Alla ricerca dei pensieri di Anne con l’aiuto dell’ebraista e scrittore Matteo Corradini
di Giulia Cagnani, Alice Gatti e Camilla Fanzini
11/02/2020
Matteo Corradini
Il 15 gennaio, dalle ore 11 alle ore 12, i ragazzi delle classi terze, con i loro professori, si sono recati al Teatro Verdi per assistere alla presentazione su Anne Frank da parte del celeberrimo scrittore ed ebraista Matteo Corradini. Matteo ha deciso di cogliere la ricorrenza dei novant’anni dalla nascita di Anne Frank come un’occasione per riuscire a presentare un altro lato della giovane ebrea ai ragazzi. Munito di leggìo, fogli e un piccolo portatile per far scorrere le immagini di Anne, Corradini ha iniziato a raccontare la storia e il diario di Anne con il suo sorriso, la sua tranquillità e ironia, trasportandoci in un mondo parallelo.
Pagine del Diario di Anne Frank
L’esperto ha presentato della figura di Anne in particolare i suoi sentimenti, le amicizie, gli amori e la sua vita da adolescente. Infatti molto spesso le persone si soffermano sulla parte esterna, sulla sua morte e sui dettagli che però non riescono a fare la differenza, perché per capire veramente Anne bisogna scavare nelle sue profondità, fermandosi sui sentimenti importanti e sulle riflessioni che ha sviluppato stando nascosta in una piccola stanza. Matteo si è aiutato utilizzando una versione digitale del diario contenente tutte le immagini e scritte fedeli a quello reale, che ha proiettato. Inoltre ha mostrato anche degli spezzoni di alcuni film dedicati alla vita e ai sentimenti di Anne come ad esempio il film “Il diario di Anne Frank”. Oltre a questo lo scrittore ha ripercorso insieme ai ragazzi la vita di Anne Frank, mostrando alcune immagini dei luoghi di Amsterdam dove lei ha vissuto, come la sua casa da fuori, ed inoltre ha ripercorso anche tutte le emozioni provate da lei specialmente nel periodo in cui doveva nascondersi.
Matteo Corradini ci ha anche letto alcuni passi del diario di Anne e c’è stata una cosa in particolare su cui si è soffermato: alla fine del diario Anne racconta di essere divisa in due, una parte è la Anne gentile e premurosa e una parte è la Anne superficiale e scontrosa e che lei, con suo dispiacere, mostra spesso la sua parte peggiore e chiude la Anne sincera all’interno del suo cuore. Noi pensiamo che tutti noi siamo divisi in due e quindi dobbiamo impegnarci per riuscire a mostrare il lato buono di noi, perché è quel lato buono che ci indica la via e che mostra veramente ciò che vogliamo essere.
A nome dei ragazzi delle terze ringraziamo Matteo Corradini per averci fatto da guida nella scoperta della storia di Anne e per averci fatto capire insegnamenti che ci saranno utili per costruire il nostro futuro.
Il prossimo 12 giugno 2019 compirebbe 90 anni. Anne Frank è stata ricordata attraverso un evento-maratona
di Matilde Massari, Giada Bongiorni, Alessia Albo e Lorena Gjordumi
11/02/2020
“Le storie di noi deportati sono piene di addii, rinunce, costrizioni, perdita di dignità”.
Un momento della manifestazione
Il 12 giugno 2019 sarebbe stato il 90esimo compleanno di Anne Frank, ragazzina ebrea vittima della shoah e morta nel campo di concentramento di Bergen Belsen nel 1945. Per ricordare questo giorno, lo scrittore Matteo Corradini ha trascorso alcune ore nelle classi terze della scuola media Giuseppe Mazzini di Castel San Giovanni, presentando il lavoro da lui svolto per questa ricorrenza e introducendo la storia di questa ragazza.
Lo scrittore ha progettato e organizzato, in collaborazione con Università Ca’ Foscari, un evento di pubblica lettura del diario di Anne Frank a Venezia. Una maratona di lettura che per 10 ore ha visto alternarsi 90 lettori e lettrici di diverse età provenienti da diverse parti d’Italia ed Europa, ai quali è stata assegnata una piccola parte del diario.
Campo di Ghetto Nuovo a Venezia
La parte da leggere era stata assegnata puramente a caso, ma, nonostante questo, molti lettori si sono ritrovati nelle parole di Anne.
Anne Frank, Diario
Anne è una ragazzina ebrea che prima delle persecuzioni aveva una vita normalissima, andava a scuola, aveva degli amici ecc., ma la sua vita cambiò quando a 10 anni le fu regalato un diario, ribattezzato da lei Kitty, che è la fonte che abbiamo noi oggi per conoscere la sua vita durante il periodo in cui lei, la sua famiglia e alcuni amici si nascosero, per sfuggire ai soldati nazisti.
Grazie al diario riusciamo a mantenere vivo il ricordo di questa nostra coetanea innocente insieme a quello di quel brutto periodo che segnò la storia. Proprio per questo noi ragazzi di terza media ci siamo cimentati nella lettura di questo importante libro, su cui abbiamo basato il progetto della memoria di quest’anno. Il progetto realizzato da questo scrittore per questa importante ricorrenza ci è piaciuto molto e lo abbiamo trovato una cosa innovativa, ma anche molto profonda.
Abbiamo intervistato a distanza il nostro assessore all’Istruzione per farci raccontare come vive questo difficile momento
a cura della redazione
14/3/2020
Ciao ragazzi,
innanzitutto mando a tutti voi un caro saluto.
Apprezzo molto l’iniziativa della redazione del giornalino scolastico di seguire l’emergenza sanitaria in atto e di testimoniarla attraverso i Vostri occhi, raccogliendo il punto di vista di altri cittadini castellani.
L’assessore Federica Ferrari con il sindaco Lucia Fontana
Rispondo alle domande che mi avete posto:
1.COME SI SENTE IN QUESTI GIORNI?
In questi giorni si vive una situazione surreale, sono state stravolte le nostre abitudini quotidiane sia a livello lavorativo che familiare. Ciò che si sente alla televisione e alla radio, e che si legge sui giornali e sui social, mi crea un po’ di ansia perché penso a come posso proteggere la salute delle persone a me più care, le mie figlie, i miei genitori anziani. La risposta è quella di seguire scrupolosamente tutte le indicazioni che vengono date dalla Sanità e dal Governo, con responsabilità e buon senso. Le mie preoccupazioni tuttavia non sono rivolte solo alla mia famiglia; come amministratore pubblico (sapete che sono Assessore comunale) sento anche la responsabilità di organizzare servizi in emergenza che possano essere d’aiuto alle persone più in difficoltà (anziani, disabili). Per questo sono quotidianamente impegnata a rimodulare i servizi già in essere per renderli idonei a fronteggiare l’emergenza, e a crearne di nuovi per affrontare i bisogni attuali.
A tarda sera, quando la giornata si sta concludendo, penso a ciò che ho fatto, se ho fatto bene e se posso ancora migliorare qualcosa perché ogni giorno è una nuova opportunità per fare meglio.
2.C’E’ QUALCOSA CHE LE MANCA PARTICOLARMENTE?
La mia vita quotidiana è fatta di contatti diretti con le persone. Sia come avvocato (questa è la mia professione), sia come assessore comunale, incontro giornalmente tante persone con cui mi confronto e da cui raccolgo confidenze. Le relazioni interpersonali fanno parte della mia quotidianità e forse questa è la cosa che mi manca di più. Mi manca il contatto diretto con le persone, parlare loro guardandole negli occhi.
3.C’E’ QUALCOSA DI POSITIVO?
Due cose positive ci sono.
La prima è a livello personale. Il nostro “esilio” forzato mi da la possibilità di stare di più con la mia famiglia. Nonostante l’intensa attività lavorativa che mi trovo a svolgere anche da casa in questi giorni, c’è anche tempo per condividere momenti di vita familiare a cui abitualmente non possono dedicare tanto tempo ( fare i compiti con le mie figlie, preparare un pranzo un po’ più curato e non di corsa come al solito, aprire un cassetto ove erano stati riposti oggetti alla rinfusa per ridargli un po’ di ordine). Riassaporo quei gesti semplici e forse ovvi che la frenesia dei giorni abituali di lavoro non ci consente di mettere a fuoco.
La seconda è a livello pubblico. Come cittadino e amministratore comunale, vedo la solidarietà di tanti cittadini che si mettono a disposizione delle persone anziane e disabili, chiedendo agli uffici comunali come possono aiutare e mettendosi a disposizione per i nuovi servizi che abbiamo attivato come la consegna della spesa e dei farmaci a domicilio. Percepisco poi la gratitudine di tutti verso i nostri medici e infermieri che si stanno prodigando per la nostra salute.
Tutto questo conforta, è segno di una comunità viva e partecipe di cui dobbiamo essere orgogliosi di fare parte.
4.COSA VORREBBE DIRE AI RAGAZZI DELLE SCUOLE?
In questi giorni, a me come a molti, è tornato in mente l’11 settembre 2001 e la tragedia del crollo delle torri gemelle, ora come allora incollata alla TV per ascoltare le ultime notizie. Oggi, anche se chiusi in casa, siamo tutti testimoni di qualcosa che non dimenticheremo mai e che finirà nei libri di scuola perché è un momento straordinario della nostra storia umana, a livello internazionale, e ne avvertiamo la portata epocale. Ho letto oggi sul Corriere della Sera questa bellissima frase “Quando la Storia arriva, bisogna cacciare fuori il coraggio ed esserne all’altezza”. Cosa significa? Significa che di questa Storia voi oggi ne siete parte, e quindi dovete avere il coraggio di fare la cosa giusta. In queste settimane di assenza da scuola non perdete il vostro tempo rimanendo spettatori di ciò che accade, non annegate le vostre giornate nei videogiochi, o sui vostri smartphone, in chat infinite di messaggini con emoji e video esilaranti, non lasciate passare questi giorni come acqua che scorre e va, ma fate qualcosa di vero e concreto: mettete in pratica le vostre capacità e i vostri talenti. Leggete un libro che vi trasporterà in un mondo che in questo momento fisicamente non potete vivere dall’esterno, apprezzate le conversazioni con i vostri genitori, fratelli e sorelle che di solito distrattamente affrontate, seguite la didattica on line dei Vostri insegnanti che stanno facendo sforzi inimmaginabili per giungere sino a Voi, perché, che ci crediate o no, anche a loro mancate e stanno lottando contro gli ostacoli che questo virus ci impone per arrivare fino a voi e fare quello che non è soltanto un lavoro ma la loro vocazione. Non lasciate che in futuro ripensando a questi giorni, vi venga in mente solo l’immagine di voi sprofondati sul divano davanti alla tv. La storia vi chiama. Siete pronti all’impresa?
così cominciano le pagine de “Il Diario” di Anne Frank: una testimonianza di resistenza alla Shoah, un esempio di coraggio, che ci fa ricordare e fare memoria. Era il 12 giugno 1942 quando per il suo tredicesimo compleanno Anne ricevette un diario, a quadri rossi e bianchi: da quel giorno racconterà ogni sua scoperta e piccola avventura, esprimerà i suoi sogni e desideri, si emozionerà e piangerà, crescerà insieme ad esso. Tra litigi fra mamma, papà e Margot, tra abbracci e bacetti assieme a Peter (il suo Petel), tra speranze e aspirazioni, Anne vivrà la sua adolescenza nella Casa sul retro. Tutto fino al 1^ agosto 1944, dopo il quale si hanno pochissime notizie di lei: verrà arrestata e deportata a Bergen-Belsen e morirà nel febbraio del 1945 di tifo.
Quando riceve il diario, decide di dedicarlo ad un’amica immaginaria di nome Kitty, alla quale racconterà giorno per giorno piccole storie che avvengono ne la Casa sul retro. Mi piace molto quando Anne parla di se stessa: quando racconta dei cambiamenti che avvengono dentro e fuori al suo corpo; agli occhi di tutti sembra la classica ragazzina solare, allegra e spensierata ma dentro è molto fragile, soffre, vorrebbe uscire all’aria aperta e godersi la vita invece deve rimanere rinchiusa per non farsi scoprire. Il suo diario e la passione per lo studio della letteratura e della storia saranno i suoi mezzi di sfogo, il piccolo segreto per non impazzire. Anne è una ragazzina vivace, con molti sogni, coltiverà una grande passione per la scrittura, da grande vorrebbe fare la giornalista oppure la scrittrice, è ancora indecisa, sa solo di volere lasciare un segno, diventare qualcuno per poter aiutare il mondo ed essere felice: aspirazione che si infrange a causa della crudeltà di alcune persone, che si credevano superiori a chiunque. A causa loro, Anne, non potrà mai diventare una giornalista o scrittrice, ma diventerà una testimone della Shoah e la sua storia verrà raccontata in tutto il mondo.
Prima di leggere il diario, sapevo poco di Anne Frank, solo informazioni vaghe, e dopo averlo letto mi sembra di essere entrata nel suo mondo. Questo “libro” bisogna leggerlo almeno una volta nella vita: ricco di significato e pieno di vita, una storia che merita di essere raccontata. Consiglio la lettura dai 13 anni in avanti, perché nonostante tutto è una storia complessa e, leggendolo in quel periodo, si potrebbero capire meglio i pensieri della ragazza.
Ricordatevi quello che Anne scrisse alla fine del diario: “Soit gentil et tiens courage!”
Costretti a rimanere nell’ombra, all’insaputa di chi li sta cercando e con la paura di farsi scoprire e perdere la vita o andare incontro al proprio inevitabile destino.
Questa è la vita che tutto d’un tratto la famiglia di Anne ha dovuto passare quando sale al potere Adolf Hitler e prima rende effettive le “leggi razziali” per poi passare al sequestro di tutti gli ebrei e alla loro deportazione nei campi di concentramento. Dover sparire di colpo dal mondo intero, facendosi dimenticare da tutti per restare poi nascosti soli con la propria angoscia e la propria paura. Anne però può contare su una valvola di sfogo, la scrittura ed è per questo che dopo aver ricevuto in regalo per il suo compleanno un diario inizierà a scrivere documentando con precisione quello che le accade e tutti i suoi pensieri senza limiti o barriere. Cosa può aver provato una semplice ragazzina frivola e solare che fino a pochi minuti fa conduceva la sua classica vita da tredicenne mentre adesso è costretta a dover lasciare tutto per vivere nel terrore?
Questo libro mi è piaciuto perché sa raccontare dettagliatamente le emozioni che Anne provava mentre era chiusa nel suo nascondiglio e, inoltre, mostra come una convivenza forzata con la propria famiglia possa far emergere tratti del suo carattere, inizialmente dolce e sensibile, a tutti sconosciuti. Descrive le paure e le speranze che la ragazzina provava come solo lei stessa poteva fare e si può capire durante la lettura che Anne usa il suo diario come un vero e proprio mezzo di analisi di se’ e perciò arriviamo a conoscerla meglio.
Questo libro lo consiglio a tutti perché tratta di un tema avvenuto realmente; molto spesso non riusciamo bene a comprendere fino in fondo le sofferenze che gli ebrei e le altre persone hanno dovuto subire. Inoltre è fondamentale saper conoscere la storia per non ricommettere gli errori passati.
Un nostro giornalista ha riflettuto sulle differenze che ci sono tra i giochi di ieri e quelli di oggi…
di Alessandro Carrà
10/3/2020
Ho intervistato mio nonno sui giochi che faceva quando aveva la mia età e, mentre lui parlava, mi sono accorto di quanta diversità ci sia tra i giochi di “ieri” e quelli di “oggi”. I giochi che faceva il nonno richiedevano molta fantasia e pazienza in certi casi; il suo preferito era quello della fionda: doveva costruirsela, non come noi che se desideriamo qualcosa la chiediamo ai nostri genitori e la compriamo già fatta in negozio!
Usavano la fantasia e sapevano arrangiarsi con quello che trovavano… Un po’ invidio questa cosa, perché spesso, quando la mamma mi dice di spegnere la tv o la play e di giocare a qualcos’altro, mi sento un po’ perso non so cosa fare, non mi viene in mente niente, forse è colpa dell’abitudine di trovare le cose già pronte!
Il nonno mi ha raccontato che era sempre in compagnia di bambini della sua età, perché anni fa non c’erano tanti pericoli come adesso, quindi i ragazzi uscivano, giocavano, facevano tante sfide; ad esempio quella con lo yo-yo, l’hula hop o con le biglie; ogni giorno facevano delle partite a nascondino. Spesso si trovavano in tanti ed erano all’aperto, in grandi spazi e quindi c’ era molto divertimento! Anche a me nascondino piace molto, ci giocherei sempre, ma le occasioni sono poche, come la cena con i compagni di squadra o di classe, quando siamo in parecchi ed i nostri genitori cercano ristoranti dove dopo aver mangiato possiamo giocare; ma non tutti escono a correre, perché alcuni preferiscono giocare con il cellulare.
Mi ha stupito sapere che ai tempi del nonno che ha 78 anni , esistevano le figurine. Lui e i suoi amici seguivano il ciclismo perché conoscevano Fausto Coppi e suo fratello Serse, che abitavano a Castellania, poco lontano Tortona che è la città dove vive da sempre il nonno. Incollavano le figurine sui tappi delle gassose , preparavano la pista nella terra e iniziava la gara.
Il nonno raccontava ed io pensavo di provare a fare la stessa cosa con le figurine dei calciatori, creando un campo da calcio, come ho fatto a non pensarci prima? Alle volte credo che mi manchi la fantasia, il tempo di inventarmi queste cose o forse faccio prima ad accendere la console, trovo il gioco pronto per essere usato senza doverlo preparare.
Io gioco molto con il pallone, d’ inverno in casa, con la palla di gommapiuma, anche se la mamma spesso non è d’accordo perché capita che rompo qualcosa. Le serate che mi piacciono di più sono quelle in cui gioco con la mia famiglia: “Macchiavelli”, “Scala 40”, “Briscola”, o con altri giochi come: “Scarabeo”, “Monopoli”, “Caduta libera”, “I soliti ignoti” o altro.
Quando ho del tempo libero tra i compiti e gli allenamenti gioco con il telefono, con la play o guardo la tv.
Credo che siano migliori i giochi di “ieri” perché sviluppano creatività e fantasia; invidio i bambini di una volta perché erano altri tempi e potevano andare in giro più tranquilli, stare sempre insieme agli amici; noi invece stiamo spesso in compagnia, ma dietro a dei dispositivi elettronici. I cortili, una volta, erano sempre pieni di strilli e chiacchiere, invece ora mi accorgo che quando vado con i miei genitori e mio fratello a passeggiare per le vie del mio paesino, le strade sono vuote, quando torno a casa so già dove trovarli… Entro nelle amicizie della play e ritrovo tutti i bambini del “Cardazzo online”.
Sono contento di aver fatto l’intervista perché per un giorno mi è sembrato di vivere ai tempi del nonno, anche lui ha potuto ricordare i bei giochi che faceva. Speriamo che prima o poi qualcuno inventi la macchina del tempo!
Di Emma Tosca, Alessandro Carrà, Marwa Adnani, Maiocchi Sofia, Sheetel Adheen
10/3/2020
“Come ti senti, in questi giorni?” “Cosa ti manca e cosa vorresti fare?”
Sono alcune delle domande che ci siamo fatti e che che tutti forse si fanno, vista la situazione difficile e insolita che viviamo. Hanno provato a rispondere alcuni giornalisti de “la Voce dell’Olubra”. Ecco le risposte.
D: Come ti senti?
R: Io mi sento disorientata e rinchiusa, io preoccupato e sfasato, io sola e preoccupata, io disorientata e triste.
D: Cosa ti manca?
R: Mi manca passare del tempo stando con i miei compagni e i professori, la mia normalità di tutti i giorni, la settimana che trascorre tra scuola, compiti, calcio, chiacchiere con gli amici.
Mi mancano i miei amici, la scuola, giocare a pallavolo con i miei compagni insomma mi manca la mia realtà quotidiana.
Mi manca giocare a pallavolo con le mie compagne di squadra….e sì, anche la scuola!
D: Cosa vorresti fare ma non puoi?
R: Vorrei tanto tornare a scuola, perché in questo momento stando a casa non posso fare nulla, mi annoio e non faccio niente a parte mangiare e fare i compiti.
Giocare a calcio, andare al cinema e al ristorante tranquillamente come ho sempre fatto.
La cosa che vorrei fare di più adesso è vivere la mia vita normale.
Quello che mi manca di più in questo giorni è la mia vita quotidiana.
D: C’è qualcosa di positivo ?
R: Non c’è nulla di positivo, secondo me, perché ci sono problemi economici, nei trasporti di merci e perché ci sono pregiudizi verso persone provenienti dall’oriente.
Trascorro tanto tempo con la mamma e mio fratello, con il papà un po’ meno perché lavora ugualmente. Inoltre posso andare a dormire più tardi alla sera.
Trascorro molto più tempo con la mia famiglia, posso leggere e dormire di più o andare a letto tardi la sera.
Dormo molto più tempo e posso andare a letto più tardi. Posso leggere e fare molte altre attività che con la scuola e gli impegni pomeridiani nn potevo fare.
Per me c’è poco di positivo, ci sono molti problemi anche economici.
Gli alunni della 1 A hanno realizzato delle poesie molto speciali … Ogni parola del testo, infatti, inizia con una lettera dell’alfabeto in ordine. Ci abbiamo provato e vi mostriamo i risultati di questo lavoro di creatività (le congiunzioni, gli articoli, le preposizioni possono non essere in ordine alfabetico…)
ALFABETO DI SOFIA MAIOCCHI
Aurora Bolle Carote a Dadini E Finocchi, Griglia un Hot-dog per Ines e Luca.
Mescola Noci, Olio, Pomodori e Quinoa,
Realizzando per Stasera Tanta, Unta, Variopinta Zuppa.
ALFABETO DI EMMA TOSCA
Amiche Ballano e Cantano Danzano Euforiche
Felici, Girano con l’ Hula-hoop. Ingannano
La Monotonia, Non Oziano Perchè Quando
Ridono Sembra Tutto Un Vero Zoo.
ALFABETO DI FRANCESCA SIGNORINO GELO
Anna e Bianca comprano un drink energetico,fresco e gustoso.
Hanno incontrato Laura che mangiava noci a ora di pranzo.
Quando rimasero da soli trovarono una varietà di zanzare.
ALFABETO DI ADHEEN SHEETEL
Alessia e Beatrice Comprano Delle Erbette, Fagiolini e i Gamberi.
Hanno Incontrato Ludovica al Mercato, con Noccioline, Ostriche, Pasta,
Quinoa, Rosmarino, e il salmone. Tutto in Uno zaino.
ALFABETO DI SERENA ALBO
Alessia ballerina, cantante e diva enormemente famosa,
grandiosa hippie inventa le mode, novità originali per qualsiasi ragazza
La classe 2^B , con la professoressa di italiano Chiara Postè, ha creato dei testi rielaborando la cantica infernale della “Divina Commedia” di Dante Alighieri
di Alice Bollani
10/03/2020
I ragazzi della classe 2^B, il giorno 24 gennaio 2020, con il supporto della professoressa Chiara Postè, hanno scritto dei temi ispirandosi all’ “Inferno” di Dante Alighieri, famoso poeta del Trecento. Gli alunni dovevano immaginare il “loro” inferno inserendo al suo interno personaggi famosi contemporanei. I risultati sono stati molto critici … Per farvi avere un’ idea complessiva dei lavori, eccovi alcuni stralci dei testi scritti dagli studenti.
Luca, ad esempio, ha scritto: “Nel mezzo del cammino della mia adolescenza stavo andando a fare una gita in barca. Visto che ero andato a letto tardi, non mi accorsi che avevo perso il sentiero che mi avrebbe portato al molo. Ad un certo punto, ho sentito una voce che mi chiamava. Mi girai e scoprii che era l’ombra del sommo Dante Alighieri. Dopo una breve presentazione, mi disse che mi avrebbe accompagnato nel mondo ultraterreno, a patto che non avessi raccontato a nessuno della mia avventura. Io accettai e così scendemmo negli inferi. Il primo girone che visitammo fu quello degli influencer, intrappolati in telefoni giganti che ogni tanto davano una scossa. Nella schiera di dannati ho riconosciuto Fedez e Chiara Ferragni. Il secondo girone invece era quello degli anti-ecologisti, legati sopra ciminiere , che emettevano senza sosta fumo tossico. Tra questi dannati c’era anche Donald Trump.”
Alcuni studenti hanno iniziato il testo immaginandosi di sognare l’esperienza, altri di scendere negli inferi già da fantasmi. Alcuni alunni, invece di piazzare personaggi contemporanei reali, hanno optato per personaggi fantastici conosciuti, che provenivano da film come per esempio”Harry Potter”. Alcuni testi sono più legati all’opera letteraria, altri invece sono completamente inventati, insomma, il risultato sono stati dei testi divertenti ed emozionanti, tutti diversi gli uni dagli altri. Ci teniamo a sottolineare che alcune pene sono state durissime e molto originali nei confronti degli adulti trattati, questo dimostra che anche dei semplici alunni della scuola media possiedono un’ occhio critico nei confronti di quello che accade attorno a loro e riescono a tramutare quello che vedono in testo utilizzando una chiave fantastica.