Cosa potrebbe succedere “In una notte di temporale”?

Di Rachele Bertoni e Carolina Rebecchi

3/4/2023

Nella nostra classe, la prima A, abbiamo letto un libro “In una notte di temporale” dell’autore giapponese Yuichi Kimura. E’ un piccolo libro, breve, che racconta una favola che ha come protagonisti una capra e  un lupo che, durante una buia notte di temporale, si rifugiano entrambi in una capanna, al buio. Non si vedono in faccia e quindi non pensano di essere tanto diversi; iniziano a conversare e, pensando di avere vicino a se’ un proprio simile, scoprono che hanno tante cose in comune. Finito il temporale, decidono che devono rivedersi e si danno appuntamento nello stesso luogo il giorno dopo, alla luce del giorno. Si riconosceranno dalla parola d’ordine “In una notte di temporale”. A questo punto il libro si interrompe e lascia a noi lettori immaginare cosa potrebbe essere successo la mattina dopo tra il lupo e la capra. Saranno riusciti a superare i pregiudizi e le differenze e a ricordare tutte le cose che hanno in comune? Abbiamo provato a immaginare un finale per questa storia…

La mattina dopo, a mezzogiorno preciso, una piccola capretta si recò nella piana sperduta vicino alla capanna dove si era rifugiata la notte precedente. Mentre ripensava all’avventura passata, si avvicinò alla capanna ma una folata di vento fece cadere qualcosa dal tetto. Era un barattolo di vernice nera: la povera capra si imbrattò tutta di nero. La capra si accorse che qualcosa le era caduta sulla testa ma non di essersi dipinta di nero. Nel frattempo, il lupo, un po’ ritardatario, stava andando all’appuntamento e sulla strada incontrò un mulino. Un sacco di farina, a causa del vento, si aprì e creò una fitta nebbia che avvolse il lupo. Questo, pensando che fosse solo nebbia passeggera, la attraversò e non si accorse che era diventato bianco. Arrivato al punto di incontro vide la capra e pensò: ”Wow, che lupo dal magnifico mantello! Peccato che sia un po’ bassottino”. E la capra, quando vide il lupo pensò: ”Che fantastica capra! Alta e slanciata, peccato che non abbia le corna e quel muso lungo…” “Ciao”, disse il lupo “Buongiorno”, disse la capra. “Andiamo in cerca di cibo?” propose il lupo. “Certo”, rispose la capra. “Qui c’è poca erba secca, le capre la preferiscono verde e fresca”. Il lupo pensò: ”Intelligente, le capre preferiscono l’erba brillante così ne troveremo una e ci faremo una bella scorpacciata!” Cammina, cammina videro un’enorme cascata. “Ti va di giocare a chi arriva primo all’altra parte?” chiese il lupo. “Certo” rispose la capra. Tracciarono la linea di partenza: “3,2,1 …” disse la capra: “Via!” urlò il lupo slanciandosi sotto la cascata.

Quando arrivarono alla riva, il lupo e la capretta si guardarono e fu per loro una grande sorpresa: alla capretta si era lavata via la vernice e al lupo la farina era sparita. La capretta iniziò a correre ma il lupo le disse: “Capra, fermati, non ti mangerò, ho capito che abbiamo tante cose in comune, magari questa amicizia può funzionare!” La capra rispose: “Se vuoi che accetti questa amicizia, tu dovrai smettere di mangiare carne di capra!” Il lupo non era d’accordo con la capra e disse: “Allora cosa mangerò?”  La capra raccolse una fragola e disse al lupo di provarla. Il lupo, svogliato, assaggiò la fragola e scoprì la sua bontà. Da allora, il lupo ebbe una nuova amica e una nuova dieta!

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