di Diego Barilati e Luca Dantoni
3/2/2022
Nella nostra classe, la 2 A, abbiamo provato a fare un esercizio di scrittura un po’ particolare: una pagina di diario ambientata in una lontana epoca storica. Noi ci siamo messi nei panni di un sacerdote Inca, che vede arrivare l’esercito dei conquistadores spagnoli in Perù, a Cajamarca, il 24/9/1532. Buona lettura!

Caro diario,
Tutti i giorni mi affaccio dalla piccola apertura della mia tenda… mi piace rilassarmi osservando i pappagalli che volano liberi nel cielo sopra di me. Qualche minuto fa, improvvisamente, ho sentito un fortissimo boato, sembrava che la terra sotto di me tremasse, si sentivano urla di disperazione e d’aiuto. Stavo sistemando la legna da ardere per il falò, per poi scaldarmi al tepore del fuoco. Mi ero appena svegliato e, preoccupato della situazione, mi sono diretto verso il centro dell’accampamento dove mi sono visto schizzare da parte uno strano proiettile… per poco non mi colpiva. Non ho mai avuto così tanta paura: inizialmente ho provato a correre cercando un riparo, per terra c’erano corpi sanguinanti e alcuni senza vita. Ad un tratto, un soldato armato mi è passato davanti, per poco mi uccideva, ma fortunatamente un caro amico mi ha salvato la vita colpendo il soldato al fianco, atterrandolo. Dopo averlo ringraziato del gesto, ho ricominciato a correre dirigendomi verso la prima tenda che ho trovato ed è proprio lì che sono ora. In questo momento nella tenda siamo in tre, con noi c’è un ferito che stiamo cercando di medicare; nella gamba destra ha conficcata una punta di coltello mentre nella mano un proiettile di fucile. La tenda è tutta strappata e da uno spiraglio possiamo controllare la situazione. L’esercito Inca sta combattendo con i conquistadores spagnoli che sono in maggioranza e anche più organizzati, hanno armi potenti che riproducono il rombo del tuono. Hanno strane cavalcature, grandi e paurose, animali mai visti. Qualcuno parlava di divinità scese in terra, non ci credevo ma ora ho qualche dubbio. Sono superiori ai nostri guerrieri, presi di sorpresa: nessuno del nostro villaggio si aspettava un attacco del genere, sferrato nel bel mezzo di una tranquilla mattinata. Ogni volta che un fucile spara, il nostro cuore si ferma e sotto si sente un urlo; io tremo dalla paura, tutti noi stiamo cercando di salvarci, alcuni stanno cercando di uscire dall’accampamento mentre altri fanno come me, si nascondono. Non so se riusciremo a sopravvivere a questo attacco, qualche mese fa siamo usciti vittoriosi dalla battaglia civile contro il nostro imperatore… ma questa volta ho paura di non sopravvivere. Adesso devo andare, qualcuno sta sparando contro la nostra tenda e dobbiamo scappare, non ho più tempo per scrivere. Spero di averne ancora in futuro…