Intervista im…possibile ad Arie Selinger

di Sofia Maiocchi, Francesca Signorino Gelo, Emma Tosca

31/1/2022

Nelle classi terze della scuola secondaria “G. Mazzini”, abbiamo partecipato ad un progetto basato sul libro “Luci nella Shoah” di Matteo Corradini, un esperto con il quale stiamo lavorando. Ci siamo divisi in gruppi e ognuno di noi ha lavorato per conoscere e approfondire un personaggio che aveva subito le persecuzioni razziali all’epoca della Shoah, presentato nel libro di Corradini. Il nostro gruppo, composto da Francesca Signorino Gelo, Emma Tosca e Sofia Maiocchi ha scelto di conoscere meglio Arie Selinger (Cracovia 1937), soprattutto per la passione che Francesca e Sofia hanno riguardo lo sport che praticano e che rappresenta la vita di Arie Selinger: la pallavolo. All’inizio, dopo aver cercato notizie sulla vita di Selinger, abbiamo lavorato per creare una intervista “impossibile”, poi abbiamo scritto una poesia ispirata alla storia del campione e attualizzando i temi della Shoah e infine abbiamo realizzato un video, che speriamo vedrete più avanti. Dopo questa breve introduzione vi lasciamo alla nostra coinvolgente intervista.

Arie Selinger allenatore della squadra femminile dei Paesi Bassi, 1988 (Bart Molendijk / Anefo, CC0, via Wikimedia Commons)

D: “Buongiorno! Buongiorno a tutti, e buongiorno anche a lei signor Arie Selinger, che onore averla qui con noi!”

R: “Buongiorno signorine! Sono molto felice di conoscervi, vi devo dire che il vostro giornalino scolastico mi interessa molto, siete davvero molto bravi!”

D: “La ringraziamo per la sua disponibilità qui oggi.”

R: “Di nulla, anzi ringrazio voi per questa occasione!”

D: “Allora iniziamo subito!” 

D: Il suo nome, per lei, racconta o significa qualcosa di importante?  

R:Il mio nome in ebraico significa “leone”, per me rappresenta la forza e il coraggio che ho avuto quando ero bambino. Ogni tanto penso a come mi sono sentito in quei tre anni nel campo di sterminio con tante persone e bambini che morivano. Bergen-Belsen mi ha insegnato a essere un leone anche nel campo da pallavolo, durante una partita, nel bel mezzo di una competizione importante…ma soprattutto nella vita. Sono sicuro al cento per cento, che se non avessi avuto questa terribile esperienza, non sarei mai diventato l’uomo che sono oggi. Non avrei le stesse abitudini, lo stesso metodo di affrontare i problemi: per esempio, il significato della parola paura per me è cambiato alla luce di quello che ho vissuto.

D:Come la fa sentire la pallavolo? 

R: Oggi ormai sono un po’ anziano, ma da giovane, ovunque io sia andato, mi sono sempre sentito straniero. I nazisti mi hanno fatto sentire straniero nella mia città, mi sono sentito un estraneo quando sono arrivato in Israele e, soprattutto, quando, per lavoro, mi sono trasferito in America e in Olanda. Ormai, c’è solo un luogo che oggi mi fa sentire veramente a casa e quel luogo è un campo da volley. E’ il posto in cui mi sento libero e non contraddistinto da una stella o dalla lingua che parlo.

D: Come ha applicato le regole che ha imparato a Bergen-Belsen alla pallavolo?

R: Ci sono due regole che ritengo importanti da rispettare, soprattutto quando si è in tanti nello stesso posto o in situazioni di pericolo, come in questo periodo. La prima è fare gioco di squadra perché è molto improbabile arrivare lontano senza l’aiuto di nessuno, magari quello che non sa fare una persona lo sa fare un altro, o viceversa. La seconda è non pensare solo con le gambe, ma anche con la testa, perché per esempio nel mezzo di uno scambio di palla non hai tanto tempo per decidere, quindi devi avere il cervello allenato e non solo il corpo come molti possono pensare. Anche oggi ognuno è chiamato a pensare prima di agire, per il benessere di se stessi e degli altri.

Photo by Kampus Production on Pexels.com

D:Una volta uscito dal campo, la pallavolo l’ha aiutato a superare qualche momento di difficoltà?

R: Per tutta la mia vita ho definito la pallavolo come una missione e ho sempre combattuto per lasciare il segno in questo sport. A volte quando mi tornavano in mente alcuni momenti della mia infanzia, non tanto felici, mi andavo a sfogare in palestra.

D: Noi sappiamo che lei sta allenando una squadra, è soddisfatto del lavoro che sta facendo con loro?

R: In questo momento sono molto soddisfatto del lavoro che sto facendo con la mia squadra, sono delle persone fantastiche che si impegnano con dedizione e danno il meglio di loro per arrivare allo scopo di essere delle campionesse. Mi ricordo quando ho guidato la Nazionale femminile di Israele agli Europei del 1967, invece, con quella statunitense, ho vinto la medaglia di bronzo nel campionato mondiale del 1982 e quella d’argento alle Olimpiadi estive del 1984. Non mi ricordo molto del mio periodo nel campo, ma, ho appreso una cosa: non bisogna dimenticare le persone e i fatti importanti, pur essendo gravi e spiacevoli.

D: “questa era l’ultima domanda, la ringraziamo ancora per la sua presenza; ora purtroppo la dobbiamo salutare, è stato un piacere fare due chiacchiere con lei!”

R: “Anche per me è stato un piacere fare questo scambio di parole, spero di rivedervi presto.”

“Le parole illuminate”: per conoscere Anne Frank

di Sheetel Adheen

28/1/2022

Conosciamo tutti Anne Frank, è stata una ragazza molto forte, simbolo importantissimo per la Shoah e, grazie al suo diario scritto nell’alloggio segreto ad Amsterdam, possiamo capire com’era la sua vita o come la scrittura possa salvare una vita. Vi siete mai chiesti come abbia fatto a sopportare il fatto di stare rinchiusa in una soffitta per due interi anni senza mai uscire, convivendo con la sua famiglia ma anche con estranei? Io me lo sono chiesta, perché ho letto il suo diario, curato da Matteo Corradini.

Oggi sono qui per dirvi le mie impressioni: ho letto attentamente il testo e sono rimasta sbalordita, non me lo sarei mai aspettata che una ragazza così giovane, potesse scrivere in modo così approfondito. Mi ha colpito molto il fatto che fosse molto precisa nel nominare i propri sentimenti o anche come parlava con Kitty, la sua unica amica fedele… eh sì, la nostra Anne non aveva nessuno con cui confidarsi.

Ma non solo, in questi lunghissimi anni nascosta, ha sempre trovato una speranza, ha sempre cercato il lato positivo delle cose, con un po’ di ironia, non ha rinunciato ai suoi sogni. Secondo me, tutti quanto dobbiamo imparare da lei, è stata un esempio e purtroppo una testimone di come l’essere umano potesse essere così spregevole con gli altri suoi simili. Possiamo dire che lei e le sue parole siano una luce, che non si spegnerà mai. 

Parlando di tutto ciò, in questi mesi in classe, abbiamo letto il libro Matteo Corradini intitolato: “Luci nella Shoah”. In questo libro si parla anche di Anne, si può dire che il titolo è un po’ ispirato a lei quando scrive, nel diario, che vorrebbe avere una luce sopra il suo letto per non avere paura, di notte.

Io, insieme a dei miei compagni di classe, ho lavorato su Anne Frank, abbiamo realizzato molti prodotti tra cui anche una poesia: “Le parole illuminate” per rendere omaggio ad Anne che, con le sue parole, illumina ancora oggi milioni di persone:

Esistono parole lampadina, che accendono la mente: 

sentimenti, volare, stella cadente.

I sentimenti sono parole gentili,

sono sottili come fili.

Una parola leggera come una farfalla, 

ti fa stare bene, come una mano sulla spalla.  

Se una parola é una lampadina sopra il letto

Ti illumina e ti senti protetto. 

Alcune parole spengono la mente,

lasciando un segno permanente 

come le gocce di sangue sul filo spinato

delle persone senza peccato. 

Se togli la polvere dalle parole,

queste diventeranno il tuo sole 

Le parole senza polvere,

I problemi possono risolvere.  

Una lucina nella notte scura

Contro il freddo, contro la paura.

Questa poesia è stata scritta da Adheen Sheetel, Es Sabahi Malak e Lika Jonathan, alunni della classe 3A. Abbiamo pure realizzato un video,che ora si trova nell’archivio della Memoria collegato alla stele di Tina Pesaro.

Un filo di Memoria

L’Istituto Comprensivo di Castel San Giovanni ha commemorato la Giornata della Memoria 2022

di Malak Es Sabahi

28/1/2022

Il giorno 27/01/2022, presso la scuola elementare “Tina Pesaro” di Castel San Giovanni, il nostro istituto ha commemorato la Giornata della Memoria. E’ un appuntamento importante a cui il nostro istituto tiene molto e, pur in un momento difficile come quello attuale, si è voluto preparare un momento di riflessione a cui hanno partecipato anche le autorità cittadine ed alcuni membri della famiglia Pesaro. Abbiamo anche sperimentato un nuovo modo di condividere dei momenti: molti alunni erano collegati in diretta dalle loro classi e alcuni erano a casa in quarantena ma seguivano online l’evento.

La classe terza A della scuola secondaria “G. Mazzini” ha animato la mattinata, insieme ad alcune classi quinte della primaria.

In particolare, io ho lavorato con la mia classe ad un progetto, “Luci nella Shoah” che ha preso nome e spunto dal libro di Matteo Corradini. Lo stesso autore è venuto nelle nostre classi per aiutarci ad approfondire il tema della Shoah con parole adatte a noi ragazzi.

Con lui e con i nostri professori, abbiamo parlato di molte persone che hanno vissuto al periodo della Shoah e subirono discriminazioni che misero a rischio la loro vita; qualcuno si salvò, molti si persero.

Conoscendo le loro storie, abbiamo tirato un filo che ci legasse alla loro vita, alle loro emozioni al coraggio che dimostrarono: abbiamo ricordato Arie Selinger, che fu internato da bambino in un campo di sterminio, si salvò e diventò un famoso allenatore di pallavolo. Ci ha fatto capire che per superare un momento buio bisogna andar avanti con tutta la squadra e mai da soli. Abbiamo ricordato Tina Pesaro, di Castel San Giovanni, che, con il suo coraggio, ha cercato di salvare la sua famiglia ma non è riuscita a sopravvivere: noi la teniamo vicina perché il suo è il nome della nostra scuola primaria. Abbiamo ricordato Ilse Weber, che con la sua musica ha fatto stare bene i bambini dell’infermeria del campo di concentramento di Terezin e Virginia Gattegno che ci ha fatto capire quanto sia spaventoso perdere l’umanità e considerare delle persone dei numeri.

Abbiamo capito che bisogna ricordare che l’uomo non è così buono come sembra. Una frase che mi è piaciuta che ha detto il sindaco è: “Tutti a promettere che non accadrà più, ma ne siamo sicuri?”. Questa frase mi ha fatto molto riflettere perché è la domanda che tutti ci porgiamo ed è difficile trovare una risposta. Ma dobbiamo soprattutto chiederci: “Come è potuto succedere?” perché le cause di questa tragedia sono ben chiare a tutti: razzismo, indifferenza, volontà di potere, ignoranza, disprezzo per la convivenza pacifica tra le persone.

E’ per questo che noi ogni anno facciamo Memoria, per ricordarci che solo con la cultura, la conoscenza, il rispetto e con l’educazione possiamo garantirci un futuro migliore.

La nuova redazione si presenta

Finalmente in presenza, ripartiamo con la nuova redazione

a cura della redazione

20/1/2022

E’ ricominciata l’attività della nuova redazione del giornalino “La voce dell’Olubra” e della Web radio I.C.C.C. All’inizio di ogni attività di scrittura c’è un foglio bianco, ecco cos’è per noi e come vogliamo riempirlo:

Vi aspettiamo sulle nostre pagine, canali e siti per farvi sentire la nostra voce.

L’angolo della Legalità inaugurato nella biblioteca della scuola secondaria “G. Mazzini”

di Malak Es Sabahi e Marwa Adnani

22/5/2021

“La mafia non si combatte con la pistola ma con la cultura“, dice in una sua celebre affermazione, Felicia Impastato, mamma di Peppino. La cultura ha il potere di definire l’identità di una società, permette alle persone di dare un senso alla propria vita. “Conoscere per sconfiggere” è la filosofia di tutte le associazioni ed organizzazioni contro le mafie. Per seguire questa indicazione, la nostra scuola secondaria di primo grado “G. Mazzini” ha creato un angolo della legalità nella sua biblioteca. Il giorno 22 maggio 2021 abbiamo partecipato alla sua inaugurazione. 

Erano presenti: il sindaco Lucia Fontana, gli assessori all’istruzione Federica Ferrari, alle politiche giovanili Elena Galli, alla cultura Guendalina Cesario, i rappresentanti dell’associazione Libera Antonella Liotti e Lorenzo Piva, il libraio di Castel San Giovanni, Nicola Maserati, la preside Maria Cristina Angeleri, la vice preside Barbara Scotti e gli alunni della classe 1ªA con i loro professori Antoniotti, Guerra, Imperato. 

E’ stata fatta una introduzione della prof. Antoniotti che ha spiegato che è stato possibile creare l’angolo della Legalità grazie ad un finanziamento del Ministero dell’Istruzione che ha previsto, oltre all’acquisto di libri e arredi, anche la realizzazione di laboratori sulla legalità nelle classi primarie e secondarie dell’istituto, in collaborazione con l’associazione Libera di Piacenza. Una classe ha inoltre potuto sperimentare un laboratorio all’interno alla nostra Web Radio ICCC, con il giornalista Federico Lacche di Libera Radio. Quindi la parola è passata ai ragazzi.

La classe prima A ha lavorato sul tema della comunicazione, sull’uso positivo delle parole che possono essere perle ma anche sassi, colpire e fare molto male. Il loro obiettivo era sensibilizzare contro la violenza verbale. I ragazzi hanno scritto dei testi poetici ispirandosi alla “Filastrocca delle parole” di Gianni Rodari, poi li hanno uniti e hanno formato un testo unico che poi hanno trasformato in una canzone rap intitolata “Le parole sono perle”.

Successivamente hanno letto i principi da rispettare per una comunicazione positiva, prendendoli dal “Manifesto della comunicazione non ostile”. Si sono alzati a coppie, uno dei due leggeva e l’altro appendeva un foglio con scritta la regola della comunicazione non ostile sulla lavagna.

In seguito il sindaco ha fatto un piccolo discorso e ha ricordato che il giorno successivo all’inaugurazione sarebbe stato l’anniversario della strage di Capaci, dove morì Falcone. Inoltre ci ha parlato dei libri, dicendo una frase che ci ha colpito molto, ossia: “i libri sono gemme preziose “. Questa metafora ci è piaciuta perché è la descrizione dei libri, infatti sono dei mezzi fondamentali per diffondere il sapere, le storie e le emozioni; nonostante ora ci sia la tecnologia i libri sono insostituibili, contengono informazioni elaborate e sicure mentre su internet non tutto è vero, quindi i libri sono “unici” e insostituibili.

La preside Angeleri e la referente dell’Associazione Libera, Liotti, hanno ribadito la fortuna che abbiamo perché possiamo studiare in una scuola accogliente e con tanti stimoli, attenta alla nostra crescita.

L’angolo della Legalità è stato abbellito da un murales realizzato dalla prof. Elisabetta Saiani che ha dipinto un volo di rondini ispirandosi al nome dell’associazione “Libera”.