Recensione del libro “Solo una parola” di Matteo Corradini

di Sofia Maiocchi, Emma Tosca, Francesca Signorino Gelo

02/03/2020

Autore: Matteo Corradini

Illustratrice: Sonia Cucculelli

Editore: Rizzoli

Questo libro racconta la storia di tre ragazzini di nome Roberto, Alvise, Lucia che vivono a Venezia nel periodo che precede la Seconda Guerra Mondiale. Erano tre bambini “normali”, o almeno, così avevano sempre creduto, finché, da un giorno all’altro, alla radio si sentì una notizia contro le persone con gli occhiali, chiamate con disprezzo “occhialuti”. Roberto, alcuni suoi familiari e alcuni amici portano gli occhiali. Il bambino prima è incredulo ma poi si accorge che molti credono al pregiudizio che gli occhialuti siano diversi e pericolosi. Addirittura alcuni scienziati hanno affermato che le persone con quegli oggetti sul naso appartengano a “razze inferiori”. Come conseguenza, il negozio di ottica del padre di Alvise, l’amico di Roberto, è stato rovinato da vandali e i maestri occhialuti sono stati licenziati. Non solo, anche i bambini e le bambine occhialute sono stati espulsi dalle scuole. Allora la famiglia di Alvise decide di scappare e la stessa cosa vorrebbero fare quelle di Roberto e Lucia ma non tutti ci riescono. Roberto si nasconde con i suoi in una soffitta abbandonata… riusciranno a salvarsi?

Se il libro fosse un colore, sarebbe di una tonalità triste e spenta da un lato, dall’altro dovrebbe ricordare la rabbia, come il nero. Se fosse un oggetto, sarebbe un coltello, perché ha “tagliato” in due la società. Se fosse un animale, sarebbe una pantera che aggredisce la società. Se il libro fosse un fiore, sarebbe appassito.

Questo libro ci è piaciuto molto, ci ha fatto riflettere su come le persone possano essere crudeli verso gli altri diversi da loro e a come una parola possa fare molto male se usata nel modo sbagliato per colpire invece di comunicare. Dobbiamo capire che la cosa più importante è ragionare con la propria testa.

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