Erasmus+ Saragozza/Castel San Giovanni
Di Rachele Bertoni, Sophia Cella, Federico Bonizzoni
2/2/2025
Venerdì 10 gennaio, un gruppo di alunni delle classi terze di Castel San Giovanni e di Sarmato è partito all’aeroporto di Bergamo: destinazione Saragozza! Il viaggio è stato fatto nell’ambito del progetto Erasmus+, che promuove lo scambio di studenti tra diverse nazioni dell’Unione Europea all’insegna della promozione di valori universali quali la cultura, le tradizioni, i diritti umani, il progresso. La nostra scuola è partner dell’istituto IES “Clara Campoamor Rodrìguez”, che si trova nel centro di Saragozza. Quest’anno, la prima mobilità si è svolta in Spagna, dove noi siamo stati ospitati dagli studenti spagnoli per poi ospitare loro, in Italia, dal 24 febbraio al 3 marzo.



Arrivati in aeroporto, i ragazzi spagnoli ci stavano aspettando ansiosi. Visto che eravamo arrivati di venerdì e avevamo il weekend a disposizione, prima dell’inizio delle attività con la scuola, abbiamo visitato la città di Saragozza, che è veramente immensa. Continuavano a passare tram e autobus e grandi palazzi solcavano il cielo. Si trova nella regione autonoma di Aragona, a nord della Spagna ed è la principale e la più grande della stessa regione. Il clima era magnifico, si poteva stare anche solo con la felpa. Lunedì siamo andati nella scuola dei nostri ospiti: era bellissima ma soprattutto molto vasta e attrezzata. Erano presenti un bar, tre campi da basket e laboratori di biologia e di chimica. Il nostro viaggio in Spagna non serviva solo per migliorare il nostro inglese e per fare nuove amicizie, ma anche per, come dice il titolo del progetto: “Exploring the past, designing the future” che tradotto significa: “Esplorare il passato, disegnare il futuro”. Infatti, con le nostre attività successive, avremmo scoperto come si viveva nel passato (circa 60 anni fa) e ci saremmo chiesti come sarebbe stato il nostro futuro.
Tra le varie attività che abbiamo fatto durante il soggiorno in Spagna, le nostre preferite sono state: la visita al museo dei pompieri “Fightfires’s museum”, quella all’ “Aljaferìa” un castello costruito nel IX secolo e al museo del futuro, il cui nome era “Mobility Museum”.



Nel museo dei pompieri, abbiamo scoperto le attrezzature che si usavano e che si usano anche oggi. Abbiamo scoperto che in passato era molto difficile spegnere o controllare incendi di grandi dimensioni, inoltre il lavoro dei pompieri era complicato, infatti venivano considerati dei supereroi. Il “Mobility museum” era un museo basato soprattutto sulla mobilità nel futuro, dove abbiamo potuto provare dei simulatori di guida di un’auto a scelta tra quella elettrica, ibrida, a gasolio e a idrogeno. Successivamente, le guide del museo ci hanno dato la possibilità di usare dei visori 3D in cui potevi fare un viaggio in un modello di città futuristica. L’ “Aljaferia” è un castello costruito nel IX secolo e inizialmente era molto decorato con soffitti d’oro e colori che variano dal blu, rosso e verde. Dopo la conquista dei cristiani, ha perso la sua bellezza iniziale, per diventare una fortezza militare. Molte stanze sono state ricostruite come si pensava fossero in passato. La costruzione è gigantesca, ricca di decori e ambienti enormi.



Durante il nostro soggiorno in Spagna, abbiamo potuto anche assaggiare diversi cibi tipici, come per esempio: tapas, paella, croquetas, churros, tortillas des patates, Jamón serrano. I tapas sono stuzzichini serviti nei caffè spagnoli insieme all’aperitivo, possono essere dei tipi più svariati: frutti di mare, cubetti di formaggio, frittata di patate, pezzetti di salsiccia piccante, olive, ecc. Le croquetas sono crocchette realizzate con un composto di besciamella e prosciutto crudo, successivamente impanate e fritte; molto simili alle nostre crocchette di patate. Le tortillas des patates sono una frittata di patate mentre i churros sono dei dolci, tipici della cucina spagnola, a base di una pastella fritta spolverata di zucchero a velo, con l’aggiunta, talvolta, di cannella e serviti con la cioccolata calda. Lo Jamon serrano è il loro prosciutto tipico


Quando non eravamo a scuola, trascorrevamo la maggior parte del tempo con la famiglia che ci ospitava, erano tutte molto accoglienti e disponibili. In casa, le abitudini erano molto simili a quelle italiane. L’unica cosa un po’ diversa erano gli orari: si pranzava alle tre e mezza di pomeriggio e si cenava alle nove. Ma nei weekend la cena si spostava addirittura alle 23! All’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica ad abituarci ai nuovi orari, soprattutto il primo giorno, ma poi ci si adatta al nuovo ambiente. Per la comunicazione non c’erano problemi: parlavamo inglese e ci capivamo benissimo, alcuni di noi italiani utilizzavano anche lo spagnolo. Si notava però che gli spagnoli erano molto più esperti in inglese, infatti loro lo studiano per 5 ore alla settimana! L’ultimo giorno, eravamo un po’ tristi perché avremmo dovuto lasciare Saragozza: in quella settimana c’eravamo divertiti davvero tanto, conoscendo una cultura molto simile alla nostra ma anche con numerose differenze. La cosa più triste era lasciare le famiglie, ci sarebbero mancate davvero moltissimo! Per fortuna, con i nostri amici spagnoli ci vedremo presto, però in Italia!
















































































































