“Ich bin ein Berliner” – Vier Tage in Berlin

di Luca Dantoni

26/5/2023

Buongiorno a tutti, sono Luca Dantoni e vorrei condividere con voi l’esperienza vissuta qualche settimana fa a Berlino, nell’ambito del progetto Erasmus+ “Breaking the wall”. Il viaggio è durato dall’11 al 14 maggio, e, secondo me, è stato un’esperienza unica. Io ed alcuni miei amici e compagni di classe, siamo stati accompagnati da Matteo Corradini e dalle nostre prof. Antoniotti, Ceruti ed Intrisano. Durante i mesi prima della partenza, abbiamo lavorato in classe e nell’ambito di un laboratorio pomeridiano, studiando la storia della Shoah, del muro di Berlino e della città stessa, della sua cultura, lingua e tradizioni. Ci siamo preparati al meglio ed eravamo carichissimi.  Inoltre, abbiamo progettato e realizzato una mostra aperta al pubblico nella quale abbiamo esposto lavori, disegni, foto per raccontare a tutti la nostra esperienza. 

La mattina della partenza ero molto emozionato, non vedevo l’ora di essere a Berlino. Abbiamo preso il bus la mattina dell’11 maggio a Castel San Giovanni e ci siamo diretti verso l’aeroporto di Bergamo, dove siamo arrivati verso mezzogiorno. Dopo pranzo, finalmente, siamo saliti in aereo ed in circa un’ora e mezza eravamo già all’aeroporto di Berlino. Una volta là, ci siamo recati verso il nostro hotel, poco lontano dal centro. La parte che mi ha colpito di più di questa esperienza è che, in questi quattro giorni, abbiamo visitato diversi musei, luoghi famosi e molti memoriali, come ad esempio quello dedicato agli ebrei assassinati in Europa durante la II Guerra Mondiale. Il primo giorno, l’abbiamo passato soprattutto viaggiando con i mezzi pubblici però, comunque, siamo riusciti, di sera, a fare un giro in Postdamer Platz, una delle piazze più famose di Berlino, iniziando un po’ ad ambientarci in questa gigantesca città tra le mille luci di quella piazza dagli edifici che sembrano di un altro pianeta. Siamo andati a vedere il Sony Center, un complesso di alti edifici caratterizzato da una grande cupola con delle vele che ricopre il tutto (secondo me va visto alla sera, quando la cupola è illuminata a led colorati, è fantastica).

Siamo entrati nel vivo del viaggio il secondo giorno: abbiamo girato la città interamente a piedi, passando davanti a edifici storici, come ai resti di quella che una volta era la stazione Anhalter Bahnhof, da cui, come ci ha spiegato Corradini, partivano i treni carichi di ebrei diretti al campo di concentramento di Terezin. Uno degli aspetti della città che colpisce è la presenza di molti memoriali, alcuni dei quali sono costituiti da ruderi di edifici del passato (la facciata della stazione, un brandello di muro, stanze diroccate…) che si affiancano a monumenti modernissimi: è un modo per non dimenticare, per fare Memoria in una città così fortemente toccata dalla storia.

Successivamente, diretti ai musei che quel giorno avremmo visitato, siamo passati nel luogo in cui si ergeva il muro di Berlino e, durante la II Guerra Mondiale, erano situate le principali sedi naziste, come quelle delle SS o della Gestapo, oggi distrutte. Proprio in quella zona, al loro posto, è stato costruito un edificio moderno: “La topografia del terrore”, un centro di documentazione con biblioteca e testimonianze storiche, che abbiamo visitato. Prima della pausa pranzo, invece, abbiamo visitato una delle strutture più strane e particolari del mondo: sto parlando proprio del Museo Ebraico, dalla struttura unica, pieno di stanze che ti portano a provare varie sensazioni, a volte anche più di una contrastanti fra loro. Un museo quasi senza oggetti ma finalizzato a far provare esperienze ai visitatori: freddo, paura, spaesamento, incertezza. E’ un’esperienza che auguro a tutti di fare. 

Dopo uno spuntino a mezzogiorno, abbiamo ripreso il nostro giro, siamo andati a vedere la Porta di Brandeburgo e visitato la sede del parlamento tedesco: il Reichstag. Scommetto che avete sentito parlare tutti di quest’ultimo, ricordate quell’edificio caratterizzato da una grande cupola in vetro? E’ proprio lui. La cupola era stata distrutta all’epoca del nazismo e, da pochi decenni, l’architetto Foster l’ha ricostruita in vetro e acciaio: una cupola per la nuova democrazia tedesca che ha, sopra di se’ il cielo, nessun tetto.

In serata, abbiamo cenato in un ristorante poco distante dal Reichstag e quindi siamo tornati in hotel, stanchi dalla giornata abbastanza impegnativa. 

Il penultimo giorno, il 13 maggio, abbiamo visitato altri luoghi che caratterizzano questa città: la mattina siamo andati al Lustgarten, un parco dove, come ci ha spiegato la nostra professoressa, negli anni di guerra, Hitler organizzava parate e discorsi. Poco  distante da quest’ultimo, inoltre, si trova il Duomo di Berlino, che, già in lontananza, ovvero dal punto da cui l’abbiamo osservato, appare gigantesco mostrando in pieno la sua imponenza. Nel pomeriggio, invece, abbiamo girato diversi musei tra cui il Pergamonmuseum, famoso per custodire la Porta di Babilonia dedicata alla dea Ishtar, e il Pergamon Panorama, un edificio che racchiude un’esperienza tecnologica immersiva che riproduce la città di Pergamo nel 129 d.C. a 360°.

Successivamente, abbiamo fatto una sosta per riposarci in Alexanderplatz, a parere mio, la più affascinante piazza della capitale, importante zona dell’ex Berlino Est. Quindi, ci siamo spostati alla East Side Gallery, il più lungo tracciato rimasto in posizione originale del muro di Berlino, caratterizzato dalla presenza di murales ricchi di significato e artistici, tra cui, ad esempio, forse avrete sentito parlare di quello della Trabant che spacca il muro colorato d’azzurro. In serata, invece, abbiamo cenato in un grande centro commerciale l’“East side mall” presso la Mercedes Arena, pieno di ristorantini e, verso le 22:00 circa, siamo tornati in ostello a dormire, dato che il giorno dopo ci avrebbe aspettato il volo per tornare a casa.

Questa esperienza la consiglio a tutti perché aiuta a conoscere ed esplorare nuovi luoghi in una nazione dove non abiti, mettendoti anche in contatto con una realtà e vita quotidiana che non sei abituato a frequentare, insegnandoti ad ambientarti in un nuovo ambiente ed imparando molte cose nuove. 

“Ich bin ein Berliner” (io sono berlinese) esclamò il presidente Kennedy nel 1963 quando visitò Berlino per portare solidarietà alla città divisa dal muro e dalla Guerra Fredda. Lo stesso esclamiamo noi, siamo tutti berlinesi e da Berlino portiamo a casa  bellezza, riflessioni, emozioni.

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