23 maggio 2022: commemoriamo la strage di Capaci

a cura della classe 2 ^A

21/5/2022

La nostra classe, insieme a tutte le classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado di Castel San Giovanni e Sarmato e alle classi quinte delle primarie dell’istituto, hanno lavorato, durante quest’anno scolastico, affiancate dall’Associazione Libera, per realizzare percorsi di formazione sulla legalità. Alcune classi hanno incontrato Margherita Asta, dedicato una targa ai suoi fratellini e alla mamma, vittime della strage di Pizzolungo, nel giardino di via Fratelli Bandiera a Castel San Giovanni, hanno letto libri, in particolare “Che storia, la giornata contro le mafie” e incontrato l’autore, Daniele Nicastro, celebrato la giornata della Memoria e Impegno per le vittime innocenti delle mafie. Dopo aver ultimato il nostro percorso, con la nostra classe, abbiamo rielaborato il libro letto in un video che vi proponiamo, per commemorare l’anniversario della strage mafiosa di Capaci, nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

“Il filo della Memoria – Hidden Figures – Sulle tracce di Anne Frank”: la nostra mostra

a cura della redazione

19/5/2022

Tutti siamo legati dal filo della nostra umanità, che ci viene in soccorso nei momenti di fragilità, di bisogno e che ci fa condividere le gioie e i traguardi raggiunti. A volte perdiamo il filo del discorso, siamo distratti, indifferenti, ci serve un filo di Arianna per ritrovare la strada nel labirinto che spesso costruiamo intorno a noi. Questo filo ci riporta alla base dell’essere umani, al rispetto dei diritti di tutti e possiamo ritrovarlo vivendo con partecipazione il presente e coltivando la Memoria del passato. Il filo del percorso che si è snodato durante il presente anno scolastico si è riavvolto attorno al momento finale nel quale le classi terze hanno presentato le loro riflessioni e i loro lavori.

Siamo partiti prendendo spunto, per la metafora del filo, dalla figura di Tina Pesaro, come descritta nel libro “Luci nella Shoah”, di Matteo Corradini. Accendendo le luci su Tina Pesaro, abbiamo potuto ripercorrere un tratto della nostra storia locale e della storia di una persona che è vicinissima a tutti noi. Una figura nascosta e luminosa insieme. Tina, infatti, come tutti noi, era legata alla sua famiglia da un filo robusto e cuciva la sua vita insieme ai suoi parenti, creando un bellissimo tessuto colorato. Ma la storia dell’odio e dell’indifferenza umana aveva cominciato a disfare quello che la famiglia aveva creato, strappando, distruggendo e calpestando senza pietà: le leggi razziali avevano infatti appeso ad un filo la vita di molte persone. E alla fine, quel filo, per milioni di esseri umani, venne tagliato; anche per Tina si spezzò il filo di famiglia che diventò un filo di Memoria. Il destino di Tina Pesaro si compie quando il 6 agosto 1944 arriva ad Auschwitz con l’ultimo convoglio dal campo di transito di Fossoli e si snoda parallelo a quello di un’altra giovane, Anne Frank, che arriva ad Auschwitz un mese dopo, il 6 settembre 1944. Entrambe saranno travolte dagli stenti e dalla malattia e se ne andranno a poche settimane di distanza, di lì a qualche mese. I ragazzi delle terze di Castel San Giovanni e Sarmato hanno preparato, nel corso di questi mesi, dei “libri d’inciampo”, che contengono le loro riflessioni, ricerche e rielaborazioni sul lavoro fatto incentrato sulla lotta alle discriminazioni.

Anche Anne Frank, figura nascosta, dal suo rifugio, è come un faro luminoso per i milioni di persone che leggono il suo diario e le sue parole, grazie alle quali riesce a sopravvivere ed è, per noi oggi, una luce nella Shoah. Una rappresentanza della nostra scuola è partita alla volta di Amsterdam “sulle tracce di Anne Frank”, per ripercorrere la sua storia visitando i luoghi dove ha vissuto e per rinnovare le emozioni ed entrare in profondità nella Storia. Nella mostra sono esposte le tracce del loro percorso.

Matteo Corradini, curatore dell’edizione 2017 del “Diario” di Anne Frank per la casa editrice Rizzoli, ha dato supporto alle classi in merito al progetto e tenuto incontri di preparazione al viaggio ad Amsterdam. Ci ha anche fornito materiale per la mostra: libri su Anne Frank e libri d’epoca, degli anni Trenta, identici a queli che Anne leggeva. Nel “Diario”, infatti, scrive che i libri erano attesi con impazienza da tutti coloro che vivevano nascosti nella casa sul retro, erano come regali per nutrire la loro anima, impaurita e offesa dagli eventi; i benefattori della famiglia Frank, infatti, insieme al cibo portavano ai clandestini anche libri e riviste.

Un gruppo di ragazzi che partecipano al progetto Erasmus +Human rights, hidden figures” ha viaggiato verso la Spagna, a Saragozza ed ha ospitato i compagni spagnoli in uno scambio all’insegna della ricerca, della conoscenza e del rispetto. I diritti umani sono l’antidoto all’intolleranza, vanno esercitati ogni giorno, rintracciati nelle piccole cose come nei grandi eventi storici. La mostra restituisce ai visitatori anche i loro lavori, come tanti fili che si uniscono insieme per diventare una corda forte e robusta, che ci tiene uniti e ci sorregge quando camminiamo con fatica e che possiamo lanciare a chi ha bisogno di essere aiutato, diventando abitudine di impegno quotidiano. Anche di questo percorso, si trovano tracce nella mostra.

Durante l’inaugurazione della mostra, avvenuta alla presenza degli assessori all’istruzione di Castel San Giovanni e Sarmato, di Matteo Corradini e di una folta rappresentanza di professori, genitori e ragazzi, abbiamo potuto ascoltare un video messaggio di Donatella Cipolato, figlia di Virginia Gattegno, l’ultima superstite di Auschwitz del ghetto di Venezia; la sua vita è stata ricostruita nell’ultimo libro di Corradini “Per chi splende questo lume”.

Ha completato l’inaugurazione, il gradito concerto del gruppo musicale d’istituto, guidato dal professor Stefano Cirinnà.

Tutti abbiamo cercato degli spunti per annodare il filo della Memoria all’oggi, per legarci alla famiglia di tutti gli uomini. Questo è il filo indistruttibile, che non si potrà mai spezzare e che dobbiamo usare per tessere le nostre vite.

Inauguriamo la mostra “Il filo della Memoria- Hidden figures- Sulle tracce di Anne Frank”

A cura della redazione

17/5/2022

Domani, alle ore 17.00, inaugureremo la mostra finale delle attività svolte quest’anno dalle classi terze delle scuole secondarie “G. Mazzini” di Castel San Giovanni e “G. Moia” di Sarmato nell’ambito dei progetti “Didattica della Memoria” ed “Erasmus+”. Vi aspettiamo!

Ad Amsterdam, sulle tracce di Anne Frank

a cura della redazione

13/5/2022

Il percorso è stato lungo, l’attesa tanta ma alla fine è arrivato il momento di partire. Il nostro gruppo di ragazzi delle scuole secondarie “G. Mazzini” e “G. Moia” di Castel San Giovanni e Sarmato, accompagnati dalle professoresse Antoniotti, Braga e Ceruti e dall’esperto Matteo Corradini, è volato ad Amsterdam “sulle tracce di Anne Frank”.

Avevamo lavorato, nei mesi precedenti, sulla figura di Anne Frank: il suo “Diario” è una delle opere più lette e tradotte al mondo e l’edizione italiana, per la casa editrice Rizzoli, è stata curata da Matteo Corradini. Così, con molte aspettative e con un po’ di emozione, siamo arrivati nella capitale olandese.

Ad accoglierci, un sole limpido, la luce chiara, i riflessi dei canali, alberi leggeri e nuvole di semi volanti, sciami di biciclette, le facciate rosse e bianche degli edifici. Dopo la visita al Rijksmuseum, che conserva opere di Rembrant, Vermeer e degli artisti del Secolo d’Oro della pittura olandese, il Seicento e al Van Gogh Museum, dedicato al famoso artista, ci siamo addentrati nelle vie di Amsterdam per approfondire la figura di Anne Frank.

Ci siamo diretti all’Apollohal, centro sportivo dove Anne e Margot, la sorella, praticavano pattinaggio e canottaggio, al liceo ebraico “Maimonides” che Anne e la sorella hanno frequentato fino a quando si son nascoste, ai magazzini dell’Opekta, la ditta che produceva pectina e commercializzava spezie del padre di Anne, Otto Frank.

In ognuno dei posti che riguardavano la vita di Anne Frank, abbiamo letto brani del “Diario” che li ricordavano. E’ stata un’esperienza molto emozionante.

Dopo una visita al museo della scienza e tecnologia “Nemo”, costruito da Renzo Piano e affacciato al porto, siamo arrivati ad una tappa molto importante del tour: la sede della ditta Opekta, in Prinsengracht 263, che è anche chiamata “Casa di Anne Frank”, un museo che conserva le stanze dove Anne, la famiglia e altre quattro persone si nascosero per sfuggire alle persecuzioni antisemite dei nazisti. La “casa sul retro”, come la chiama Anne, rimase il loro rifugio per due anni, prima dell’arresto e la deportazione nei campi di sterminio.

Un altro momento molto importante è stato quello della visita alla casa di Anne Frank che ospitò la sua famiglia dal 1933 al 1942, prima della clandestinità. Si trova nel quartiere Merwedenplein ed è oggi usata, dal governo olandese, per accogliere scrittori perseguitati nella loro patria. Salire le scale della casa, sedere nel soggiorno dove ricevette in regalo il diario, vedere lo scrittoio dove Anne cominciò a scrivere all’amica immaginaria Kitty è stato molto toccante. Ci ha accolto Menno Metselaar, uno dei più grandi esperti della vita di Anne Frank ed, in seguito, abbiamo incontrato Dafna Fiano, la traduttrice del diario dall’olandese all’italiano. Dafna è nipote di due ebrei sopravvissuti alla Shoah (il nonno, Nedo, è sopravvissuto ad Auschwitz) e ci ha raccontato la storia della sua famiglia. Del quartiere Merwedenplein abbiamo molte foto d’epoca che raffigurano Anne con le amiche e la famiglia, abbiamo provato ad analizzarle e replicarle. In zona si trova anche la cartolibreria dove Otto Frank acquistò il diario, e la casa di Peter Van Pels, amico di Anne e inquilino della “casa sul retro”.

Un’ultima tappa ha toccato la sesta scuola Montessori, frequentata da Anne durante l’infanzia. In questa scuola, è ancora presente la classe di Anne che viene usata tutt’ora e ospita bambini e bambine. Sono stati decine i bambini che vennero espulsi dalla scuola durante la Shoah e si persero nei campi di sterminio.

Concludiamo con alcuni numeri del viaggio ad Amsterdam:

-circa 45 km di strada camminata

-115 automobili Tesla incontrate

-50 pietre d’inciampo nelle quali siamo inciampati

-2 milioni e mezzo di biciclette in città

-10 luoghi di Anne visitati

-761 i giorni di Anne nascosta

-113 il numero del volo di ritorno

-milioni di semi di olmo portati dal vento.

Infine, alleghiamo un video on the road, che riporta rumori, suoni, immagini in presa diretta. Buona visione!

Incontro con l’autore Daniele Nicastro

Di Luca Dantoni

13/5/2022

Il giorno 13 maggio 2022, dopo avere lavorato sul suo libro per mesi, i ragazzi delle seconde delle scuole secondarie “G. Mazzini” e “G. Moia” di Sarmato, insieme ad alcune classi quinte della primaria, hanno incontrato l’autore Daniele Nicastro. L’incontro si inserisce nel progetto “Legalità, una scelta vincente”, portato avanti dall’Istituto insieme all’Associazione Libera. Era presente all’incontro anche Antonella Liotti, responsabile provinciale dell’Associazione Libera. In un primo momento, i ragazzi della 2 A hanno presentato il loro lavoro “Viaggio nel libro Che storia! La giornata contro le mafie” e quindi, ogni classe ha posto le domande, che aveva preparato, all’autore.

D- Scrive solamente libri sulla legalità o anche su altri argomenti?

R- Non scrivo solo libri sulla legalità anche se per me è un argomento molto caro. Scrivo libri di vario tipo, giallo, horror, classico e contemporaneo. La legalità è un tema che si incrocia con quello della crescita. Scrivo di tutto. Per me la legalità è importante perché i miei genitori sono nati in Sicilia e io ho notato tracce di comportamenti mafiosi.

D- Ha mai avuto paura di scrivere un libro sulla mafia o ha subito conseguenze dopo la pubblicazione ?

R- No, non ho mai avuto paura e nessuna conseguenza. Scrivendo questo libro non ho fatto nomi e cognomi su persone mafiose. Tacere aiuta i prepotenti, è sbagliato. Oggi ci siamo guadagnati la volontà di parola. Quando però sono andato a presentare Grande, un mio libro, in Sicilia, mi presentava un giudice esperto in crimini mafiosi: lui aveva la scorta quando ho presentato, la mafia è sempre molto vicina a noi. I giornalisti a Piacenza che hanno scritto sul capannone confiscato di Calendasco, ad esempio, hanno subito minacce per diffamazione e il sindaco era stato messo sotto scorta. Questo è un esempio di intimidazione molto vicino a noi.

D- In base alla sua esperienza, che consiglio potrebbe dare ai ragazzi su come reagire in modo corretto contro l’illegalità?

R- Le parole sono fondamentali per costruire la memoria e tramandarla alle nuove generazioni. Consiglio di usare le parole e cambiare la nostra mentalità, certi atteggiamenti vanno prevenuti. Noi siamo qui per parlare con voi di questi argomenti per farvi capire che tutti noi abbiamo la responsabilità di prevenire questi avvenimenti, con la conoscenza e l’educazione.

D- A cosa si è ispirato?

R- Ho deciso di partire dalla prepotenza, come per esempio dall’estorsione, da un comportamento scorretto durante una partita di calcio nella quale non viene segnalato un fallo e la palla rotola vicino al capannone, da dove è partita tutta la storia. Quello che hanno in comune le mafie è la prepotenza e l’estorsione. La prepotenza è la stessa che muove il bullismo.

D- ha conosciuto qualcuno dei familiari delle vittime della mafia di cui parla nel libro?

R- Non ho conosciuto direttamente i protagonisti del libro, ho però avuto il piacere di conoscere Rita Borsellino, che ha detto a Libera di raccogliere e diffondere libri sulla legalità come questo.

D- Come mai ha deciso di trattare nel suo libro tematiche delicate come bullismo, omertà e mafia?

R- Questo era un libro che doveva contenere questi argomenti importanti. Doveva essere una storia che aiutasse a riflettere con colpi di scena e temi importanti. Io voglio scrivere libri che lascino il segno e che facciano fare a noi lettori un’esperienza. 

D-   Nel suo libro le storie delle vittime di mafia vengono narrate e svelate a partire dalle domande dei ragazzi. Come mai ha deciso di utilizzare questa tecnica?

R- Questa tecnica l’ho usata perché voglio ispirare le persone a scoprire e raccontare argomenti difficili. In questo modo è più facile immedesimarsi con i protagonisti ed entrare nella storia, empatizzando con loro.

D- Come è nata la sua passione per la scrittura e in particolare rivolta ai ragazzi.

R- Io volevo essere libero, qualche volta mi sentivo un po’ intrappolato dalle decisioni dei miei genitori. Ho scoperto che, leggendo un libro, potevo vivere un sacco di vite, immergermi in nuovi mondi e sentirmi in un altro luogo. Ho scoperto che potevo poi creare le mie storie: già dalle scuole medie scrivevo e nel tempo ho scoperto come scrivere, la tecnica e poi l’ho applicata alle mie storie. Così mi sono impegnato tantissimo per realizzare il mio sogno è diventare scrittore.

D- Nel suo libro, grande spazio ha il tema della responsabilità personale e della possibilità di trasformare la propria mentalità a partire dalle piccole cose quotidiane. Pensa che questa strada, che a volte ci sembra così difficile, possa davvero essere quella giusta?

Sì, sono convintissimo. Può sembrare una cosa difficile ma poi alla fine è semplice. R- Quando si hanno problemi la tentazione di lavorare con e come un mafioso, può venire. Per questo si devono subito imparare a rispettare le regole ed entrare nella legalità. Secondo me la mafia è come una malattia. Certamente i comportamenti devono essere educati e si deve lavorare insieme. Anche nelle piccole cose si trova la legalità, anzi, parte proprio da lì.

D- I personaggi e la storia raccontata sono reali o inventati?

R- Alcuni sono inventati ed altri veri. I fatti sono tutti veri. Per scrivere questo libro ho fatto diverse ricerche tra articoli di giornali e libri già scritti. Tra le righe del libro ho anche aggiunto Antonella Liotti, la responsabile di Libera Piacenza.

D- Nel libro ci ha colpito l’accostamento tra i mafiosi ed i bulli e la parte in cui si parla dell’omertà: lei scrive: “bisogna trovare il coraggio di reagire anche se i fatti non ci riguardano di persona”. Per noi ragazzi non è sempre facile assumere questo comportamento, quali consigli potrebbe darci?

R- Quando ci si trova nella situazione, diventa difficile: a quel punto bisogna tirare fuori il coraggio e la nostra forza d’animo per aiutare noi stessi e la comunità attorno a noi. Ci vuole molto coraggio, ogni giorno.

D- Un personaggio che ci ha colpito nel libro è Oscar e la frase che pronuncia a Filippo “Papà dice che i soldi, puliti o sporchi, non hanno odore. Ha ragione! Basta che ci siano.” Non è sempre facile scegliere tra ciò che è bene e male, come possiamo fare la scelta giusta e capire da che parte stare?

R- Oscar è un personaggio importante di questo libro, non è il cattivo. Lui è arrabbiato per quello che è successo al padre, coinvolto innocentemente in giri mafiosi e licenziato proprio per colpa di mafiosi. La collaborazione conta, non sempre possiamo risolvere da soli i nostri problemi, insieme siamo più forti. Come detto dai ragazzi della 2 A, si può sbagliare ma bisogna rimediare ai propri errori.

D- Ha mai assistito ad un episodio omertoso? 

R- Credo proprio di sì, quando ero a scuola anche se non era legato alla mafia ma al bullismo. Non riesco a sopportare le ingiustizie, ero molto infastidito se mi accorgevo di qualche forma di violenza e ingiustizia. Bisogna avere il coraggio di denunciare, stare vicino a chi è più in difficoltà.

D- Perché ha scelto dei ragazzi come protagonisti del libro? 

R- Scegliere dei ragazzi è importante per un libro per ragazzi, per avvicinarsi di più al giovane lettore. Per me inserirli era importante per farvi immedesimare nella storia. D-Cosa avrebbe fatto al posto di Oscar? 

R- Io mi sono messo nei suoi panni ma non so bene come dirvelo. Nella vita vera probabilmente mi sarei arrabbiato anche io: rinunciare ad uscire, come per esempio andare al cinema con gli amici perché i soldi in casa erano pochi. Finché però non ci si trova in una situazione di questo tipo non si sa bene come reagire anche se bisogna sapere come comportarsi. Bisogna eventualmente chiedere aiuto.

D- Perché un autore di libri per ragazzi ha deciso di affrontare un tema così importante e impegnato? Ha fiducia nei giovani? 

R- Perché vorrei che questo libro sia letto dalle scuole elementari, dai bambini. Io cerco di pensare come fate voi per scrivere i miei libri, scrivere per ragazzi è molto complicato perché si cresce e cambia il modo di leggere e quindi l’autore deve cambiare il modo di scrivere. Io ho molta fiducia nei ragazzi perché mi aiutate nello scrivere i miei libri. Sì, in questo caso ho cambiato il nome di Calendasco. 

D- Quale fatto o personaggio l’hanno spinta maggiormente a trattare il tema della legalità? 

R- Questo libro, “Che storia!” è nato in un modo particolare, da una storia di mafia finito bene. Nel mio successivo libro “Grande”, scritto da me e anche da ragazzi che hanno fatto una cosa sbagliata e che si ritrovano davanti ad una scelta importante.Mi sono ispirato ad un fatto successo veramente nel paese di miei genitori in Sicilia, nel quale i ragazzi protagonisti devono scegliere se schierarsi dalla parte giusta o da quella che conviene maggiormente.

D- Ha intenzione di scrivere altri libri per ragazzi con il medesimo argomento? Quali sono i suoi ultimi libri?

R- Certamente, io voglio scrivere storie che suscitino domande, che non diano risposte certe, ognuno deve interrogarsi e trovare delle soluzioni. Mi interessano i libri che parlano di crescita, del diventare grandi, adulti. Mi piace scrivere sempre storie nuove. I miei nuovi libri, ultime uscite, sono “Il ponte dei cani suicidi”, un libro a sfondo misterioso, horror, in cui il protagonista deve affrontare le sue paure e i suoi problemi. Un altro libro è “Vengo io da te” che parla di musica e videogiochi, due mie grandi passioni. Ma c’è anche un mistero legato alla scomparsa di un ragazzo. Il mio libro più famoso, “Grande” è diventato una fiction realizzata da ragazzi. Tutti i libri suscitano emozioni, passioni e questo deve essere una caratteristica di tutti i libri, non solo dei miei.

Il sogno della Libertà

di Jonathan Lika

5/5/2022

E’ il 24 Aprile  del 1945, una giornata uggiosa qui a Milano. E’ sera e mi trovo nella mia camera avvolto dai miei pensieri. La guerra continua… ma è forte la speranza. Io mi chiedo: ”Com’è possibile che tutti questi esseri umani vengano uccisi da altri umani solo perché considerati inferiori, com’è potuto succedere?”

“Quando finirà mai questa guerra? Spero presto…”

I Nazifascisti sono ancora qui in Italia, i partigiani però difendono il nostro paese. Oggi c’è stata una protesta in piazza contro la guerra, a favore della pace, io ero presente. Eravamo  tutti a sventolare la bandiera italiana con striscioni e cartelloni a favore della libertà. Tutti in coro abbiamo cantato: “L’Italia è il nostro paese, Viva la libertà!!” Mentre tornavo a casa, ho incontrato un ragazzo di nome Mario, un partigiano: “Ciao, mi chiamo Mario, piacere di conoscerti.” “Ciao io sono Jonathan, è un piacere anche per me. Come va contro i Nazifascisti?.” Lui mi ha rassicurato: “I Nazifascisti sono molto forti, però sembra si stiano arrendendo”. Io, molto contento, sono tornato a casa. Sogno, domani, con i miei genitori, di sentire un annuncio alla radio: “Attenzione: ritirata dei Nazifascisti sul territorio italiano!” Andremo tutti in piazza a festeggiare, ringrazieremo i partigiani e i nostri alleati per l’Italia finalmente libera!

https://www.liberta.it/news/cronaca/2022/04/27/alberi-in-memoria-dei-sette-fratelli-cervi-esempio-di-scelta-di-amore-per-la-liberta/

Dannato calcio…

di Angela Rebecchi e Luca Dantoni

5/5/2022

Rielaborando la “Divina Commedia”, Luca Dantoni, Diego Barilati e Dennis Varga di seconda A, hanno scritto un testo a sfondo sportivo, calcistico. Buona lettura.

Nel mezzo del cammin della partita,

ci ritrovammo sopraffatti dai quei diavoli,

la partita era ormai smarrita.

Tutti gridavan che a noi non eran favorevoli,

i tifosi eran impazziti,

sembrava una di quelle difficili amichevoli.

Tu dèi saper che ormai eravam finiti,

l’arbitro per noi non fischiava mai un fallo,

eravam con lui imbestialiti.

Questi non han mai preso giallo,

era il lor modo di giocare, orrendo, 

facendo male vincevan ogni rimpallo. 

Ed ecco verso di noi venir correndo

un giocator con il pallone,

lo fermammo, cadde e iniziò a lamentarsi fingendo:

l’arbitro sembrava esser stato pagato un milione,

alzò un urlo: “Calcio di rigore!”

così facendo ci riempì di umiliazione. 

Io e’ compagni eravamo pieni di dolore 

quando finimmo la partita e tornammo a casa:

speriamo che la prossima sarà migliore!

Dante Alighieri… influencer

di Angela Rebecchi e Luca Dantoni

5/5/2022

La classe 2^ A ha ricevuto un compito: rielaborare il testo della “Divina Commedia” in chiave moderna. Vi proponiamo un testo creato da Angela Rebecchi e Micol Tosca che hanno rivisto il testo in chiave social. Buona lettura.

Nel mezzo di cammin di nostra vita 

mi ritrovai in un locale oscuro

che la mia pagina web era smarrita.

“Miserere di me” gridai al barista

“aiutami ho dei problemi abissali

quel che tu sia o omo o apprendista!”

Risposemi “Non omo, influencer già fui

i miei follower furono italiani e mondiali,

ma ora mi ritrovo nel locali più bui!”

Ma tu perché ritorni cosi furibondo?

Perché non esploriamo il più nascosto dei web

Che è principio e cagion di tutto il mondo?”

“Or sei tu quell’Influencer famoso

di quell’importante profilo”

risposi io con aria da ansioso.

“Dinanzi a me, ci sono cose create 

dalle più celebri persone, 

e gli uomini comuni le hanno rovinate.”

E io che dall’orror avea la testa piena di pensieri 

dissi: «Maestro, cosa sono questi suon di notifiche, 

sembran una battaglia tra guerrieri!».

Ed elli a me: «In questo posto ci sono

tutte l’anime triste di coloro 

che rispondon con un “OK” senza tono.”

L’inaugurazione della nostra Biblioteca scolastica

di Angela Rebecchi e Luca Dantoni

27/4/2022

Cari lettori, sono più di dieci anni che il nostro istituto ha in mente di sistemare e rinnovare la nostra biblioteca scolastica che si trova al piano terra della scuola media “Mazzini”. Dopo tutto questo tempo, finalmente, siamo riusciti a darle una nuova veste e a renderla uno spazio innovativo e accogliente grazie a progetti di rifacimento e anche a finanziamenti esterni.

L’estate scorsa, infatti, l’amministrazione comunale di Castel San Giovanni ha tinteggiato tutte le pareti interne della scuola e quindi, grazie alle risorse avute in seguito all’approvazione di un progetto specifico, le nostre insegnanti Antoniotti e Cesena, aiutate dalla prof. Murtas e Pedretti hanno iniziato il lavoro di riqualificazione. Per coinvolgere anche i ragazzi, è stato proposto un laboratorio d’arte per l’abbellimento degli spazi con l’esperta pittrice e restauratrice Maria Colonna, a cui hanno partecipato una ventina di alunni delle classi seconde e terze.

Il risultato è stato, secondo noi, sorprendente, soprattutto vedendo le immagini che mostrano come gli spazi erano prima della loro ristrutturazione.

Il giorno dell’inaugurazione, noi ragazzi della 2^A e i partecipanti al laboratorio d’arte, siamo andati in biblioteca, dove erano presenti l’ex preside Angeleri, la nostra prof. di lettere Antoniotti, ed altre persone importanti per la scuola che hanno finanziato il progetto – biblioteca, come l’associazione Avis. Sono intervenuti l’assessore Federica Ferrari, lo scrittore Matteo Corradini, che ha parlato della biblioteca come di una stanza in più della propria casa e l’esperto consulente INDIRE Angelo Bardini, che ha sottolineato che chi legge ed ha libri a casa ha risultati scolastici migliori, quindi mettere a disposizione dei libri per i ragazzi è anche una questione di giustizia sociale.

Noi eravamo molto emozionati e felicissimi, perché la parola è passata anche alla nostra classe che aveva preparato un video sul tema “La scuola che vorrei” e che è stato molto apprezzato da tutti.

Una volta finita l’inaugurazione, siamo usciti ad ascoltare il Gruppo Musicale della nostra scuola che, guidato dal prof. Cirinnà, si è esibito suonando e cantando canzoni.

Concludiamo con un video, creato dalla professoressa Antoniotti, che mostra le immagini della trasformazione della biblioteca e degli spazi adiacenti (corridoio, giardino) durante le varie fasi del progetto di abbellimento. Buona visione e vi aspettiamo in biblioteca con la nostra mascotte Moby Dick, la balena bianca in volo, che è il simbolo della creatività, della ricerca e della nostra passione!

La scuola che vorrei

a cura della classe 2 A

27/4/2022

Buongiorno a tutti, siamo gli aLunni della classe 2^A. Qualche mese fa, la nostra professoressa Antoniotti ci ha assegnato un compito: riflettere sulla scuola che avremmo voluto frequentare, come avrebbe dovuto essere riguardo gli obiettivi, i contenuti, gli spazi. Così abbiamo ragionato da soli e in gruppo, abbiamo scattato delle foto alle aule e agli ambienti scolastici per provare a disegnare le nostre idee e rendere gli spazi come avremmo voluto. Abbiamo raccolto il lavoro nel video “La scuola che vorrei”, che ora vi mostriamo.

Ah, dimenticavo, nel video non troverete la biblioteca: quando abbiamo visto come era stata sistemata, abbiamo capito che era proprio come avremmo voluto!

Buona visione.