Una pagina di diario… dalla Milano della peste

di Denis Varga

17/2/2022

Milano, 8/01/1630  

Caro diario, ormai sono passati due anni da quando è iniziata l’epidemia di peste e mi è difficile dire di avere almeno un briciolo di fiducia che il mondo ci possa riservare anche buone notizie. Ogni giorno mi passano davanti agli occhi tonnellate di nomi di persone morte a causa di questa malattia, mentre vado a lavorare negli ospedali dove si prova a trovare una cura per la guarigione di questa povera gente. La mia mente è assillata giorno e notte dalle grida di dolore di coloro che scoprono che i loro cari non ci sono più; immagini atroci attraversano e disturbano i miei sogni: neanche la notte posso sentirmi al sicuro nel mio letto, a casa mia. Non è colpa dei miei pazienti se mi sento così demoralizzato, il fatto è che negli ultimi periodi l’unica cosa a cui penso è di come è stato bello avere accanto una famiglia così bella, come erano colorate le mie giornate prima che il mostro della peste le portasse via. Purtroppo tutta la felicità è svanita in meno di mezzo anno e tanto è stato il dolore che ho provato, ma mi sono fatto coraggio e mi sono promesso che avrei aiutato con tutta la mia forza d’animo coloro che si trovavano nella mia stessa situazione. Il problema, però, ora è che tutta quella forza non ce l’ho più, non riesco più ad osservare tanta tristezza ogni giorno e anche io ormai sono vecchio, mi affatico molto, non dormo e non mangio, non ho neanche un amico a parte te, caro diario. Ma ho preso una decisione: inizierò una serie di ricerche per trovare una cura alla peste. Sono un erborista e sto studiando erbe, minerali, spezie per produrre vari tipi di medicine. Uso una maschera particolare, con un becco che contiene essenze che non mi faranno ammalare. Indosso lunghi guanti e un cappotto che arriva fino ai piedi. Con le mie conoscenze penso proprio che potrò arrivare a dei risultati positivi. Per oggi è tutto diario mio, grazie per ascoltarmi sempre con molta pazienza . Appena avrò novità, sarai il primo a cui scriverò. 

Il tuo Denis.

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