Abbiamo lavorato con il fotografo Massimo Bersani

a cura della redazione

17/4/2023

Il fotografo Massimo Bersani è molto famoso nel nostro paese per la sua bravura e creatività. Sul suo sito scrive: “Quando scatto una foto cerco di sentirmi come un foglio bianco, come una pagina su cui narrare storie, senza preconcetto e non senza un briciolo di ironia, pronto a captare le emozioni che mi vengono trasmesse”.

Gli incontri che abbiamo fatto con lui sono stati molto interessanti, diversi dalle lezioni tradizionali: Bersani si è dimostrato molto anticonformista, attento ai dettagli ma anche a capire le diverse personalità dei ragazzi, le loro emozioni. Ci ha proposto un esercizio: fotografare un oggetto in tre versioni: in modo neutro e didascalico, in modo positivo, felice e in modo negativo, triste. La nostra redazione ci ha provato ed ha proposto i suoi lavori all’esperto che ci ha dato utili suggerimenti per migliorare le nostre foto, ad esempio, facendo attenzione all’inquadratura, ad eliminare il superfluo che disturba.

Abbiamo anche provato a raccontare qualche storia con le nostre foto. Gli abbiamo infine posto qualche domanda riguardo la nostra attività di giornalisti e riguardo a nostre curiosità. Ecco le sue risposte.

D: Le domande che ci poniamo quando raccontiamo una notizia con un articolo di giornale, valgono anche per le storie che le foto raccontano? Ci riferiamo alle famose “5 W” del giornalismo.

R: Sì, quasi tutte vanno bene. Vediamole: se guardando una foto comprendo “quando” è stata scattata, significa che mi fa capire il tempo, la stagione, il periodo storico della vicenda; nella foto, la domanda “Chi?” rimanda al soggetto, che deve essere chiaro e differenziarsi dallo sfondo; il “dove”, nella foto,richiama  l’ambiente, il paesaggio; la domanda “Cosa?” si riferisce  all’evento, a cosa è successo e che sto raccontando e infine, il “perché”, è un po’ difficile con la foto, è il senso della foto, il suo messaggio.

Una storia con una foto: “I fotografi fotografati”

Quando si decide di fare una foto, vanno inseriti gli elementi che vogliamo valorizzare e ci devono essere gli elementi che ti permettono di capire cosa sta succedendo.

D: Una difficoltà da superare per fare fotografie

R: Nella fotografia serve sempre un contatto umano. Se ho disagio nel fotografare, mi nascondo dietro alla macchina. Il soggetto vede questo come un rifiuto quindi non si instaura un contatto. Il contatto deve trasmettere sicurezza, altrimenti tutti sono a disagio. Fare foto alle persone può trasmettere disagio e quindi ci serve equilibrio.

D: Quali sono le caratteristiche del ritratto fotografico?

R: Fare un ritratto fotografico significa creare un’immagine che racconta una persona.

Il ritratto è consapevole. Se si fa un ritratto deve essere chiaro a chi guarda che la persona fotografata ha posato per il ritratto. 

Preferisco che il soggetto guardi in macchina, così si è certi che è un ritratto. La gente si fa fotografare per egocentrismo, per ricordare un momento particolare, per molti motivi e sta alla sensibilità del fotografo metterla a proprio agio e a cogliere gli aspetti del soggetto che possono valorizzarlo.

Una storia con una foto: “La neve di fiori” di Rachele Bertoni

D: Il fotoritocco: un bene o un male per la fotografia?

R: Siccome lo strumento che usiamo  non è perfetto ma limitato, sono ammessi i miglioramenti tecnici dello strumento: se il ritocco aggiunge elementi che lo strumento tecnico non può cogliere, quello non è ritocco.

Il problema è quando, oggi, molta gente “toglie” elementi, cambia il senso delle cose, falsa la realtà e perfino l’età… questo è un problema.

Una storia con una foto: “Un’amicizia che non si scioglierà mai” di Carlotta Liberali

D: Ci segnali qualche fotografo da tenere d’occhio.

R: Franco Fontana e Luigi Ghirri, che fotografano paesaggi ma in modo molto diverso e che potete confrontare e, se volete vedere i lavori di un grande comunicatore e creativo, guardate le opere di Oliviero Toscani.
Abbiamo ringraziato Massimo Bersani per la disponibilità, speriamo di poterlo incontrare di nuovo presto per nuovi spunti e suggerimenti!

Una storia con una foto: “L’urlo del muro”

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