La giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

a cura della redazione

19/3/2022

Nel 2017,  con voto unanime alla Camera dei Deputati, è stata approvata  la proposta di legge che istituisce e riconosce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Questa commemorazione è stata promossa e portata avanti dall’Associazione LIBERA, che dal 1996 celebra questa lettura come una preghiera di speranza. Anche i ragazzi del nostro istituto leggeranno i nomi delle vittime e si uniranno a tutte le voci che il 21 marzo si alzeranno per dire no alle ingiustizie.

Lo “Stendardo Nuovo” della classe 1 E

di Angela Rebecchi e Luca Dantoni

9/3/2022

Buongiorno, oggi siamo in compagnia della classe 1^E che, guidata dalla prof. Maria Antonia Rao, ha ricreato, modernizzandolo, lo Stendardo di Ur, un famoso reperto archeologico dell’epoca sumera, risalente a più di 2500 anni fa. Abbiamo intervistato i ragazzi della classe che ha portato a termine questo impegnativo e originale progetto artistico. 

Lo stendardo di Ur (http://www.didatticarte.it/Blog/?p=11406)
  1. Da dove è nato questo progetto? 

Studiando la civiltà sumera, ci ha colpito molto lo Stendardo di Ur, uno stendardo formato da due facciate rettangolari e due laterali di forma trapezoidale. Noi abbiamo cercato di riprodurlo rinominandolo “Stendardo Moderno”. L’antico stendardo è in legno mentre quello che abbiamo fatto noi è stato realizzato con carta e cartone. 

  1. Cosa rappresentano l’antico stendardo e quello “Moderno”?

L’antico stendardo di Ur, nei lati principali, che vanno letti dal basso verso l’alto, da una parte presenta scene di guerra mentre dall’altra scene di pace. Abbiamo deciso di rifarlo modernamente perché c’è un grande collegamento con l’attualità, infatti sullo Stendardo Moderno, sempre dalla parte dei lati, abbiamo pensato di rappresentare scene dedicate ai momenti vissuti durante il Corona Virus e scene, invece, che celebrano la normalità, la quotidianità e la spensieratezza. Sui fianchi, a forma di trapezio, invece, sono stati raffigurati temi che evocano pace e serenità, ma anche responsabilità e civiltà.

Un momento dell’intervista alla classe 1E
  1. Come avete realizzato il lavoro?

Abbiamo realizzato questo lavoro con carta, cartone e fogli da disegno. Abbiamo disegnato sui fogli le figure che poi abbiamo ritagliato e incollato sulle facce dello stendardo realizzato in cartone. 

  1. All’interno di quale percorso è stato ideato questo progetto?

In arte stavamo studiando la civiltà antica dei Sumeri che creò l’originale “Stendardo di Ur”, fatto in legno con figure costituite da piastre ricavate da grandi conchiglie; nel nostro Stendardo Moderno, invece, le figure sono in cartoncino a  rilievo dipinte con colori caldi, su sfondo blu intenso come nel vero stendardo, a cui ci siamo ispirati.

  1. Come definireste questa opera?

La definiamo un’opera istruttiva e divertente… e, a tratti, anche imbarazzante. Inizialmente, durante “l’esposizione” per le vie della nostra città, Castel San Giovanni,  eravamo timidi ma pian piano la timidezza ci è passata perché abbiamo notato che molti cittadini erano interessati al lavoro fatto da noi. I passanti che abbiamo intervistato, avevano preso seriamente il lavoro e l’hanno definito una raffigurazione che esprime solidarietà, parla di socialità, ecologia e che esprime buonumore e gioia. 

  1. Quanto tempo ci avete impiegato a realizzare questo lavoro?

Per realizzare quest’opera ci abbiamo impiegato circa un mese, il problema è che il tempo meteorologico ci aveva impedito di portarlo in città quindi abbiamo dovuto aspettare qualche altra settimana prima di presentarlo alla comunità Castellana. 

  1. Che significati ha per voi?

Noi volevamo ricordare a tutti l’uscita dalla pandemia dopo un periodo per noi ragazzi difficile, sia con la scuola che socialmente. Come avevamo detto prima ci è servito per sconfiggere la timidezza, l’imbarazzo e portare a tutti un po’ di felicità. 

  1. Quale parte del lavoro vi è piaciuta di più? 

La parte più bella è stata quando abbiamo lavorato in gruppo e sfilato per le strade della città con lo Stendardo Moderno in mano. Per noi è stato un lavoro divertente ma nello stesso momento anche educativo e di apprendimento, siamo davvero felici del risultato ottenuto!

Vi ringraziamo della disponibilità per questa intervista, vi facciamo i complimenti e vi auguriamo buona giornata, alla prossima!

Intervista alla professoressa Ludovica Chiesa

di Adele Gennai e Alessia Mozzi

9/3/2022

Buongiorno Professoressa Ludovica Chiesa, di lei conosciamo solo nome e cognome e la materia che ci insegna. Vorremmo farle alcune domande per saperne di più. Iniziamo!

D: Tre aggettivi per definirsi
R: Mi definisco sensibile, doverosa e disponibile.
D: Quali studi ha fatto?
R: Ho fatto la scuola elementare e la scuola media qui a Castel san Giovanni; poi ho frequentato il Liceo classico europeo al Gioia di Piacenza; poi il corso universitario Triennale di lettere classiche a Milano e adesso sto frequentando il corso universitario Magistrale di filologia moderna, sempre a Milano.

D: Quando e perché ha scelto di diventare insegnante?
R: L’insegnamento mi ha sempre attirata fin da piccola. Poi, mentre facevo l’Università mi sono appassionata anche ad altre cose. Quando mi si è presentata la possibilità, mi ha fatto molto piacere accettare l’incarico come professoressa, anche perché è un’esperienza da cui si impara molto. Essendo ancora all’Università però, vedo comunque i miei insegnanti che spiegano le varie lezioni, e quando sono io invece che devo spiegare a voi, ho spesso paura di non riuscire a spiegare in modo che tutti riescano a capire.

D: Abbiamo iniziato a frequentare le sue lezioni in DAD. Cosa pensa riguardo le differenze tra DAD e scuola in presenza?
R: La DAD si è subito presentata una validissima alternativa nel momento in cui non si poteva fare altro, ma per le scuole medie e le scuole elementari è molto importante poter interfacciarsi con gli altri, più di altre scuole. Già alle scuole superiori e all’Università, essendo più grandi, si può sopportare la situazione molto di più, e la DAD non crea grandi problemi come invece ai bambini e ai ragazzi come voi.

D: Se potesse insegnare un’altra materia per un giorno, quale sarebbe e perché?
R: Mi piacerebbe insegnare scienze, perché quando andavo alle scuole medie, ricordo che la professoressa Ricci mi appassionava quando spiegava questa materia. Vorrei avere la possibilità di insegnare scienze per appassionare anche gli altri.

D: Quale invece non vorrebbe mai insegnare?
R: Educazione fisica, anche perché siete tutti più alti di me, e non sono adatta per una materia come motoria.

D: Un mondo senza la sua materia, secondo lei, come sarebbe?
R: Penso che un mondo senza la mia materia sarebbe un mondo molto chiuso; un mondo dove non c’è spazio per combattere disparità e disuguaglianze, cioè un mondo cupo e quadrato.

D: Se potesse risolvere un grande problema nel mondo, quale sarebbe?
R: Vorrei rallentare il surriscaldamento globale, perché penso sia uno dei problemi più grandi che dobbiamo affrontare ora. Penso che sia giusto anche introdurre una dieta vegetariana per tutti perché può essere un fattore che aiuterebbe nel combattere il problema del clima.

D: Cosa apprezza e non apprezza del suo lavoro?
R: La cosa che apprezzo di più è il fatto di avere l’opportunità di mettersi alla prova. Essendo infatti ancora all’università, ho la possibilità di poter passare da davanti a dietro la cattedra. La cosa che apprezzo di meno è dare dei giudizi: non mi piace dare voti bassi, ma sono sicuramente giusti, anche perché servono per spronarvi e invitarvi a fare meglio.

D: Il suo sogno più grande?
R: Vorrei essere felice e soddisfatta. Vorrei trovare qualcosa che mi renda felice, sia a livello personale sia per quello lavorativo. Vorrei trovare una strada che non mi faccia rimpiangere di alcune scelte, ma che mi faccia arrivare alla fine soddisfatta; vorrei trovare la pace con me stessa. Questo è il mio sogno più grande.

La ringraziamo per la collaborazione e la disponibilità. Alla prossima!

La nostra Galleria d’Arte

di Alessia Mozzi

9/3/2022

Nella nostra scuola, durante le ore di arte e immagine, abbiamo la possibilità di disegnare e comporre quadri con varie tecniche e diversi soggetti, in base all’argomento affrontato riguardante un periodo storico o proposto dai nostri docenti. Ma non vogliamo più che i nostri lavori rimangano chiusi nell’armadio nel corridoio o in classe, vogliamo mostrarli a tutti quanti. Per questo, abbiamo deciso di creare uno spazio del nostro sito per esporre le nostre opere d’arte: la nostra Galleria d’Arte.

Cominciamo con alcuni quadri che ci sono pervenuti e che sono stati realizzati nei mesi scorsi nelle classi del prof. Bernini.

Composizioni create con la tecnica del collage, ispirate alle “teste composte” del pittore Giuseppe Arcimboldo (1527-1593).

Paesaggi di montagna, creati con tecnica mista.

Un progetto per abbellire la scuola

di Caterina Misso, Noemi Kercova, Alessia Mozzi

2/3/2022

Durante l’estate e l’autunno scorso, la nostra scuola ha cambiato aspetto: è stata ritinteggiata e poi decorata grazie ad un progetto guidato dalle professoresse Antoniotti e Cesena. Abbiamo rivolto alcune domande alla prof. Cesena per farci spiegare come è andata.

D- Da dove è partito il progetto?

R- “La scuola più bella” è un progetto che si è posto in continuità con il precedente “La scuola che vorrei” ed è stato finanziato dal Ministero dell’Istruzione. L’obiettivo del progetto era quello di migliorare l’accoglienza della scuola e rendere più gradevole la permanenza attraverso la decorazione di spazi comuni.

D – Com’è stato organizzato?

R – Il progetto è stato organizzato sotto forma di attività laboratoriale extra-curricolare pomeridiana. Ha coinvolto due gruppi successivi di circa 15 alunni ciascuno, che hanno svolto attività in campo artistico-figurativo, seguiti da un’esperta restauratrice, il martedì pomeriggio.

D – Che significato ha la balena che è stata dipinta in biblioteca?

R – La balena, ispirata a quella del romanzo “Moby Dick”, che nuota in un cielo azzurro, porta con sé alcune belle frasi che rappresentano i lunghi e variopinti secoli della storia della letteratura. Questo vuole essere il simbolo del bagaglio culturale e di emozioni che noi insegnanti vorremmo lasciarvi.

D – Quali sono e qual è il significato delle frasi che avete scelto per la scuola?

R – Le frasi scelte sono tratte da libri, opere, sono riflessioni di famosi scienziati che ben rappresentano il luogo in cui sono state scritte. Le frasi sono:

“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”

“La poesia è il big bang del pensiero”

“La gioia nell’osservare e nel comprendere è il dono più bello della natura”

“Fatti dire che è impossibile e dimostra a tutti che puoi farcela”

D – Quali sono gli autori?

R – Malala Yousafzai, J.M. Maulpoix, A. Einstein, Bebe Vio

D – Il risultato è come ve lo immaginavate?

R – Il risultato di tutto il lavoro è stato soddisfacente, sia per quanto riguarda la qualità delle opere realizzate, sia per gli obiettivi educativi raggiunti con i ragazzi. La passione, l’entusiasmo, l’impegno che hanno dimostrato i ragazzi nel corso delle diverse attività hanno ripagato totalmente la fatica del mio lavoro.

D – È stato impegnativo il lavoro? Quanto ci avete impiegato?

R – Il lavoro è stato molto impegnativo sia per il tempo dedicato che per il peso della responsabilità relativa all’esito delle iniziative proposte. La fase progettuale è iniziata nel mese di luglio, è continuata in agosto e in settembre. La vera e propria attività laboratoriale con i ragazzi è stata effettuata da metà ottobre fino all’inizio delle vacanze natalizie.

D – L’idea di abbellire la scuola è un’idea pensata già in precedenza o venuta recentemente?

R – L’idea di abbellire la scuola è sempre stata portata avanti dagli insegnanti, ma in forma più ridotta e meno evidente. Solo nell’anno scolastico 2020-21, grazie agli interventi di tinteggiatura ad opera dell’amministrazione comunale e grazie ai fondi ministeriali, tutti i sogno di una scuola colorata e accogliente sono diventati realtà.

D – Oltre a lei e alla prof. Antoniotti, quali altre professoresse hanno collaborato?

R – Durante la fase di progettazione siamo state aiutate dalla prof. Pedretti, che ora non insegna più nel nostro istituto e per il riordino dei libri della biblioteca dalla prof. Murtas. È doveroso sottolineare che tutto il progetto è stato incoraggiato e sostenuto dalla ex Dirigente Scolastica prof. Maria Cristina Angeleri. 

L’intervista si conclude qui, grazie mille prof. per la collaborazione e per il suo impegno!

“Azione contro la fame” incontra le classi prime

di Mattia Verani, Giada Maiocchi e Noemi Kercova

2/3/2022

Siamo giornalisti delle classi prime e vi parleremo del progetto dell’organizzazione umanitaria internazionale “Azione Contro la Fame” che abbiamo conosciuto perché un’operatrice è venuta a trovarci nelle nostre classi e ci ha spiegato cosa fanno per aiutare i paesi più sfortunati.

Nel 1979 in Francia, più precisamente a Parigi, è nata l’“Associazione Contro la Fame”, perché in quell’anno era scoppiata una guerra in Afghanistan e si voleva aiutare le persone di quel paese donando cibo e acqua. Nel giro di pochi anni, questo progetto si è diffuso in America e in Europa; le basi si trovano negli Stati Uniti, Canada, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Italia. Questa associazione si occupa di combattere la malnutrizione con il cibo terapeutico, composto da pasta d’ arachidi, vitamine e sali minerali. Per salvare un bambino dalla malnutrizione, ci vogliono 8 buste di cibo terapeutico. Ogni anno, l’associazione sceglie, per inviare gli aiuti, uno stato da far conoscere alle persone e da presentare ai ragazzi delle scuole. Quest’anno si aiuterà il Madagascar (conosciuto da tutti per le sue meravigliose spiagge cristalline), la 4° isola più grande del mondo. Il Madagascar è il primo paese al mondo a non avere cibo per colpa del cambiamento climatico (per il quale non ha neanche la responsabilità). In questo paese, non è piovuto per 4 anni e quindi, per questo arco di tempo, gli agricoltori non hanno avuto l’opportunità di irrigare i campi per coltivare qualcosa, oppure neanche acqua da bere per loro e per i loro animali; di conseguenza le persone muoiono di fame. Ma non quest’anno, perché noi li aiuteremo. In questo paese ci sono 25 milioni di persone tra cui 5,7 milioni di bambini che soffrono la fame insieme a 13  milioni di adulti. Grazie ad “Azione contro la fame” abbiamo conosciuto questa difficile situazione e ci metteremo anche noi in azione: organizzeremo una corsa, a maggio, per raccogliere dei fondi. Ve ne parleremo più avanti in un altro articolo.

Il giorno del ricordo

di Sheetel Adheen

2/3/2022

Il 10 Febbraio alle 11:00 presso la Scuola “G.Mazzini” si è tenuta la commemorazione del Giorno del Ricordo.

La classe 3A si è recata nel giardino interno, dove c’era la sindaca accompagnata dall’assessora Ferrari e dal rappresentante del Comitato di Promozione Storico Culturale della Valtidone. E’ stato tenuto un discorso sulla tragedia  degli italiani, ricordando tutte le vittime delle foibe e dell’esodo, dalle loro terre, di istriani, fiumani e dalmati. Come ha scritto il Presidente Sergio Mattarella, bisogna ricordare “le sofferenze, i lutti, lo sradicamento, l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale e le sue conseguenze.”  Per questo motivo, dobbiamo far memoria di coloro che hanno perso la vita inutilmente, a causa delle discriminazioni. A questo proposito, il Comitato e il Comune, come già in occasione della Giornata della Memoria, hanno deciso di rendere concreti due simboli per una memoria condivisa. Infatti, nel nostro giardino ora ci sono due nuove piante: l’ulivo, simbolo di pace, che ci è stato regalato il 27 gennaio e il corbezzolo, regalato il 10 febbraio, simbolo italiano, in quando sulla pianta sono presenti, in certi momenti dell’anno, foglie verdi, frutti rossi e fiori bianchi. Ora questi due alberi cresceranno insieme, come simbolo di vita, memoria e ricordo e noi ce ne prenderemo cura.

La natura come uno specchio

di Aurora Casaroli e Alice Schiavi

2/3/2022

Qualche mese fa, in autunno, la nostra classe ha realizzato un’attività particolare, intitolata “La natura come uno specchio”.

Stavamo lavorando alla conoscenza di noi stessi, in un percorso di orientamento, e abbiamo riflettuto sul fatto che la natura rappresenta un elemento importante della nostra vita perché in essa ci rispecchiamo, riflette le nostre emozioni. Siamo quindi andati nel parco di villa Braghieri, di Castel San Giovanni, e la nostra consegna era di cercare dei volti all’interno della natura: facce sorridenti, tristi, spaventate, sorprese… insomma, umanizzando la natura che ci circondava.

Abbiamo provato a usare i cinque sensi per ascoltare gli alberi, le foglie, i rami, per cogliere i profumi e i suoni. Quindi, ognuno ha trovato una faccia che gli corrispondesse ed ha scritto un breve testo poetico dal punto di vista della natura.

Vi proponiamo qualche esempio.

La luna di Kiev e la nostra

di Marwa Majjati e Carolina Barbieri

02/03/2022

Nel 1960, Gianni Rodari scrisse una poesia intitolata “La luna di Kiev” dedicata ai bambini e alle loro famiglie. Lo scopo di questa poesia era proprio indirizzare i lettori contro ogni guerra e contro ogni forma di discriminazione perché abbiamo tutti gli stessi diritti. Quello che sta accadendo proprio in questi giorni in Ucraina, che ci spaventa e ci addolora perché noi abbiamo a cuore il nostro futuro. Inoltre, testimonia che, di questi temi, non se ne parla mai abbastanza e che certi adulti non hanno ancora compreso il principio dell’uguaglianza dei popoli e il valore della pace.

 Come dice la poesia, siamo tutti sotto lo stesso cielo ed ammiriamo tutti la stessa luna, qui, come a Kiev, come ovunque, quindi siamo tutti uguali e dovremmo supportarci a vicenda. La luna non vede i confini, ci osserva dal cielo e chissà cosa penserà di noi, piccoli uomini che ancora pensano a farsi la guerra.