A cura della redazione
16/5/2025
Antonella Liotti dell’Associazione Libera è venuta nella nostra scuola per regalarci dei pacchi di pasta del marchio “LiberaTerra” che inseriremo nelle scatole solidali che abbiamo creato all’interno del nostro progetto sulla Legalità. Cominciamo con una domanda: si possono combattere le mafie? Si può, certo, ma con quali strumenti? Con le denunce ma anche solo semplicemente parlandone. Noi ora stiamo combattendo le mafie. Si possono combattere le mafie con un piatto di pasta?

C’è un marchio di pasta che si chiama “LiberaTerra”. È prodotto con il grano che cresce sui terreni confiscati ai mafiosi e venduto da Coop. È importante confiscare i beni alle mafie, questo serve a togliere loro potere. Ad esempio, a Calendasco, vicino a noi, è stato confiscato un capannone e dato al comune che lo usa per attività utili a tutti.Esiste una legge (Rognoni – La Torre) del 1982 che riguarda la confisca dei beni dei mafiosi. I due politici che hanno scritto la legge erano in disaccordo su tutto ma si sono uniti per combattere le mafie. Nella legge, si definiscono anche le pene, con l’aggravante di associazione mafiosa ai reati.

Inoltre, la legge prevede la confisca dei beni. Chi è condannato per mafia, non è più padrone dei suoi beni, passano allo stato. Pio La Torre verrà ucciso dalle mafie per questo. Ma dopo la confisca dei beni? Ad esempio, se si confisca un terreno e si fa chiudere l’attività, non serve a nulla, i contadini perdono anche il lavoro. Così l’associazione Libera ha proposto al parlamento il riutilizzo sociale dei beni confiscati, proposta che è diventata legge ne 1996. Questo riutilizzo ha permesso la creazione di cooperative, cioè aziende dove si lavora tutti sullo stesso livello. Chi lavora sui beni confiscati deve avere contratti di lavoro corretti, giusti, il lavoro deve essere in regola. Nascono le cooperative di “LiberaTerra”, sono molte al sud Italia e si chiamano con il nome di vittime delle mafie.

La pasta di LiberaTerra viene in gran parte dalla cooperativa dedicata a Placido Rizzotto, che era un sindacalista e si batteva perché i contadini fossero trattati con giustizia e avessero almeno un pezzo di terra proprio. “Il giusto gusto del grano” è il nome del progetto e richiama la giustizia che voleva Rizzotto. E non è solo una questione di beneficenza, la pasta di Libera Terra è anche buona! Così si combatte la mafia con un piatto di pasta!