A Terezín, per seguire l’eco delle Farfalle

Un gruppo di studenti della scuola secondaria “G. Mazzini” a Terezín per un viaggio della Memoria

di Elisa Panelli ed Elena Antoniotti

6/5/2019

Finalmente ci siamo, siamo a Terezín , nella campagna boema a 60 chilometri da Praga e la cittadella fortificata ci accoglie con le punte affilate dei suoi bastioni, utili a tenere fuori o a chiudere dentro. Dopo tanti studi, ricerche, letture, rielaborazioni siamo arrivati.

In questa stagione Terezín profuma di ippocastani in fiore; chissà se qualcuna di queste piante maestose avrà assistito al dramma del ghetto, custode muta di storie come l’ippocastano amico di Anne Frank! Terezín, in questa stagione, è immersa in una campagna gialla di fioriture gialle come le stelle che stiamo cercando di avvicinare. Qui la nostra missione è camminare nelle stesse strade, osservare gli stessi edifici, dormire sotto lo stesso tetto degli ebrei reclusi di settant’anni fa; vogliamo avvicinarci alla storia in punta di piedi, immaginare Petr Ginz che cammina nel cortile, la mente persa nelle sue storie avventurose, ascoltare la musica fioca dell’infermiera Ilse Weber che canta ninne nanne ai bambini malati, l’eco degli ordini e degli spari, le note di un pianoforte clandestino che nessuna catena può imprigionare.

Per aprire la porta di Terezín abbiamo usato una chiave, il libro “La Repubblica delle Farfalle” ed una guida, Matteo Corradini che ci ha introdotto con discrezione e rispetto nel campo, verso le ombre della storia e verso la vita delle persone che qui sono passate.

La piazza principale di Terezín

La cittadina non è proprio come ce l’eravamo immaginati: qui a Terezín tutto è normale e poche cose ci rimandano alle tragedie che sono avvenute tra queste mura. Forse è proprio questa la cosa più inquietante, il fatto che dobbiamo sovrapporre ciò che è successo alle immagini di un paese dove ora tutti vivono tranquillamente.

Appena arrivati ci siamo sistemati nelle nostre stanza nella foresteria del paese e successivamente ci siamo recati alla sinagoga per partecipare alla celebrazione di Yom Ha-Shoah, in ricordo delle vittime. Nel cortile della piccola sinagoga abbiamo incontrato e intervistato due importanti esperti professori universitari del Regno Unito che dedicano i loro studi alla musica e al teatro nei campi di concentramento e di sterminio: David Fligg e Lisa Peschel.

Nel cortile della sinagoga di Terezín

Abbiamo potuto riflettere sul fatto per noi apparentemente inconciliabile del rappresentare opere divertenti in un campo di concentramento; all’epoca era comprensibile per il fatto che le persone ricercavano qualcosa per evadere dalla quotidianità squallida del campo. Lo stesso discorso vale per la fede: la piccola sinagoga clandestina del ghetto sta a dimostrare la ricerca di restare ancorati alla speranza.

La piccola sinagoga

Camminare per le strade di Terezín è semplice: il reticolo delle strade è ortogonale, grandi edifici una volta caserme si susseguono con regolarità e precisione. L’ordine dell’esercito è matematico, come organizzato e pianificato è stato lo sterminio ad opera dei nazisti. La tappa successiva, infatti, la raggiungiamo camminando sui binari sui quali un tempo passavano i treni per Auschwitz. E’ stato un momento molto forte e toccante, soprattutto pensando che quelli per tanto tempo sono stati i ”binari della morte”.

Il passaggio sui binari

Dai binari alle “Colombaie”, dove troviamo lapidi e monumenti alla Memoria: ogni mattone del paese è un invito a ricordare. Qui, in particolare, osserviamo i contenitori di cartone che i nazisti usavano per riporre le ceneri in uscita dai forni crematori.

Le “Colombaie”

La tappa successiva è il cimitero ebraico dove ognuno di noi ha posto su di una tomba a piacere il proprio sasso, portato appositamente dai nostri paesi in Italia. Questo è stato uno dei momenti più emozionanti e commoventi, perché in qualche modo a Terezín è rimasto qualcosa di noi che non appassirà e non si distruggerà; allo stesso modo abbiamo prelevato un sasso dai binari del treno, perché noi e Terezín rimanessimo per sempre legati.

Il cimitero ebraico

Successivamente, la visita ai locali che ospitano i forni crematori del campo. In questa zona, resa sacra dalle iscrizioni bibliche che la precedono, solo silenzio e tristezza.

Il locale dei forni crematori

Al termine della giornata, la caserma Magdeburgo, altro luogo di detenzione. Quest’ultima attualmente è un museo e raccoglie gran parte degli oggetti raccolti a Terezín: disegni, quadri, spartiti musicali, testi e ricostruzioni della vita nel campo.

E’ ora di cena: ci fermiamo a mangiare piatti locali nella mensa della caserma stessa. Cala il sole, arriva il tramonto. Su Terezín scende il silenzio.

La piazza di Terezín

Le uniche voci sono le nostre: organizziamo una partita a pallone proprio nella piazza centrale, quella che agli ebrei era vietato attraversare.

Una partita nella piazza centrale del paese

Non abbiamo fretta, non dobbiamo prendere un autobus, passeremo la notte a Terezín, nella foresteria, a due passi dalla piazza. Quando rientriamo, decidiamo di passare la serata insieme, in una sala riservata a noi, giochiamo, ci conosciamo meglio; insieme è la parola chiave per allontanare l’inquietudine che la visita ha fatto nascere in noi.

Il giorno seguente, dopo la colazione, ci rechiamo a piedi alla “Piccola Fortezza”, esempio magistrale di architettura militare settecentesca, trasformata prima in carcere speciale e poi in campo di concentramento. Qui vivevano sia gli ebrei che i prigionieri che i capi dei nazisti. Ci accoglie la scritta ”Arbeit Macht Frei” sopra l’ingresso ed è un susseguirsi di celle, camerate, luoghi per le esecuzioni posizionati a fianco del cinema e della piscina per lo svago delle SS.

L’ingresso al campo della Piccola Fortezza

Dal campo siamo usciti tutti  colpiti e sgomenti, dopo aver visto e toccato con mano il luogo in cui sono morte migliaia di uomini, donne e bambini.

Una zona della Piccola Fortezza

Per concludere la nostra esperienza ci siamo recati in visita al museo che raccoglie le testimonianze e la Memoria dei bambini e dei ragazzi di Terezín. In questo edificio è presente una stanza in cui, su ogni parete, sono incisi i nomi dei ragazzi morti o passati a Terezín e Matteo Corradini ci ha chiesto di collocare in ordine alfabetico il nostro nome su di una parete e di adottare i nomi accanto al nostro, serbandoli nel ricordo. E’ stato molto emozionante e angosciante perché ci siamo accorti che alcuni bambini erano davvero piccolissimi al momento della loro morte. Dei 150.000 ragazzi passati a Terezín, al termine della guerra, neanche 150 erano sopravvissuti.

Alcuni dei nomi dei ragazzi di Terezín

Nella mostra allestita in questo edificio, abbiamo ritrovato il disegno della farfalla che ha guidato le nostre riflessioni e rielaborazioni sulla Shoah. Ci aveva colpito soprattutto l’immagine contenuta in una poesia di un bambino che scriveva che le farfalle non volano nel ghetto, a simboleggiare la disperazione e la solitudine.

Disegno di un bambino di Terezín : la farfalla gialla

In una stanza dello stabile, inoltre, si trovavano clandestinamente i ragazzi di “Vedem”, il giornale che veniva scritto come forma di resistenza all’orrore del campo, a rischio della vita. Erano guidati da un quattordicenne di Praga, Petr Ginz, coraggioso e creativo, che scomparve ad Auschwitz.

Le finestre della stanza dove si trovava la redazione di “Vedem”, il giornale clandestino dei ragazzi di Terezín

Per concludere, a tutti noi è risultato molto chiaro che studiare storia sopra ad un libro è molto diverso dal viverla e toccarla con mano. Ci resteranno di Terezín il silenzio, qualche brivido, molte emozioni, gli occhi lucidi, i fiori di ippocastano, un sasso in tasca, finestre chiuse, stelle gialle, un tramonto.

Il cortile dei bambini

Sano chi sa!

La classe 2^F ha realizzato un progetto sulla corretta alimentazione di ogni giorno

di Arianna Capelli e Virginia Dagradi

6/05/2019

La classe 2^F, durante quest’anno scolastico ha affrontato con il prof. di Scienze Motorie e Sportive, Paolo Beghi,  un progetto per imparare a mangiare sano ed equilibrato tutti i giorni. Si è affrontato in classe il tema dell’importanza della variazione degli alimenti, cioè di assumere cibi diversi ogni giorno.IMG_20190506_145711

Sempre collegato al lavoro con il prof. Beghi, gli alunni hanno compilato dei diari alimentari con la prof.ssa di Lettere, Mia Massarini, ragionando sulle pietanze che vengono consumate ogni giorno. DIMG_20190506_145758urante le lezioni  non sono mancate le risate, per rendere l’argomento più divertente e per invogliare i ragazzi a mangiare più sano .

Finito il lavoro del diario alimentare, la prof.ssa Massarini ha proposto alla classe un’indagine sui cibi preferiti, invitando gli alunni a riflettere se fossero sani oppure no.

Con la prof.ssa di Tecnologia, Camilla Cesena, è stato quindi fatto un lavoro sui diversi tipi di alimentazione e su come IMG_20190506_145742sono prodotti i cibi che vengono quotidianamente ingeriti. Infine ogni ragazzo ha dovuto calcolare il proprio fabbisogno energetico, utilizzando il proprio peso, la propria altezza, il posto e il clima in cui vive e quante volte effettua attività fisica.

Il cibo che rappresenta tutta la piramide alimentare è la pizza Margherita, perché alla base ha i carboidrati, sopra la verdura (salsa di pomodoro), le proteine costituite dai latticini e i grassi costituiti dall’olio.

“La Memoria, i Diritti, le Farfalle”

a cura della redazione

6/5/2019

Il giorno 8 maggio, alle ore 17 verrà inaugurata la mostra “La Memoria, i Diritti, le Farfalle” che racchiude i lavori dei ragazzi della scuola secondaria “G. Mazzini” realizzati durante l’anno all’interno dei progetti di Didattica della Memoria, Intercultura, Erasmus+ “Journeys for peace”, PON “Tutti diversi, tutti uguali: storie colorate”.

La mostra si terrà presso il foyer del Teatro Verdi e lungo il corridoio al piano terra della scuola secondaria.

Molti studenti ed insegnanti sono al lavoro per allestire gli ambienti con i quadri, le foto e i materiali preparati dai ragazzi.

Insegnanti e alunni al lavoro
L’allestimento della mostra
Ragazzi all’opera nel laboratorio di arte

Ed ecco la locandina della mostra, vi aspettiamo numerosi!

L’ABC delle etnie raccontato con poesie

Anche quest’anno, nel nostro Istituto, le classi hanno lavorato ad un coinvolgente progetto interculturale: ecco il percorso della 2ªB

di Alex Anelli e Stefano Ratti

4/05/2019

Nella nostra scuola i progetti interculturali sono stati sempre ben accetti, essendo appunto quelli tra i più sviluppati. Nel mese di febbraio, la classe 2ªB ha lavorato su queCL236x168_11218sto tema. Collaborando con i professori, gli iscritti al corso d’arte pomeridiano, inserito a sua volta nel più ampio PON “Competenze di cittadinanza globale”, e con altre classi ha realizzato un lavoro originale, basandosi su due libri: “ABC dei popoli”, di Liuna Virardi, proposto come stimolo a tutte le classi della Scuola Sec. di I grado, che presenta volti di diverse etnie, creati con gli stessi simboli, con relativa descrizione, e “Guerrieri di sogni”, di Vivguerrieri di sogniiana Mazza, scelto per noi dalla nostra insegnante di lettere. Questo libro narra storie reali di ragazzi provenienti da tutto il mondo, che hanno in comune l’obiettivo di realizzare i propri sogni con coraggio. Citiamo, per esempio, la storia di Wang Fuman, bambino “fiocco di neve”, dalla Cina, Aitzaz Hasan, martire anche per chi non lo meritava, dall’Afghanistan e Reshma Qureshi, ragazza coraggiosa rinata dall’acido, dall’India.

Com’è solito fare per questi lavori, ci siamo divisi in gruppi:  5 gruppi  composti da 5 alunni. Ogni gruppo aveva lo stesso tipo di traccia da seguire, ma basandosi su storie diverse: ognuno doveva approfondire due personaggi presi dal libro “Guerrieri di sogni”, disegnarli con appositi simboli, quelli presenti nel libro della Virardi, fare una descrizione dell’etnia e creare una poesia sulla storia dei personaggi. I ragazzi hanno lavorato molto su queste storie e hanno preso come esempio questi personaggi per raggiungere i loro obiettivi, proprio come questi “guerrieri di sogni”. Una volta create le facce con gli appositi simboli, il laboratorio di arte ha preso spunto dalle creazioni per  rielaborazioni più dettagliate.  Questo lavoro è stato svolto nel mese di febbraio, quasi completamente in classe, impegnando molte ore di italiano. Tra marzo e aprile i ragazzi hanno presentato i loro lavori alla classe e l’8 maggio saranno esposti alla mostra  “La memoria, i diritti e le farfalle”….non vi anticipiamo di più, venite a vederli!!!

 

Salto in alto: edizione 2019

Ai Giochi della Gioventù 2019 grande successo per la gara del salto in alto

di Giulia Parolini e Virginia Dagradi

4/05/2019

Il  giorno 27/03/19, al campo sportivo “Soressi”, si sono svolti i giochi della Gioventù delle classi seconde e terze della Scuola Sec. del nostro Istituto. La specialità che andremo ad analizzare è il salto in alto sia maschile che femminile. Le gare sono iniziate subito dopo essere arrivati, ovvero alle ore 9.00.

Hanno gareggiato per prime le femmine, che si sono fermate a 118 cm, successivamente i  maschi, che invece hanno saltato la bellezza di 135 cm.

Le prime 5 classificate sono state:

1. Giada Tirinti con un solo errore 118 cm (3 E)

2. Nada Majjati con due errori 118 cm (2 A)

3. Giulia Gobbi con 3 errori 118 cm (3 A)

4. Arianna Capelli (2 F)

5. Elisa Panelli (3 A)

I primi 5 classificati sono stati:

1. Jacopo Risposi con 0 errori 135 cm (3 D)

2. Matteo Mascaretti con 0 errori 130 cm (2 D)

3. Amedeo Berni con 0 errori 130 cm (3 E)

4. Mikele Tosku (3 B)

4. Walid Ramzane (3 C)

4. Elisei Morar  (3 C)

Per concludere due video che documentano le avvincenti gare.

 

Giochi sportivi studenteschi 2019: le staffette

 

I risultati delle staffette delle classi seconde e terze, in scena al campo sportivo “Soressi”

di Benedetta Curati, Giada Bongiorni, Lorena Gjordumi

04/05/2019

Il giorno 27/03/2019 le classi seconde e terze della Scuola Sec. di I grado di Castel San Giovanni e Sarmato si sono recate al campo sportivo “Soressi” per affrontare i Giochi della Gioventù. Queste gare sportive avvengono ogni anno e si tengono per avvicinare i ragazzi allo sport. Durante la mattinata i ragazzi hanno svolto diverse discipline sportive, tra le quali: salto in alto, salto in lungo, resistenza, scatto, getto del peso e lancio del vortex. A queste attività si aggiunge anche la staffetta, nella quale le classi, rappresentate da 4 ragazzi e 4 ragazze, si sfidano con grande spirito agonistico in una gara di velocità.

Queste le classifiche generali maschili e femminili.

Maschi :

1°posto: Faccioli, Brusamonti, Ferrari, Tosku (3^B Csg) con un tempo di 57″94

2°posto: Orecchio, Agazzi, De Palma, Cullhaj (3^A Csg) con un tempo di 59″20

3°posto: Morar E., Ramzane, Morar A., Kerri (3^C Csg) con un tempo di 1’00″17

4°posto: Gerente, Martulli, Mascaretti, Gazzola (2^D Csg) con un tempo di 1’00″77

Femmine:

1°posto: Majjati, Panelli, Gobbi, Tosca (3^A Csg) con un tempo di 1’04″90

2°posto: Dagradi, Castagna, Saliu, Giori (2^F Csg) con un tempo di 1’06″93

3°posto: Gerente, Maloku, Manduco, Frattini (3^D Csg) con un tempo di 1’07″05

4°posto: Tirinti, Laurino, Gurgaj, Jaouani (3^E Csg) con un tempo di 1’07″54

 

Salto in lungo maschile e femminile: assegnate le medaglie studentesche

I risultati del salto in lungo delle classi seconde e terze ai Giochi della Gioventù 2019

di Arianna Capelli

2/05/2019

Il giorno 27/03/2019 le classi seconde e terze della Scuola Sec. di Castel San Giovanni e Sarmato si sono recate al campo sportivo “Soressi” per i Giochi della Gioventù. Sempre molto sentita, sia dagli atleti coinvolti che dal pubblico sugli spalti è la gara di salto in lungo. Il salto in lungo è una specialità sia maschile che femminile dell’ atletica leggera, in cui gli atleti, dopo una rincorsa, raggiungono la zona limite dove poter saltare, detta “asse di battuta”, cercando di atterrare il più lontano possibile nella buca riempita di sabbia. La lunghezza del salto viene misurata dal limite di battuta, indipendentemente dal punto esatto dove l’atleta ha staccato. Il salto in lungo fa parte dei salti in estensione come il salto triplo.

La rincorsa varia da 30/34 metri fino ai 45 circa. Se la rincorsa è troppo breve non è possibile esprimere a pieno l’efficacia del salto.

I detentori del record mondiale sono due americani: Tianna Bartoletti e Jeff Henderson, imbattuti dal 2016.

Alle fasi provinciali parteciperanno i primi classificati di ogni fase (maschile e femminile). Ecco le classifiche, a cui segue un breve video che documenta la gara maschile:

SALTO IN LUNGO MASCHILE

  1. Faccioli Juan Marco (3B)
  2. Cordini Federico(2C)
  3. Berni Amedeo (3E)

SALTO IN LUNGO FEMMINILE

  1. Infantino Alessandra (3B)
  2. Sava Giulia (3C), arrivata a pari merito con Alessandra ma, a seguito di uno spareggio, le è stato assegnato il secondo posto
  3. Goffredi  Zoe (2A)

 

Dalla A alla Z, con il sorriso!

Le classi della nostra scuola in visita alla Logistica di Amazon

di Alessia Albo e Giulia Parolini

18/04/2019

Tutte le classi del nostro istituto, nel mese di Gennaio, si sono recate in visita alla sede Amazon di Castel San Giovanni, su invito diretto dell’azienda stessa. Le classi 2°B, ovvero la nostra classe, e 1°D, il giorno 17/01/19.

Appena entrati in classe abbiamo lasciato gli zaini  e con le rispettive professoresse ci siamo diretti verso la fermata dell’ autobus. Dopo dieci minuti siamo giunti a destinazione. Scesi dal pullman, per prima cosa abbiamo scattato delle foto dall’esterno dell’edificio. All’ingresso, ci ha accolto una dipendente di nome Gloria, che ci ha fatto da guida per tutta la mattinata. Per prima cosa ci ha fatto salire lunghe scale, per arrivare nella sala riunioni, raccomandandoci di mantenere la destra. Nella sala ci ha parlato della storia di questo enorme magazzino, spiegandoci ad esempio che il nome proviene da un fiume chiamato “Rio dell’Amazzoni” oppure che in Italia ci sono altri due magazzini più piccoli, uno a Roma e un altro a Vercelli. Poi, dopo averci dato la pettorina per i visitatori e le cuffie per sentire meglio la guida, ci siamo avviati verso le diverse tappe all’interno del magazzino. Abbiamo visto l’Inbound e l’Outbound, reparti importanti di questa logistica, occupati da diverse persone che ci lavorano. Nel primo si ricevono i prodotti dai molteplici fornitori e, una volta ricevuti, questi prodotti diventano disponibili sul  sito web e possono essere ordinati; nel secondo, invece, si evadono gli ordini dei clienti. Ciò significa ricevere, confezionare e spedire gli ordini entro scadenze specifiche e molto ravvicinate. In base alla richiesta del cliente e al periodo dell’anno, questi team cambiano per dimensione e possono crescere in maniera significativa durante le feste. Prima di tornare nella sala riunioni, abbiamo scattato una foto di gruppo. Tornati nella sala, abbiamo tolto le cuffie e la pettorina, dopodiché abbiamo svolto un quiz a sorpresa, divisi in gruppi da cinque. Le domande si basavano sulla storia raccontata all’inizio della visita. In palio, per la vittoria dei vincitori, un bellissimo gadget: un powerbank gratuito regalato da Amazon. Alla 10:50 siamo sfortunatamente dovuti tornare a scuola, facendo di questa esperienza un bel ricordo.

Ringraziamo Amazon e i suoi dipendenti per la bellissima mattinata!

 

Recensione del libro: “La Repubblica delle Farfalle”

di Elisa Panelli

18/4/2019

autore: Matteo Corradini

editore: Biblioteca Universale Rizzoli

Terezín, paese della Repubblica Ceca, nasce nel XVIII secolo, quando si decide di far costruire una piccola città-fortezza per proteggere Praga. Ma durante la Seconda Guerra Mondiale diventa un vero e proprio inferno, perché viene trasformato in campo di concentramento. Terezín però non viene modificata: le case, le strade e tutti gli edifici rimangono uguali. L’unica differenza è che ora al suo interno regnano solo violenza e tristezza e non vola più nemmeno una farfalla: ‘’le farfalle non volano nel ghetto’’. Tra le centinaia di migliaia di persone che vengono deportate a Terezín, c’è un gruppo di ragazzi che osservano, arrabbiati e stupiti, tutte le ingiustizie che accadono intorno a loro, per le strade, dove va in scena la tragedia degli ebrei perseguitati. Quando la rabbia aumenta e si trasforma in disperazione, hanno bisogno di sfogarsi, di trovare un modo per evadere, per rimanere esseri umani. Perciò decidono di riunirsi di nascosto ogni venerdì, attorno al semplice bagliore di una candela, per scambiarsi testi, disegni e poesie da inserire in ‘’Vedem’’, il loro giornale segreto. Ed è così che si forma una vera e propria redazione, di cui Petr Ginz è il capo. Tanti i ragazzi che lo aiutano: questo è l’unico momento in cui possono sentirsi liberi di esprimere le proprie idee, di sorridere, di vivere, alleggerire il peso del loro animo. Con “Vedem”, che significa “Avanguardia”, possono infrangere le regole disumane, contorte, sbagliate del campo, possono salire su di un missile e lasciare la terra, puntare verso la luna, verso la libertà, verso le stelle, quelle del cielo. Per questo giornalino rischiano tutto quanto, persino la propria vita, quando decidono di facilitare il lavoro accendendo una semplice lampadina, una piccola stella finalmente vicina…

Questo è un libro struggente ed emozionante che ci fa riflettere su come fosse difficile sopravvivere, perché non si può definire ‘’vivere’’ quello che facevano le persone in un campo di concentramento, private della libertà, della dignità e sottoposte a violenze continue. Eppure i ragazzi di “Vedem” lottavano per vivere, le loro anime come farfalle, fragili e preziose, le loro ali erano le pagine del giornalino. Scritto per non farci dimenticare che dietro i numeri ci sono persone, storie, speranze e i sogni che rendono le persone speciali permettendo loro di resistere senza perdere la loro umanità. Scritto anche per noi, oggi: quando ci dimentichiamo di vivere e rinunciamo a pensare ci rinchiudiamo in una prigione per uscire dalla quale, come le farfalle, dobbiamo spiegare le ali e puntare verso le stelle.

L’esercito della Legalità

di Martina Fonso

18/4/2019

Sin dall’inizio dell’anno scolastico, abbiamo lavorato sul tema della legalità. Per noi delle classi terze, quest’anno è importante perché dobbiamo scegliere la scuola superiore che frequenteremo ma i nostri professori ci hanno voluto anche fare riflettere sul concetto di scelta: che persone vogliamo essere? Che persone scegliamo di essere ogni giorno? Così abbiamo iniziato ad approfondire il concetto di legalità, quali sono cioè le regole che ci permettono di fare le scelte giuste. Poi, con l’aiuto degli esperti dell’associazione Libera, abbiamo trattato un tema di attualità molto difficile e solo apparentemente lontano da noi, quello delle mafie.

Un libro letto dai ragazzi durante il percorso sulla legalità

Abbiamo letto libri, visto film e documentari. Abbiamo quindi scoperto che le mafie sono vicinissime a noi, presenti sul nostro territorio e che dobbiamo essere consapevoli di questo problema gravissimo conoscendolo in modo approfondito per poterlo combattere. Così abbiamo fatto ricerche e, guidati dagli esperti abbiamo imparato molte cose delle mafie e della loro storia.

Un altro libro- guida per i ragazzi

Abbiamo appreso che la mafia nasce nell’Ottocento nel sud Italia, soprattutto in Sicilia, Campania e Calabria. E’ un’associazione criminale suddivisa in famiglie che hanno il controllo di attività economiche e illegali. Guadagna soldi in modo facile e veloce attraverso furti, traffici di droga ed estorsioni nei negozi (pizzo) sostituendosi così allo stato come presunta organizzazione delle vite degli abitanti. La mafia ha diversi nomi in base alla ragione in cui si trova, per esempio: Cosa Nostra in Sicilia, Camorra in Campania, Sacra Corona Unita in Puglia e ‘Ndangheta in Calabria. Io ho letto un libro, cioè “Per questo mi chiamo Giovanni”, che parla della vita di Giovanni Falcone, giudice che combatté la mafia. Il bambino, protagonista, si vuole fare spiegare da suo papà il significato della mafia, così il papà paragona la mafia ad un “carciofo” con tante foglie che circondano il suo cuore. Le famiglie mafiose sono infatti guidate da un “Uomo D’onore” che è appunto a capo dell’organizzazione, il cuore del carciofo. Dopo l’uomo d’onore viene il consigliere, cioè colui che sta sempre al fianco dell’Uomo D’onore dandogli consigli e fornendogli informazioni. Infine viene il capodecina, cioè colui che è eletto dal capofamiglia, coordina i nuovi arrivati della famiglia e ha il compito di informare tutti i membri quando ci sono delle riunioni, proprio come un carciofo che chiude le sue foglie.

Lo striscione contro la mafia preparato dalla classe 3A

Sono esistite ed esistono ancora persone che combattono per sconfiggere la mafia. Alcuni dei magistrati più famosi che hanno fatto la storia per aver avuto il coraggio di mettersi contro la mafia a costo della vita sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma ne esistono centinaia meno noti. Don Pino Puglisi, invece, era un sacerdote ed insegnante di religione nelle scuole di Brancaccio, un quartiere molto difficile di Palermo, guidato dalla malavita. Nel 1963 fu istituita la prima commissione Antimafia; dopo molto lavoro, grazie a Falcone iniziò il famosissimo Maxiprocesso contro i principali capi mafiosi. Venne chiamato Maxiprocesso perché ci furono più di 475 imputati, tra cui Tommaso Buscetta, Giuseppe Graviano, Filippo Graviano e Totò Riina. Per far fronte a questo processo, Antonio Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino crearono il primo pool Antimafia. Ma la mafia, come una belva feroce, si è presto vendicata. La strage di Capaci fu un attentato mafioso progettato per uccidere Giovanni Falcone. Lui e la sua scorta morirono dopo lo scoppio di una bomba preparata dagli uomini di Riina. La strage di Via D’Amelio fu un attentato mafioso per uccidere Paolo Borsellino. Lui e la sua scorta rimasero uccisi dai 500 kg di tritolo nascosti in una macchina. Il 15 settembre 1993, il giorno del suo 56° compleanno, Don Pino Puglisi fu assassinato davanti al portone di casa sua, a Brancaccio, da due colpi di pistola, uno al petto e uno alla testa. Don Pino, prima che gli sparassero, sorrise agli assassini. I magistrati e chi ha combattuto fino alla fine ci hanno lasciato la loro eredità, in particolare il coraggio e la fiducia in se’ stessi.

Anche la nostra scuola ricorda questi personaggi: la nostra classe ha lavorato al progetto sulla legalità: abbiamo scritto testi, poesie, una canzone. Le mafie sono state rappresentate come un drago, una terribile belva per combattere la quale arrivano prodi cavalieri.

Un fotogramma del video della classe 3 A

Ma senza l’aiuto di tutti non è possibile sconfiggere il male: serve l’esercito della legalità!

 

L’esercito della legalità

Tutti noi siamo l’esercito, siamo chiamati a combattere. Il 21 marzo, tutte le terze della nostra scuola hanno partecipato alla Giornata della Memoria e Impegno contro le mafie e hanno letto ad alta voce i nomi delle vittime. E’ stato come raccogliere il loro testimone per impegnarsi a costruire una società migliore.