Recensione del libro: “Il giubbotto di Indiana Jones”

Di Martina Fonso in collaborazione con Elisa Rizzi

21/2/2017

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Autore: Asun Balzola

Editore: Piemme (Il battello a vapore)

Christie eredita un bruttissimo giubbotto dal fratello. A scuola la prendevano in giro, anche perché indossava sempre vestiti riciclati, così la ragazzina finge di raccontare un segreto: dice che il giubbotto era appartenuto nientemeno che a Indiana Jones! La notizia fa scalpore in tutta la scuola e a Christie non resta che noleggiarlo. Questo fatto arriva alle orecchie del preside e Christie deve dire la verità.

In quei giorni, però, aveva conosciuto a scuola un ragazzo di nome George Stevenson di diciassette anni e se ne era innamorata subito. Ma le disavventure non sono finite: il medico di famiglia le diagnosticò una grave malattia: l’epatite. Così dovette stare a casa da scuola per ben due mesi, con dieta leggera e sana.

Quando poté alzarsi dal letto, era felicissima ma si rese conto di essere molto cambiata: come finirà la storia tra George e Christie? E Chistie riuscirà finalmente ad avere vestiti nuovi adatti a lei?

 

Mi è piaciuto perché i personaggi sono realistici, è una storia costruita bene e davvero avvincente!

 

Dal laboratorio di genetica al “Gene dell’eroe”

La genetista Anna Olivieri restituisce i risultati del laboratorio ai ragazzi partecipanti

di  Bosio Susanna e Emiljan Sina

14/03/2017

Il 4 marzo 2017 abbiamo incontrato la genetista Anna Olivieri per concludere il lavoro iniziato con il laboratorio di genetica, già presentato nell’articolo http://wp.me/p24DuO-2oj

Nel primo incontro, alcuni ragazzi hanno estratto il loro DNA, sotto la guida dell’esperta, che lo avrebbe analizzato nei laboratori dell’Università di Pavia  per individuare l’origine genetica dei loro antichi progenitori.

La maggior parte dei ragazzi ha scoperto di avere origine genetica europea, ovvero con aplogruppo H, tipico del nostro continente e risalente al Neolitico.

L’Italia è sempre stata una terra di passaggio di diverse popolazioni e, quindi, alcuni altri alunni che hanno partecipato al progetto hanno scoperto di avere origine antichissima, priva delle mutazioni avvenute nel Neolitico e addirittura risalente al Paleolitico prima dell’ultima glaciazione (aplogruppi U e J).

La genetica ha dimostrato che non ci sono razze, nell’ambito umano, e che, nel contempo, ciascuno di noi è unico.

Vi proponiamo un’intervista alla genetista che ci ha rilasciato alla fine del suo intervento.

 

Aspettando Pinzolo…

In arrivo i tre giorni sulla neve per gli alunni del nostro istituto

di Francesco Spinello e Ciobotariu Nicolae Andrei

21/3/2017

I ragazzi sono eccitati per l’evento”Tre giorni a Pinzolo”: due gruppi di ragazzi partiranno rispettivamente domenica 19 marzo e mercoledì 22 per raggiungere la famosa località sciistica.

Ecco quello che pensano due ragazzi che parteciperanno alla gita.

Francesco Spinello: “Sono molto felice e ansioso perché io non ho mai sciato e mi aspetto d’imparare molte cose e conoscere nuovi ragazzi”.

Ciobotariu Nicolae Andrei:”Un mio amico mi ha mostrato un’immagine del paese e mi ha molto colpito la sua bellezza. Sarà un’esperienza divertente!”

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Non vediamo l’ora che arrivi il giorno della partenza!

Booktrailer del libro: “Per questo mi chiamo Giovanni”

Di Susanna Bosio ed Emiljan Sina con la partecipazione di Lorenzo Bollani

14/03/2017

Autore: Luigi Garlando

Editore: BUR

Questo libro propone la vita di Giovanni Falcone, un’eroe della nostra storia, raccontata da un padre ad un ragazzino della nostra età che per la prima volta affronta una tematica di attualità seria e difficile come la presenza della mafia nella nostra società.

Vi presentiamo il booktrailer.

Viaggio nella “preistoria” della Voce dell’Olubra: “Il Corriere della Scuola”

Abbiamo recuperato nell’archivio alcuni numeri de “Il Corriere della Scuola”, il vecchio giornale cartaceo del nostro istituto

di Davide Zito

14/03/2017

Oggi viviamo in un mondo totalmente diverso da quello precedente il 2000. Riscopriamo grazie al vecchia rivista “Il Corriere della Scuola” la vita dei ragazzini del 1999: le loro idee, il loro modo di vestire, cosa praticavano nel tempo libero e che cosa speravano per il nuovo millennio.

Il Corriere della Scuola, dicembre 1999

Nel 1999 i ragazzini speravano tante cose diverse per il nuovo millennio: c’era chi sperava in un periodo in cui la fratellanza e la pace avrebbe regnato, c’era chi avrebbe voluto una scuola senza compiti e senza lezi0ni,  chi augurava che tutte le malattie fossero debellate o chi desiderava un computer modernissimo… Purtroppo l’anno dopo i ragazzi sono stati costretti a ricredersi: l’odio e la violenza vincono sulla fratellanza,  la crisi colpisce e i disoccupati e la criminalità aumentano. Le speranze per il nuovo millennio sembrano annullate, ma gli studenti si rallegrano che il prossimo anno i libri peseranno meno e che la tecnologia sta avanzando pian piano.

Nel primo numero del 2000, il giornalino racconta lo stupore e le sensazioni che i ragazzi provano verso l’ingresso della nuova moneta: l’EURO.

Rispetto alla veste attuale del nostro giornale scolastico, il giornale cartaceo ci è apparso un po’ “preistorico” ma abbiamo davvero apprezzato lo sforzo per produrre un giornale in assenza di tutte le tecnologie di cui disponiamo oggi.

Inauguriamo con questo articolo una nuova categoria che vuole dimostrare la continuità tra ieri e oggi, come del resto anche il titolo che abbiamo scelto “La voce dell’Olubra” vuole indicare: il passato della storia e il presente della tecnologia!

 

Una nuova facciata per la scuola!

di Rebecca Benchea e Aicha Nadif

14/03/2017

La nostra scuola “G. Mazzini”, situata in via Verdi, è ospitata in un antico edificio le cui aree più antiche risalgono al ‘600: ospitava infatti il convento delle monache benedettine di Santa Giustina.

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La facciata prima dell’intervento

Con il passare degli anni, i muri esterni dell’edificio hanno accumulato polvere, scritte e l’intonaco ha perso il colore iniziale.

Gli operai al lavoro

Così,  nel mese di ottobre 2016 hanno avuto inizio alcuni lavori di restauro della facciata esterna dell’edificio e del cortile annesso a quest’ultimo. Il restauro è terminato nel mese di dicembre. Insomma, possiamo considerarlo come il nostro regalo di Natale!

Alcuni momenti del restauro

Anche le persiane alle finestre sono state rimesse a nuovo.

A nome di tutti gli studenti della nostra scuola possiamo affermare di essere davvero entusiasti del nuovo volto dell’Istituto che è diventato molto più brillante e lucente in confronto alla triste e cupa veste precedente.

 

 

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Il lavoro ultimato

 

Esercitazione con la Pubblica Assistenza a Sarmato

Le principali manovre del primo soccorso diventano argomento di una speciale lezione di scuola e di vita, grazie anche alla testimonianza di un volontario particolare: Davide Bisi

di Fabio Taina e Matteo Barattieri

7/03/2017

Giovedì 17 settembre 2016, alla Scuola secondaria di I grado di Sarmato,  la mattinata è stata arricchita da una lezione speciale, grazie alla presenza dei volontari della Pubblica Assistenza Val Tidone Val Luretta.

Gli alunni delle classi prime sono stati coinvolti in un’attività volta a mostrare le principali manovre del primo soccorso, sfruttando anche gli spazi esterni, con la simulazione dell’estrazione di una persona da un’auto, in seguito ad un incidente stradale: una nostra compagna (Azzurra Ballerini), rimasta intrappolata in una vettura, è stata liberata dai ragazzi della Pubblica Assistenza, che l’hanno poi posizionata su una barella per 3stabilizzarla, legandola con delle cinghie di sicurezza. Per mostrarne l’efficienza e la perfetta tenuta, l’hanno capovolta, cosa che in realtà  non fanno mai durante un vero salvataggio. In seguito abbiamo potuto osservare con attenzione le manovre di primo intervento su un arresto cardiaco e l’uso del defibrillatore.

I volontari ci hanno spiegato la fondamentale differenza fra informazione – quella rivolta a noi – e formazione, ben più ampia e più lunga, a cui sono deputate apposite associazioni, come Progetto Vita.

Fa parte di questo gruppo un ex alunno del nostro Istituto Comprensivo: Davide Bisi, classe 1996, oggi studente di Ingegneria civile al Politecnico di Milano. Gli abbiamo rivolto alcune domande, per capire cosa lo ha spinto a mettersi al servizio della comunità, attraverso questa particolare forma di volontariato.

D. “Ciao Davide, per iniziare, da quanto tempo sei nella Pubblica Assistenza?”

R. “Ho iniziato il corso nel gennaio del 2015, quindi sono tesserato da più di 2 anni, mentre faccio il soccorritore dall’agosto del 2015.”

D. “Cosa ti ha spinto a fare parte di questo gruppo di volontari?”

R. “Ho scelto la Pubblica Assistenza perché si tratta di un volontariato molto attivo, che è a stretto contatto con le persone nel momento del bisogno. Inoltre si è formato un bellissimo gruppo di giovani, che porta avanti molte iniziative, come questa con le scuole, e che riesce a collaborare benissimo con i più anziani, portatori di grande esperienza.”

D. “Perché pensi che sia utile coinvolgere gli alunni delle scuole?”

R. “A mio parere è importantissimo far conoscere questa tipologia di volontariato, perché in Italia più del 70% dei servizi di ambulanza, sia di emergenza che nei trasporti, è gestita da volontari, raggruppati in Croce Rossa, Anpas e Misericordia. Ma ancor più importante è mostrare ai ragazzi, fin dai  10-12 anni, le principali manovre salvavita, in particolare per quanto riguarda l’arresto cardiorespiratorio: un intervento tempestivo è fondamentale.”

Grazie Davide, perché ci hai trasmesso un messaggio importante e ci hai fatto percepire la bellezza del mettersi insieme al servizio degli altri!

La musica preferita del professor Stefano Cirinnà

Ripercorriamo insieme al nostro professore i momenti più significativi della sua vita, alla scoperta delle sue passioni musicali

di Clara Frattini  e  Aurora Manduco

07/03/2017

Il professore Cirinnà, essendo figlio di un insegnante di musica, che dava lezioni private e suonava nelle bande, fin da piccolo si è appassionato alla musica, iniziando a suonare la tromba a 4 anni. Successivamente fino ai 12/13 anni si è dedicato alle percussioni. Crescendo, si è diplomato, ma la cattedra di percussioni era troppo lontana (Milano, Roma, Palermo) e allora nell’anno 1996 ha cominciato la carriera da concertista con uno strumento a fiato:  il trombone. Nell’anno 1999/2000 ha smesso di suonare, dedicandosi allo studio: nel 2003 si è specializzato nell’insegnamento e nel 2005 ha iniziato ad insegnare musica. Se potesse tornare indietro, vorrebbe approfondire il pianoforte (lo sa suonare, ma vorrebbe approfondirlo) o la voce, per trasferire ai suoi alunni le sue passioni.

I suoi progetti particolari di quest’anno scolastico per le classi seconde e terze sono quelli di partecipare ad un concorso a Cremona in aprile, di infondere l’amore per la musica di una volta e di introdurre strumenti nuovi. Con le classi prime invece desidera organizzare un concerto, insieme alla professoressa Egivi,  per aiutare le scuole dei paesi terremotati.

I generi musicali che preferisce ascoltare sono la musica classica e bandistica, in genere russa, mentre i compositori che preferisce sono Beethoven, Mahler e Stravinsky per la musica tedesco-russa, Verdi per la lirica, Bob Dylan e Mogol per la musica moderna. Il professore Cirinnà non ha invece preferenze riguardo le composizioni, perché ognuna esprime una diversa sensazione. Ha partecipato a numerosi concerti, in particolare come direttore a Lecce con l’orchestra  sinfonica, come musicista il 30 dicembre di ogni anno a Siracusa, come spettatore (maggio 1992) a Catania, dove ha ascoltato la sinfonia numero 5 di Maler. Mentre il teatro più bello dove ha assistito ad un concerto è la Scala di Milano.

Siamo sicure che insieme a lui faremo un meraviglioso percorso attraverso il mondo della musica e lo ringraziamo per ciò che ci insegna quotidianamente!

Lettera al direttore Bassanini sul tema del bullismo

Attraverso il giornalino intendiamo diffondere buone pratiche, affinché il bullismo sia sconfitto

di Leonardo Silva, Marco Maserati  e Jacopo Ianaro

14/02/17

Caro direttore Leonardo Bassanini,

volevamo parlarti di un problema molto diffuso: il bullismo. Esso si manifesta in diverse forme: forma parlata, quindi insulti e prese in giro, e forma fiscyberica, con la quale si arriva addirittura a picchiare la vittima.

Un’altra forma di bullismo molto diffusa è il cyberbullismo, in questo caso la vittima viene sminuita, presa in giro e insultata in modo ripetuto su social online.

Anche in questa scuola ci sono stati dei casi di bullismo e si sono
attivati movimenti di prevenzione e di sensibilizzazione.

L’anno scorso la nostra classe ha partecipato a diversi progetti e laboratori sul tema del bullismo, nei quali ci hanno spiega
to che i bulli agiscono così perché si sentono inferiori e vogliono “mascherare” la loro fragilità e che è corretto, se si è testimoni o addirittura vittime, avere il coraggio di segnalare il fatto a un adulto, ma non sempre tutto è così facile… Ti è mai capitato di assistere o di essere vittima di un atto di bullismo? Come ti sei comportato?

Sappiamo che esiste un movimento anti-bullismo, creato da ragazzi, che ha partecipato come ospite al festival di San Remo. Si chiama MaBASTA! Crediamo che sia doveroso promuoverne la conoscenza anche nel nostro Istituto e vorremmo che tutte le nostre classi potessero essere DEBULLIZZATE. Cosa ne pensi? Credi che il nostro giornalino possa farsi promotore di questa iniziativa?

WE CARE!

Grazie per la tua attenzione.

Scuola media: nuovo viaggio

Come tutti i bambini anche noi siamo cresciuti. Ecco il nostro inizio e alcuni consigli utili per vivere al meglio questa avventura!

di Benedetta Pallaroni  e Laura Cassola

14/02/17

Solamente un anno fa avevamo un gran timore di iniziare le scuole medie: ed ora eccoci qui, con alcuni consigli su come affrontare questo meraviglioso viaggio!

1.  Non avere paura: non è poi così male!

2. Non indossare vestiti troppo appariscenti, ma neanche trascurati: insomma, siamo a scuola!

3. I proff. non sono poi così severi, in fondo ci vogliono bene.

4. E da ultimo, nel caso lo dimenticaste: quando chiamate il vostro/a insegnante “prof.” o “professore/ssa”, date SEMPRE del lei e chiedete prima di alzarvi, non siete più alla scuola primaria!

E ora… LA NOSTRA STORIA!

Come tutti, appena entrate a scuola eravamo un po’ impaurite… insomma, iniziare un mondo di infiniti compiti e proff. temibili non sembrava poi così allettante, ma alla fine abbiamo scoperto che dietro a quei “terribili mostri” ci sono persone di cuore, pronte a insegnarci di tutto e di più! Per dimostrarvelo, abbiamo rivolto qualche domanda ad alcuni dei nostri insegnanti: Simona Leone, Marco Vino, Monica Murtas e Laura Ferri.

D. Come noi, anche lei ha frequentato le scuole medie: come ricorda quel percorso?

VINO: “Ero nella sezione C, il primo anno eravamo in ventinove e la nostra classe era sopra l’ufficio del preside. Sono stati anni bellissimi.”

LEONE: “Buono, perché ho sempre studiato.”

D. Anche da piccolo/a sognava di fare il/la prof?

FERRI: “Macché, sognavo di andare alle olimpiadi!”

MURTAS: “Sì, da piccola sognavo di fare la prof., ma al liceo mi erano venute un po’ di insicurezze.”

LEONE: “Sognavo di fare la biologa marina.”

D. Può dare un consiglio ai ragazzi più impauriti?

MURTAS: “Molti ragazzi si sentono più responsabili dopo aver fatto le scuole medie. Bisogna impegnarsi, ma anche mantenere le proprie passioni al di fuori della scuola.”

VINO: “Di vivere il momento, la vostra paura, perché dire di non averla è sbagliato.”

D. Qual è la sua materia preferita da insegnare e quella che le è meno piaciuta?

LEONE: “La mia preferita è scienze, ma non ne ho una odiata.”

MURTAS: “La materia preferita che insegno è storia, perché dà la possibilità di far ragionare i ragazzi. Quella che mi piace di meno è geografia, perché risulta noiosa.”

D. Le piaceva la scuola?

VINO: “Sì sì, mi piaceva tanto. (Non è vero!)”

FERRI: “Non molto.”

D. Da ultimo… Può salutare il giornalino e i suoi lettori?

LEONE: “Ciao a tutti!”

FERRI: “Ciaone!”

VINO: “Saluto tutta la redazione dell’Olubra e auguro di essere sempre appassionati e incuriositi.”

MURTAS: “Saluto tutti con un po’ di invidia e vi spingo a continuare così.”