto impresso un periodo in cui volevo diventare vulcanologo.

D: Sappiamo che sei un collaboratore dell’Associazione “Libera, nomi e numeri contro le mafie”, ti abbiamo anche incontrato nelle nostre classi all’interno del progetto sulla Legalità. Quando e come ti sei avvicinato a questa associazione?

R: Ho iniziato a collaborare con Libera nel 2016 come militante dell’Unione degli Studenti di Piacenza, un sindacato studentesco all’epoca attivo sul territorio. I temi dell’antimafia e della giustizia sociale mi sono sempre interessati molto, quindi ho colto la palla al balzo.

I nostri giornalisti al Meeting provinciale “Giornaliamo”

D: Quali personaggi dell’attualità o della storia sono di ispirazione per la tua vita?

R: Mi perdonerete se, da studente di Filosofia, vi rispondo con un paio di nomi di pensatori che mi hanno influenzato: Antonio Gramsci e Mark Fisher. Spaziando un po’ di più, invece, ho sempre trovato interessanti le vite di Gerda Taro e Robert Capa, due fotoreporter di guerra che hanno documentato, ad esempio, la Guerra civile spagnola e la Seconda guerra mondiale.

D: Se potessi risolvere un grande problema, quale sceglieresti?

R: Abolirei le disuguaglianze, per fare in modo che tuttǝ possano essere liberǝ di determinare la propria vita come meglio credono. Non è forse questo il più alto grado di libertà a cui possiamo aspirare?

D: Se potessi proporre una legge che tutti devono rispettare, quale sceglieresti?

R: Questa è una bella domanda. Probabilmente proporrei una legge che porti alla scomparsa delle discriminazioni di ogni tipo. Visto che prima parlavamo di diseguaglianze, mi piacerebbe anche scrivere una norma che faccia in modo, per usare una citazione più o meno famosa, «di portare avanti tuttǝ coloro che sono natǝ indietro».

D: Hai un sogno nel cassetto?

R: Dipende: a livello globale o a livello personale? Nel primo caso sì, diversi; nel secondo invece non so dare una risposta precisa ora come ora.

D: Quali sono le tre cose essenziali per la vita, secondo te?

R: Me ne vengono in mente due: la solidarietà, non solo materiale ma anche ideale; e l’empatia, ovvero la capacità di mettersi nei panni dell’altrǝ.

D: Un libro da consigliare ai nostri lettori.

R: “Le città invisibili” di Italo Calvino. Al di là della bellezza incredibile di questo libro, è un bel modo per iniziare a riflettere sulla nostra relazione con le città in cui viviamo.

D: Un consiglio che daresti ai giovani giornalisti che iniziano adesso il loro percorso.

R: Mi dispiace concludere con una banalità, ma non mi viene in mente niente di meglio: non abbiate paura di far sentire la vostra voce.

Grazie Lorenzo, accogliamo il tuo suggerimento. Facciamo ancora tanti auguri al nostro giornalino e… se volete sentire la nostra voce, leggete “La voce dell’Olubra”!

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