di Adele Gennai e Alessia Mozzi
9/3/2022
Buongiorno Professoressa Ludovica Chiesa, di lei conosciamo solo nome e cognome e la materia che ci insegna. Vorremmo farle alcune domande per saperne di più. Iniziamo!
D: Tre aggettivi per definirsi
R: Mi definisco sensibile, doverosa e disponibile.
D: Quali studi ha fatto?
R: Ho fatto la scuola elementare e la scuola media qui a Castel san Giovanni; poi ho frequentato il Liceo classico europeo al Gioia di Piacenza; poi il corso universitario Triennale di lettere classiche a Milano e adesso sto frequentando il corso universitario Magistrale di filologia moderna, sempre a Milano.

D: Quando e perché ha scelto di diventare insegnante?
R: L’insegnamento mi ha sempre attirata fin da piccola. Poi, mentre facevo l’Università mi sono appassionata anche ad altre cose. Quando mi si è presentata la possibilità, mi ha fatto molto piacere accettare l’incarico come professoressa, anche perché è un’esperienza da cui si impara molto. Essendo ancora all’Università però, vedo comunque i miei insegnanti che spiegano le varie lezioni, e quando sono io invece che devo spiegare a voi, ho spesso paura di non riuscire a spiegare in modo che tutti riescano a capire.
D: Abbiamo iniziato a frequentare le sue lezioni in DAD. Cosa pensa riguardo le differenze tra DAD e scuola in presenza?
R: La DAD si è subito presentata una validissima alternativa nel momento in cui non si poteva fare altro, ma per le scuole medie e le scuole elementari è molto importante poter interfacciarsi con gli altri, più di altre scuole. Già alle scuole superiori e all’Università, essendo più grandi, si può sopportare la situazione molto di più, e la DAD non crea grandi problemi come invece ai bambini e ai ragazzi come voi.
D: Se potesse insegnare un’altra materia per un giorno, quale sarebbe e perché?
R: Mi piacerebbe insegnare scienze, perché quando andavo alle scuole medie, ricordo che la professoressa Ricci mi appassionava quando spiegava questa materia. Vorrei avere la possibilità di insegnare scienze per appassionare anche gli altri.
D: Quale invece non vorrebbe mai insegnare?
R: Educazione fisica, anche perché siete tutti più alti di me, e non sono adatta per una materia come motoria.
D: Un mondo senza la sua materia, secondo lei, come sarebbe?
R: Penso che un mondo senza la mia materia sarebbe un mondo molto chiuso; un mondo dove non c’è spazio per combattere disparità e disuguaglianze, cioè un mondo cupo e quadrato.
D: Se potesse risolvere un grande problema nel mondo, quale sarebbe?
R: Vorrei rallentare il surriscaldamento globale, perché penso sia uno dei problemi più grandi che dobbiamo affrontare ora. Penso che sia giusto anche introdurre una dieta vegetariana per tutti perché può essere un fattore che aiuterebbe nel combattere il problema del clima.
D: Cosa apprezza e non apprezza del suo lavoro?
R: La cosa che apprezzo di più è il fatto di avere l’opportunità di mettersi alla prova. Essendo infatti ancora all’università, ho la possibilità di poter passare da davanti a dietro la cattedra. La cosa che apprezzo di meno è dare dei giudizi: non mi piace dare voti bassi, ma sono sicuramente giusti, anche perché servono per spronarvi e invitarvi a fare meglio.
D: Il suo sogno più grande?
R: Vorrei essere felice e soddisfatta. Vorrei trovare qualcosa che mi renda felice, sia a livello personale sia per quello lavorativo. Vorrei trovare una strada che non mi faccia rimpiangere di alcune scelte, ma che mi faccia arrivare alla fine soddisfatta; vorrei trovare la pace con me stessa. Questo è il mio sogno più grande.
La ringraziamo per la collaborazione e la disponibilità. Alla prossima!