di Carlotta Liberali e Rachele Bertoni
17/4/2023
Venerdì 31 marzo, noi della classe 1A siamo partiti dalla nostra scuola per un’uscita particolare: dovevamo raggiungere la sponda del fiume Po. Già da tempo stavamo lavorando in classe sul grande fiume italiano, per scoprirne le caratteristiche, gli aspetti geografici e storici. La nostra classe, infatti, ha aderito ad un progetto “Divento un PO GRANDE” proposto dall’autorità di gestione della riserva MAB UNESCO “Po Grande” (https://www.pogrande.it/divento-un-po-grande/). Sì, perché molti non lo sanno ma il tratto del “nostro” Po è diventato una riserva della biosfera UNESCO da qualche anno. Così, abbiamo deciso che, dopo averlo studiato, dovevamo andare a vederlo e a conoscerlo di persona, il Po.

Quindi, alle 8:00 del giorno 31 marzo, eravamo in classe pronti per partire; dopo aver fatto l’ appello e aver preso le mappe del territorio che avremmo percorso, già preparate e spiegate, abbiamo lasciato, con la prof Antoniotti e la prof. Cesena la scuola, carichi e pieni di energie. Quando siamo arrivati alla chiesa di San Rocco, la prof. Antoniotti ci ha fatto notare, che dove al giorno d’oggi c’è un parcheggio, una volta era presente un ponte dove scorreva il torrente Lora (oggi incanalato in condutture sotterranee). Qui era sorto l’antico centro di Olubra, l’origine del nostro paese e qui cominciava l’antica strada per il Po che per secoli i mercanti e i pellegrini, ma anche i soldati avevano percorso.
Siamo passati vicino al campo scout, oltrepassando la ferrovia e la prima tappa del nostro viaggio è stato un giovane noce, poco distante, dove abbiamo iniziato a scattare le foto al paesaggio utilizzando delle cornici di cartone che ci servivano per meglio inquadrare quello che vedevamo.

Dopo aver percorso un tratto di strada, siamo arrivati alla nostra seconda tappa vicino a Casa Olmo, un’ antica e importante curtis che, nel Medioevo, veniva contesa tra Piacentini e Pavesi. La nostra terza tappa è stata Berlasco dove abbiamo trovato, vicino ad una casa abbandonata, dei fiori di pesco, segno della primavera, che erano talmente belli che si sono meritati tante foto. Inoltre, Davide (un nostro compagno) ha trovato un quadrifoglio! Un segno di buona fortuna. A Berlasco è presente un’azienda agricola che, oltre alla coltivazione si dedica anche all’allevamento, infatti abbiamo visto delle mucche e le stalle.

Dopo alcuni chilometri, attraversando il cavalcavia dell’autostrada, abbiamo oltrepassato il confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna (ma era anche un confine provinciale, tra Piacenza e Pavia). Ancora alcuni passi e siamo arrivati a Parpanese. Lì abbiamo incontrato un esperto del fiume Po: il professore Pietro Dallagiovanna che ha studiato l’ambiente del Po all’università ed ha vissuto per un certo periodo a Parpanese. Ci ha parlato della fauna del Po, in particolare degli uccelli presenti: garzette, aironi ma anche ibis e cormorani, arrivati da pochi anni. Manca da tempo invece, il martin pescatore, un piccolo uccello che si ciba di pesci che si trovano lungo la riva dei fiumi.


A questo punto, abbiamo seguito la riva del Po fino allo Chalet del gallo.
Una volta arrivati a destinazione, ci hanno accolto la nostra sindaca Lucia Fontana, l’assesora all’istruzione Federica Ferrari, il proprietario dello chalet Giovanni Repetti e una giornalista della Libertà, Mariangela Milani. Il signor Repetti ci ha spiegato com’era un tempo il fiume Po quando lui era un ragazzino: c’era MOLTA più acqua, c’erano spiagge alle quali veniva un sacco di gente d’estate tanto che sembrava di essere a Rimini; adesso la spiaggia non c’è più perchè la sabbia è stata usata per fare l’autostrada.


Siamo scesi lungo un piccolo sentiero dalla riva fino all’acqua del Po dove si sentiva lo sciabordio della corrente e un piacevole odore di umido.



Quando siamo risaliti, il sig. Repetti ci ha accolto con una fantastica merenda: c’era la coppa, la focaccia e la pizza.



Quando è finita la sosta, sia il sig. Repetti sia il sindaco ci hanno raccontato delle diverse piene del Po, tra cui quella del 2000 e quella del 2016. Dopo la merenda e qualche foto, abbiamo iniziato la strada del ritorno: a Parpanese il prof. Dallagiovanna ci ha fatto notare la foce del fiume Carogna. Dopo altre spiegazioni e i saluti del congedo, siamo ripartiti verso la scuola. Se all’andata abbiamo osservato i paesaggi, questa volta invece siamo stati più attenti alle vegetazione. Con un’APP che si chiama “Plant Net” abbiamo scoperto il nome di tanti fiori, arbusti e erbe che crescevano lungo i fossi. Arrivati al ponte della ferrovia, rieccoci a Castel San Giovanni.
La giornata è volata. Facendo questa entusiasmante camminata abbiamo potuto chiacchierare, rilassarci e fare movimento, ma soprattutto abbiamo potuto capire che, anche se alcune volte bisogna per forza abbandonare una casa, la propria città o un giocattolo preferito, la memoria non si abbandona mai! Inoltre abbiamo capito che il territorio è nelle nostre mani e il suo destino dipende da noi. Il nostro compito, da oggi, è valorizzare la zona della golena del Po che abbiamo visitato e che non dovrà essere mai più abbandonato!