di Carlotta Codazzi
8/5/2023
Oggi intervistiamo il prof. Lupetto, insegnante di lettere nella nostra scuola.
D- Si definisca con tre aggettivi.
– Curioso, volenteroso, affabile.
D- Una cosa che le fa paura.

R- La guerra.
D- Un suo sogno nel cassetto…
R- Comprare una casa a mia madre.
D- com’è il suo rapporto con gli studenti?
R- Armonioso
D- Perché ha scelto di fare il prof.?
R- Ho scelto di insegnare perché la scuola è stata il ponte verso la spensieratezza. Lo stare con i compagni di classe, ascoltare le spiegazioni dei miei insegnanti… Imparare a imparare mi ha permesso di conoscere racconti e storie di altri tempi. La scuola mi ha aiutato a venir fuori da un contesto socio-culturale difficile e cogliere il bello delle diversità. È quello che cerco di insegnare ai miei alunni, oltre qualsiasi contenuto disciplinare: essere se stessi nel rispetto degli altri.
D- Come si vede tra 20 anni?
R- Preside di una qualche scuola.
D- Quale lavoro avrebbe voluto fare da piccolo?
R- Quello che faccio.

D- Che tipo di studente era?
R- Ricordo che ero uno studente attento, concentrato. Anche “sfacciato”: non esitavo a interrompere la lezione e chiedere al professore di turno un’ulteriore spiegazione qualora non avessi capito bene i concetti. A casa studiavo senza complicazioni. Mi sono reso conto che imparavo molto in classe. Il segreto? Ascoltare.
D- Quali consigli darebbe al se stesso più giovane?
R- Di volersi bene di più. Di ignorare i pregiudizi. Di trascorrere più tempo con mio padre.
D- Quali valori vuole trasmettere agli alunni, oltre al programma scolastico?
R- L’importanza della pazienza affinando la virtù della speranza. E la fedeltà intesa come capacità di assumersi degli impegni, lottare con volontà e portarli a termine.
D- Quali studi ha frequentato?
R- Ho frequentato un liceo scientifico ad indirizzo linguistico. Poi è arrivata la laurea triennale in Lettere Moderne a Salerno. E, infine, la Laurea Magistrale in Italianistica a Bologna.

D- Ci sono dei personaggi attuali o storici che sono di ispirazione per la sua vita?
R- La parabola di Elisabetta I Tudor regina d’Inghilterra è affascinante: donna, nel ‘500, alla guida di una Nazione che, con lei al comando, cambierà la sua fisionomia profondamente. Una vita incredibile.
D- Ha qualche hobby?
R- Mi piace leggere, andare al cinema e a teatro, viaggiare, allenarmi.
D- quanti viaggi ha fatto?
R- Tanti!
D- Quale ricorda con maggiore piacere?
R- Singapore-Malesia.
D- Ci dedica una frase che le piace molto, per concludere?
R- «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo». Pare che non l’abbia detta davvero Voltaire. Ma continuo a sostenere che le storie d’amore più belle siano anche un po’ folli…